Jimmy Fontana su Napoli - Palermo e sulla scuola italiana dei portieri

L'ex portiere di Napoli e Palermo ai microfoni di Palermo24.net
16.01.2010 11:00 di  La Redazione   vedi letture
Jimmy Fontana su Napoli - Palermo e sulla scuola italiana dei portieri
TuttoNapoli.net
© foto di Federico de Luca

"Sono due squadre che possono ambire alla Champions, non sarà facile però possono puntare a questo traguardo. Sarà una bella serata. Un X è il risultato più indicato, però guardando il potenziale presente in campo può succedere di tutto". Lo ha dichiarato l'ex portiere di Napoli e Palermo, Alberto Fontana, in esclusiva ai microfoni di Palermo24.net. Con Fontana abbiamo affrontato anche altri argomenti, come l'exploit del suo 'allievo' Salvatore Sirigu.


Jimmy, il Palermo è stato eliminato dalla Coppa Italia. Può essere un campanello d'allarme o ci poteva stare?


"No, una partita singola fuori casa si può perdere. E' un peccato però ci sta, non ritengo che sia un campanello d'allarme, assolutamente. Il Palermo è una squadra giovane e con entusiasmo. Conosco molti ragazzi che giocano in rosanero e vedo uno zoccolo duro importante con calciatori come Balzaretti e Bovo, che con la fantasia di Miccoli può arrivare lontano. A proposito di Federico, si è guadagnato il rinnovo e la stima sul campo perché ha fatto due stagioni incredibili e credo che possa ambire ai Mondiali, lo dice il campo".

Chi porteresti al Mondiale tra Dossena e Balzaretti?

"Secondo me Fede è a livelli importanti, però non mi permetto di dare dei consigli a Lippi. Non conosco Dossena e ho molta simpatia per Federico, sceglierei Balzaretti ma non devo certo dare consigli al ct della Nazionale".

Da Zenga a Delio Rossi, il Palermo ha cambiato ruolino di marcia. Secondo te cosa è cambiato?


"Mi è dispiaciuto per Zenga perché è una persona per la quale ho grande simpatia. Delio Rossi è un allenatore importantissimo, sicuramente a livello mentale i giocatori saranno stati spronati. Il cambio di allenatore crea questo, un giocatore si rimette in discussione".

Delio Rossi è tornato a quel 4-3-1-2 che lo scorso anno, in casa, ha fatto le fortune del Palermo. E' questo il modulo adatto ai rosanero?


"Quando un allenatore sceglie un modulo, evidentemente è perché i calciatori possono giocare in una determinata maniera. Con Fabio Liverani che detta il gioco questa squadra rende molto bene con il 4-3-1-2".

Hai avuto modo di vedere il calciatore rosanero più discusso dell'ultimo periodo, Javier Pastore?

"E' bravo, ma per ambientarsi nel campionato italiano occorre un po' di tempo, poi è un ragazzo molto giovane. Sinceramente non l'ho visto più di tanto perché di solito seguo gli spezzoni principali delle partite. Ho visto più all'opera Srigu..."



Sirigu che è ormai una certezza...

"Non sono per niente stupito che si stia confermando a questi livelli, ma anche Rubinho è un ottimo portiere che magari non è partito bene. Io sono stupito quando vedo certa gente in serie A, non Sirigu. Totò è giovane, arriverà qualche errore ed è lì che un portiere deve essere tranquillo perché non esiste il portiere che non sbaglia, quando arriverà l'errore, perchè, speriamo il più tardi possibile, arriverà, lui è intelligente e saprà gestire anche questi momenti".

Mondonico lo ha paragonato a te per la tranquillità che dimostra in campo, anche nei momenti difficili. Sei d'accordo?

"Io sono un uomo di Mondonico, il mister è sempre molto gentile con me (sorride,ndr). Totò è lì perché se lo merita, non sono stupito di vederlo in una squadra importante con il Palermo. Quando ti alleni per un anno con dei giocatori che fanno il tuo ruolo ti puoi sbagliare, ma è difficile, che quando ha determinate capacità possa fallire, poi ci vuole fortuna e la testa per gestire il successo perché a volte il successo può dare alla testa".

Ti rivedi un po' in lui?

"Un po' si. Ho sempre detto a Totò che il grande portiere non è quello isterico che se la prende con qualcuno, il grande portiere è quello che si sa mettere in discussione e dice la parola giusta al momento giusto, perché ti devi fare voler bene da chi ti gioca
davanti. Non puoi dare sempre la colpa a qualcuno".

Si parla di una scuola italiana dei portieri in crisi però Sirigu, Marchetti, Mirante e altri dimostrano che non è così...


"Il futuro del portiere è l'atleta che salta. Il problema dei portieri sono i preparatori che sono rimasti agli anni ottanta, fanno correre dietro al pallone. Il portiere di ora se non vede da fermo non può giocare a certi livelli. Il problema è tutto nei preparatori che sono rimasti ai loro tempi e non tutti sono intelligenti a capire che il pallone va più forte e il calcio è cambiato. Io sono stato fortunato perché soprattutto a fine carriera ho incontrato gente a fine carriera che ha capito che questo ruolo è cambiato".

In futuro chissà, Jimmy Fontana potrebbe intraprendere una carriera da preparatore dei portieri...



"Non credo, non è il mio ruolo. Assolutamente".

Quindi ora ti godi la famiglia...

"Ho detto basta, sarei andato solo con ex allenatori o con determinate squadre. Sono andato oltre la più rosea previsione di longevità. Mi godo mio figlio, per fortuna non ho mai staccato con il mio paesino di origine. Ora gioco a racchettoni, che in Sicilia non è uno sport molto conosciuto, è il tennis sulla sabbia. Mi diverto tantissimo".