La storia siete voi: il primo "mister", Willy Garbutt

La storia siete voi:  il primo "mister", Willy GarbuttTuttoNapoli.net
© foto di Tommaso Sabino/TuttoLegaPro.com
mercoledì 20 marzo 2013, 21:00Rubriche
di Leonardo Ciccarelli
"Capelli bianchi, pipa tra i denti, innamorato di Napoli e del Napoli"

16 Febbraio 1964, un englishman tutto d'un pezzo si spegne mentre parla con una ragazza napoletana, tale Maria Concetta Ciletti, da lui adottata. L'uomo in questione è William Garbutt, il primo allenatore in Italia.
Sallustro dirà di lui che "Era un allenatore di primissimo ordine, il primo ad arrivare la mattina, l' ultimo ad andarsene la sera. Capelli bianchi, pipa tra i denti, innamorato di Napoli e del Napoli, del vero stile del calcio, della tecnica e della velocità, tre passaggi e goal", pensare che siamo solo negli anni '30 ed è solo la preistoria del calcio italiano.
Willy Garbutt nasce nel 1883 e muove i primi passi nel Reading prima di passare all'Arsenal e al Blackburn perché era una promettentissima ala destra, notata persino dal bi-campione del mondo Vittorio Pozzo, un infortunio gli stronca la carriera a 29 anni.
Pozzo lo porta in Italia e Garbutt diventa allenatore del Genoa, la corazzata di quegli anni. È il primo a farsi chiamare "mister" ed è il primo allenatore vero e proprio: per rendere l'idea di cosa fosse il calcio in quegli anni andate a vedere una partita del campionato di eccellenza, un gruppo di ragazzi vogliosi che hanno bisogno di un altro lavoro per sopravvivere. Con le dovute proporzioni era quello il calcio degli anni '30, poco più di un gioco e come nelle partite di calcetto spesso era il capitano l'allenatore. Garbutt portò l'organizzazione.

È ritenuto da molti il vero fondatore del calcio italiano moderno perché organizzava gli allenamenti in modo professionale, dividendolo in sessioni e lavorando in maniera specifica su ogni calciatore. I risultati non tardarono certo ad arrivare e nella società ligure vinse 3 scudetti introducendo anche il concetto di "manager" visto che è stato il primo allenatore in Europa a permettersi di fare acquisti, prendendosi delle responsabilità.
Lasciò il Genoa per andare nella neonata Roma dove vinse la Coppa Coni, una coppa che ha avuto solo due edizioni, (l'altra vinta dall'Alessandria), prima di approdare a Napoli.
All'ombra del Vesuvio lo porta Ascarelli che vede in lui l'uomo giusto per sfidare i colossi del nord. Garbutt ha un'ottima squadra ma nella sua permanenza campana non riesce ad andare oltre il terzo posto prima di lasciare la squadra per andare al Milan prima e al Genoa poi, prima di andare in Spagna e vincere il campionato sulla panchina dell'Atletic Bilbao.
Negli anni della seconda guerra mondiale vive il periodo più buio della sua vita, incarcerato perché proveniente da un Paese nemico, con la moglie uccisa sotto i bombardamenti e la già citata figlia adottiva abbandonata dalle istituzioni viene sostenuto dalle numerose iniziative di Napoli e Genoa che collaborano con amichevoli e raccolta di fondi per il loro mister.
La sua è la storia di un calcio pulito e dimenticato, di un calcio romantico, di un calcio che non ti permetteva di vivere e di chi dopo una carriera nell'Arsenal va a fare lo scaricatore di porto a Genova prima di sedere sulla panchina più calda della Serie A. È il padre dei moderni metodi di allenamento, è il padre del calcio italiano. Chi ama non dimentica il primo mister nella storia dello sport più bello del mondo.