Marino a "Sotto Rete": "Napoli, da tifoso te lo ordino: voglio vederti in Champions! Lo dissi a Donadoni quando eravamo quart'ultimi che è una squadra fortissima"

"Questa squadra è fortissima, può ambire anche al terzo posto". ALL'INTERNO L'AUDIO DELL'INTERVISTA
08.01.2010 22:50 di  Vincenzo Balzano   vedi letture
Marino a "Sotto Rete": "Napoli, da tifoso te lo ordino: voglio vederti in Champions! Lo dissi a Donadoni quando eravamo quart'ultimi che è una squadra fortissima"

L'ex Direttore Generale del Napoli, Pierpaolo Marino, è intervenuto a "Sotto Rete" su Tuttonapoli Tv, rilasciando un'intervista in cui sono stati affrontati tanti argomenti. Ecco quanto evidenziato da Tuttonapoli: "Il calcio mi manca pochissimo. Guardo le partite da spettatore, e naturalmente seguo da tifoso il Napoli. Quando sono andato via ho detto che questa era una squadra fortissima, che non poteva che lottare per l'Europa. Il tempo è galantuomo, nel bene e nel male è la squadra che ho costruito io. Se le cose fossero andate male molti di più si sarebbero ricordati che l'ho creata io, forse anche qualcuno che opera all'interno del Napoli, ma sono felicissimo che tutto vada benissimo. Si è ritrovato un equilibrio grazie a Mazzarri, che ha ristabilito quelle regole comportamentali che io non avevo potuto più stabilire nell'ultima gestione tecnica. Non so quando si è incrinato il mio rapporto con il Napoli, io ho avuto piena autonomia fino ad un certo punto, poi non l'ho avuta più. Ho dovuto gestire con autorità la situazione Napoli, ora tutti parlano di Europa, ma negli anni precedenti nessun dirigente aveva avuto i risultati che noi siamo riusciti a raccogliere, non è un caso che si facesse più serie B che serie A"

I CONTI TORNANO - "Tengo a sottolineare l'aspetto dei bilanci - ha detto Marino a "Sotto Rete" - perchè io ho impostato una società che sa autogestirsi, e questa è stata un'impresa più grande dei campionati vinti. De Laurentiis non ha mai fatto mancare le anticipazioni che servivano, ma questo è un Napoli che sa autogestirsi grazie all'imput che ho dato io. Il parco giocatori? Al di là dei Lavezzi ed Hamsik, c'è Pazienza per esempio che ho voluto con me prima ad Udine e poi anche a Napoli. E qualcuno mi ha criticato per averlo portato in azzurro. Una politica come ho fatto io a Napoli, simile a quella che fanno club prospettici come Udinese e Fiorentina, a Napoli non era mai stata fatta, io ho avuto coraggio a rischiare e ci sono riuscito. I diritti d'immagine? De Laurentiis ha introdotto una grossa novità nel calcio italiano, e a dir la verità tranne che nel caso di Obinna non abbiamo mai avuto problemi nelle trattative, anche con calciatori importanti come Quagliarella. Quello che mi sento di dire però, è che il Napoli deve dotarsi di una struttura in grado di far fruttare molto meglio questi diritti".

EMOZIONI E VERITA' - "Nella mia seconda esperienza a Napoli l'emozione più grande è stata sicuramente l'ingresso in campo al San Paolo contro il Benfica, e poi anche la partita con il Milan che di fatto eliminammo dalla Champions League. Una cosa che non rifarei? Non lo so, io credo che il tempo ristabilirà la verità, io sono quello che ha vinto uno scudetto a Napoli e che ha contribuito a ricreare questa società dal nulla dotandola di un bilancio sanissimo. Almeno possiamo dire che nelle mie due avventure ho portato fortuna! Cosa manca a questo Napoli per ambire alla Champions? Niente. Lo dissi già a suo tempo, quando le cose non andavano bene, e Donadoni disse "ma come fa Marino a dire che questa squadra è fortissima?". Credetemi, a questa squadra non manca niente per ambire al terzo o al quarto posto. Con l'acquisto di Dossena si è stata ulteriormente rinforzata, però dobbiamo dire che anche Aronica ha fatto bene. Io credo che per il Napoli siano due le posizioni in ballo per agguantare un posto in Champions".

MAZZARRI - "Avemmo un incontro segreto - continua Marino a "Sotto Rete" - quando ci fu il litigio tra Reja e De Laurentiis. Lo avrei voluto fortemente, lui però aveva un contratto ancora lungo con la Sampdoria e parallelamente le cose per noi si aggiustarono, alla fine del campionato non avremmo mai potuto mandar via un allenatore che al primo anno di serie A aveva raggiunto la qualificazione all'Intertoto. La trattativa sfumò quasi con naturalezza"

EQUILIBRI - "Se il Napoli mi richiamasse? Si è chiuso un capitolo, loro non hanno bisogno di me e io non avrei nemmeno tutti quegli stimoli che avevo all'inizio. L'anno scorso chiudemmo il girone d'andata a 33 punti, quello di ritorno fu pessimo per un problema di equilibri interni che si erano rotti che poi più avanti approfondiremo, non fu assolutamente una questione di condizione fisica. Come ho scoperto Lavezzi? Guardo i dvd dell'Argentina continuamente e mi confronto con i miei osservatori. Ci innamorammo del Pocho e poi chiesi consigli a Ramon Diaz, che mi diede le conferme che cercavo. Cosa auguro al Napoli? Auguro, anzi glielo ordino, di farmi vedere da tifoso la Champions League"

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