La Storia siete voi: Sua Maestà Ruud Krol

Pochissimi più forti di lui. Prima di Maradona c'era solo Krol. Non ci sarà mai più nessuno come l'Olandese Volante
28.11.2012 21:00 di Leonardo Ciccarelli   vedi letture
 La Storia siete voi:  Sua Maestà Ruud Krol
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© foto di Daniele Buffa/Image Sport

I tifosi del Napoli hanno avuto tanti calciatori che prima della partita avevano uno strano modo di salutare il pubblico, a dir la verità ognuno molto caratteristico. I più ricordati dai vecchi e dai giovani sono i baci che Maradona elargiva nei confronti di Carmando, simbolo di scaramanzia, devozione e passione e quelli di Gennaro Iezzo che durante tutta la cavalcata che ha portato il Napoli dall'Inferno della C al paradiso europeo cominciava le partite saltando e toccando i tre pali che lo avrebbero aiutato o condannato a raggiungere la vittoria. Questo era un modo più esuberante, degno di un napoletano verace come Iezzo. Il più elegante saluto era però quello di uno dei calciatori più eleganti e determinanti di tutti i tempi: Ruud Krol.
Krol quando entrava in campo era innanzitutto salutato da un boato del San Paolo che qualsiasi Papa si sognerebbe, lui timidamente mandava un bacio a tutti i settori dello stadio.
Questa era la vera essenza di Krol: un'eleganza sconfinata nei modi e nelle impressioni.
Partiamo però dal principio perché la venuta di Ruud nella città del sole potrebbe essere valutata come una semplice postilla della lunga carriera che lo ha visto protagonista per quasi 4 lustri visto che vestirà la maglia azzurra per soli 4 anni ed in tarda età  perché lui era il punto cardine dell'Ajax e della Nazionale Olandese che terrorizzò il mondo negli anni '70. In patria, con la maglia dei lancieri, vinse 6 campionati, 4 Coppe d'Olanda, 3 Coppe dei Campioni, una Supercoppa Europea ed una Coppa Intercontinentale. Mostruoso.
Con il suo inconfondibile modo di giocare si piazza sicuramente tra i 5-6 difensori più forti di tutti i tempi: classe sopraffina, freddezza raggelante, precisione millimetrica ed un senso dell'anticipo che perfino Beppe Bergomi si sognava.
L'azione classica di Krol era anticipare l'attaccante arrivando con un passo felpato degno del miglior felino o al massimo recuperando il pallone con un intervento pulito e corretto, fare qualche passo palla al piede per avere una maggiore visuale e libertà in campo, liberare il sinistro per cercare l'ala che immancabilmente avrà il pallone servito sul piede o sulla corsa con una precisione degna dei migliori registi del mondo. Assolutamente pazzesco.
A Napoli ci arrivò nel 1980 tramite i Vancouver Whitecaps perché una volta che fu spostato a fare il libero dopo una carriera da terzino sinistro credeva che la sua vita calcistica stesse volgendo al termine e allora tanto vale diventare ricchi nella Mecca del calcio anni '80, gli States.
Krol non aveva fatto però i conti con un altro che ha marchiato a fuoco la storia del Napoli prima come calciatore e poi come dirigente: Antonio Juliano. L'ex capitano era completamente innamorato del grande olandese e allora prima che decidesse di andare oltreoceano passava serate intere per cercar di convincere Krol a sposare il progetto azzurro. C'era un grande ostacolo però, la FIGC. Erano 16 anni che la federazione aveva chiuso le frontiere agli stranieri ma quello poteva essere l'anno buono per riaprirle allora nessuno meglio di Krol per inaugurare il nuovo corso ma Sua Maestà, come amava chiamarlo Pizzul, era un uomo molto legato ai soldi e voleva 500mila dollari di indennizzo prima della firma del contratto, Ferlaino disse ovviamente di no e Krol andò negli Usa.
La riapertura delle frontiere e lunghi viaggi sul l'asse Napoli-Vancouver-Londra convinsero finalmente Krol grazie alla buone doti da oratore di Juliano e grazie ai soldoni offerti da Ferlaino e allora dopo appena 16 partite abbandona la Mls e viene finalmente in Serie A.
Ad accoglierlo ci sono 10mila napoletani che fanno impennare la vendita degli abbonamenti al San Paolo, l'anno dopo, il migliore perché grazie alle prestazioni dell'olandese la squadra arriverà al terzo posto, la sua popolarità ha raggiunto vette talmente elevate che prima del referendum sull'aborto a Napoli c'erano manifesti che dicevano "Tifoso che voti per l'aborto pensaci. E se la mamma di Krol avesse abortito?", slogan assolutamente geniale.
L'olandese dopo 4 anni abbandonerà il Vesuvio e terminerà la carriera a Cannes. Quella fu un'estate un po' particolare, era l'estate del 1984 e credo sia superfluo aggiungere altro ma quando se ne andò realmente le persone vivevano in uno stato di angoscia perché sapevano che, nonostante l'arrivo del più grande di tutti i tempi, uno come Krol non lo avrebbero più rivisto.
Chi ama non dimentica, se ancora dubitate di questa affermazione parlate con qualcuno che ha visto Sua Maestà, guardate lo negli occhi, non ci sarà bisogno neanche di ascoltarle per capire.

Grazie Ruud