Corbo: "Silenzio stampa? Clima da vecchio Afghanistan"

Antonio Corbo, giornalista di "Repubblica", è intervenuto a Radio Gol, criticando il silenzio stampa imposto ai calciatori azzurri e analizzando gli ormai cento giorni di digiuno dalla vittoria
20.04.2009 16:06 di  Amodio Viola   vedi letture
Corbo: "Silenzio stampa? Clima da vecchio Afghanistan"

Antonio Corbo, giornalista di “Repubblica”, è intervenuto a Radio Gol di Kiss Kiss Napoli, criticando il silenzio stampa imposto ai calciatori azzurri e analizzando gli ormai cento giorni di digiuno dalla vittoria. Ecco quanto evidenziato da Tutto Napoli.net: “Comincio ad annoiarmi a scrivere perché il Napoli non ha vinto anche quest’altra domenica. Dovendo affrontare l’intertoto, si è puntato molto sulla velocità e poco sul fondo, applicando una preparazione atletica che sarebbe risultata deficitaria a lunga andare. Inoltre la vita notturna, la presunzione, la poca umiltà di alcuni calciatori ha fatto il resto. Dalla gara col Toirino si era capito che la benzina era finita. Il Napoli avrebbe dovuto avere una squadra di professionisti che avrebbero dovuto rinunciare a parte delle festività natalizie per rifare una preparazione atletica adeguata. Purtroppo questo non è stato fatto e la squadra è scoppiata nelle mani del povero Reja. Il presidente ha poi preso in prima persona la decisione di cambiare la guida tecnica, scegliendo un allenatore non tanto per bravura professionale, ma per conoscenze. Se Donadoni era un grande allenatore restava sulla panchina della Nazionale, non veniva di certo esonerato.

Di fatto il cambio di allenatore non è servito a nulla, ma bisogna avere fiducia ripartendo propria dalla prossima gara. La partita in notturna per domenica prossima con l’Inter può essere l’occasione buona per rimettere in moto la squadra. Il silenzio stampa? Al Napoli c’è un clima da vecchio Afghanistan. I calciatori azzurri sono fortunati a non essere donne, altrimenti Marino e De Laurentiis li avrebbero costretti a mettersi il burka. Gli azzurri sono imbavagliati, non possono gestire la prorpia immagine. Farsi intervistare, raccontare un gol, un emozione, far conoscere il proprio pensiero è un modo come un altro per farsi amare anche dai propri tifosi. Altrimenti si è sepolti vivi e imporre questo burka significa che il Napoli è una squadra malinconica. Sono contrario al silenzio stampa, quando non è un esplicita richiesta dei calciatori. E’ un modo di gestire il rapporto con la stampa che non condivido, ma anche nei confronti dei calciatori ”