L'EVOLUZIONE TATTICA DEL CALCIO: 1. Cenni storici e generali

Tuttonapoli vi racconterà ogni domenica l'evoluzione che la tattica ha avuto negli anni. Oggi partiremo da alcuni cenni storici e teorici di calcio e tattica. Nella prossima puntata parleremo dei due primi approcci tattici: Metodo e Sistema
08.06.2008 13:00 di  Marcello Pelillo   vedi letture
L'EVOLUZIONE TATTICA DEL CALCIO:                                1. Cenni storici e generali

In una città come Napoli nella quale il calcio è pane quotidiano spesso, tra le innumerevoli opinioni, si parla poco di una delle componenti del gioco che appassiona maggiormente i napoletani: la tattica. Tuttonapoli.net, per offrirvi un servizio sempre più qualificato, vi racconterà ogni domenica la storia e l'evoluzione che la tattica ha avuto negli anni, dagli albori di questo fantastico sport. Oggi partiremo da alcuni cenni storici del calcio e dai presupposti teorici della tattica facendo sempre riferimento al nostro Napoli. Nella prossima puntata parleremo dei primi due approcci tattici della storia: il Metodo e il Sistema.

 

Intorno alla metà dell'800, i giovani studenti dei college inglesi si dilettavano a prendere a calci una palla provando a farla passare tra due paletti posti a circa un metro l'uno dall'altro. Ogni college aveva creato le proprie regole del gioco e questo spinse un gruppo di appassionati, "Free Masons", a riunirsi in una taverna di Londra per cercare di trovare un punto d'incontro e scrivere un regolamento unico. Dalle riunioni vennero fuori due linee di pensiero che restarono distanti. La prima era propensa all'uso delle mani e allo scontro fisico, mentre la seconda voleva eliminare l'uso delle mani per sviluppare un gioco meno cruento. Nacquero così due leghe dalle rispettive linee di pensiero, la Rugby Union, dal nome della località del suo più accanito sostenitore, William Essis di Rugby, e la Football Association. Il 26 ottobre 1863 a Londra inizia la grande festa del gioco del calcio e nel 1886, nasce l'I.F.AB. (International Footbal Association Board) attraverso la quale Inghilterra, Scozia, Irlanda e Galles fissano le regole del calcio.

 

Sono tre gli elementi attraverso i quali è possibile definire una tattica di gioco:

1)       il sistema di gioco

2)       il modulo

3)       lo schema di gioco

 

1 – E' il presupposto organizzativo sul quale la squadra sviluppa il proprio gioco. Ci sono due sistemi, quello a zona e quello a uomo. In quello "a zona", ogni giocatore presidia la sua zona di competenza indipendentemente dalla tattica dell'avversario. In quella "a uomo", ad ogni calciatore viene assegnato un avversario da marcare in qualsiasi zona del campo esso si trovi. Questa distinzione nel calcio attuale è forse superflua visto che la grande maggioranza delle squadre gioca a zona.

Il Napoli, escludendo l'esperienza con Vinicio degli anni 70,  ha abbandonato il gioco a uomo in Serie B nella stagione 1998/1999 con Renzo Ulivieri alla guida tecnica anche se nell'annata precedente che ne sancì la retrocessione, la squadra azzurra cambiò molti tecnici durante il campionato, passando dalla zona al sistema a uomo in varie occasioni. In realtà, nella stagione 2000/2001 c'è stato un ritorno alla marcatura a uomo quando Emiliano Mondonico fu chiamato a sostituire Zeman. Di lì in poi anche la squadra partenopea ha avuto sempre tecnici dediti al sistema di gioco a zona e lo stesso mister Gigi Simoni, nella stagione 2003/2004, si adeguò in tal senso.

2 – Il modulo è la posizione assunta dai giocatori in campo quando la palla è in possesso degli avversari partendo dal sistema di gioco prescelto. E' il presupposto agli schemi da sviluppare in partita.

Quello adottato dall'ultimo Napoli di Reja è il famoso 3-5-2 anche se la storia del tecnico goriziano non è legata esclusivamente a questo modulo tattico.

3 -  E' l'insieme dei movimenti predefiniti e studiati in allenamento attraverso i quali una squadra cerca di sviluppare le proprie azioni per finalizzarle alla conclusione a rete. Gli schemi possono essere applicati sia su palla in movimento che in caso di palla inattiva (calci piazzati).

Il Napoli di Reja ci fatto vedere pochissimi schemi con palla inattiva, mentre con palla in movimento, qualcosa si è visto soprattutto quest'anno. Il 3-5-2, come vedremo nello specifico in una delle prossime puntate, è un modulo che non prevede sovrapposizioni, ossia gli schemi di gioco più utilizzati nel calcio attuale. In attacco il Napoli ha quasi sempre utilizzato uno solo dei due schemi possibili per la prima linea. Le sponde del centravanti, principalmente aeree con lo schieramento di Sosa, con palla a terra utilizzando Zalayeta, hanno caratterizzato il gioco azzurro.

 

Partendo da questi presupposti puramente teorici, è possibile ricostruire l'evoluzione tattica del calcio passando per le diverse filosofie, le mode e gli aspetti culturali che hanno influenzato il modo di stare in campo giocando a calcio.

Noi italiani, ad esempio, siamo i maestri dell'impostazione difensiva e di conseguenza, ci sono stati nella storia del nostro calcio tanti grandi portieri e difensori. La nostra cultura si contraddistingue da un legame con la famiglia molto forte che tende a conservare le tradizioni o lo "status quo" delle cose. Questa filosofia di vita ci porta ad essere restii a rischiare, a fare qualcosa d'insolito e tutto ciò si riflette inevitabilmente anche nel gioco del calcio dove innanzitutto bisogna badare a difendere ciò che si possiede senza troppi rischi.

Completamente opposto è l'approccio sudamericano e in particolare, quello brasiliano. Il Brasile è stato un paese povero e la fantasia, il sogno, è sempre stato l'unico modo per evadere da una realtà della quale c'era poco da conservare. Il calcio è quindi fantasia, rischio, voglia di divertirsi. Napoli, sotto certi aspetti socio-culturali, somiglia al sudamerica e infatti, brasiliani e argentini sono i calciatori che maggiormente stuzzicano la fantasia dei tifosi azzurri che hanno assistito, tra l'altro, al primo prototipo italiano di calcio offensivo con il Napoli guidato da Vinicio verso la metà degli anni 70'. Non è un caso che i napoletani ricordano con piacere quel Napoli che osava, rischiava, divertiva e spesso vinceva.

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