Parola all'ex: il verbo di Luca Cigarini: "Lavezzi l'uomo più pericoloso"

In collaborazione con TuttoAtalanta le parole dell'ex azzurro
24.11.2011 15:40 di Lorenzo Casalino   vedi letture
Fonte: TuttoAtalanta.com
Cigarini con la maglia del Napoli
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Cigarini con la maglia del Napoli
© foto di Alberto Fornasari

Ex o ex a metà, chiamatelo come volete. Luca Cigarini è uno dei tre jolly pescati dal mazzo degli ex, pronto a rivelarsi la carta vincente. Una sola stagione vissuta in groppa al Ciuccio, non troppo ricca di soddisfazioni e poi via, in un doppio passo di prestiti che, dopo l'esperienza agrodolce di Siviglia, lo ha riportato all'ombra delle Mura. Ovvero il trampolino da cui spiccò il volo verso il Napoli, pagato una dozzina di milioncini (ripartiti tra le Dea e il Parma) nell'estate 2009. Ex a metà, dicevamo, proprio perché il cartellino del Ciga appartiene ancora ad Aurelio De Laurentiis. Approdato nel porto di Bergamo con la formula del prestito (senza diritto di riscatto), il regista emiliano si è subito scrostato di dosso la ruggine: il suo piede ha ricominciato a illuminare la manovra della Dea, rinfrescando i ricordi di chi vedeva in lui un talento nitidissimo. Il cuore dei tifosi l'ha riconquistato immediatamente, la maglia della Nazionale pure.

Dopo il turno di stop contro il Siena, il numero 21 nerazzurro è pronto a vivere la sua serata da ex. Con l'obiettivo di far ricredere chi in lui non ha creduto davvero.

 

Luca, domanda d'obbligo: per te sarà una partita particolare?
“Sì, un po' più dalle altre, ma alla fine vale tre punti. Diciamo che per la squadra è fondamentale, per me ha un pizzico in più d'importanza”.

Denis ieri ha detto che voleva far ricredere qualcuno..
“Vale la stessa cosa, vorrei fargli capire che forse hanno sbagliato alcune scelte: ora sta a me dimostrarlo”.

Ti sei dato una spiegazione del perché le cose non sono andate per il verso giusto?
“Quando c'è stato il cambio del mister, con l'arrivo di Mazzarri, il nuovo allenatore ha applicato determinate scelte. E' giusto che un allenatore porti avanti le sue scelte: io non vi rientravo, ma i risultati gli hanno dato ragione. Sono il primo a dire che se una squadra fa bene è giusto così”.

Sono state scelte tattiche, giusto?
“A centrocampo preferiva due che corressero, che aggredissero. Io ho altre qualità, non rientravo nei suoi piani, e il mister ha fatto altre scelte”.

Come li hai visti in Champions?
“Non mi hanno spaventato, ma hanno dimostrato di essere una grande squadra. Addirittura altre volte ha fatto partite migliori, non è solo da una gara che si capisce lo spessore di una squadra. Il Napoli è ora una grande squadra: dovremo fare del nostro meglio”.

Cosa ha in più questo Napoli rispetto alla tua esperienza?
“Ora hanno un gioco ancora più veloce, con pochi passaggi arrivano nell'altra metà campo rendendosi pericolosi al massimo. Con poco impegno hanno il massimo profitto. Sono cresciuti, la velocità è la loro arma migliore”.

Come si affronta questa gara?
“Dovremo essere ancora più intensi, dovremo dare battaglia ed essere più vogliosi di portare a casa i punti. Con questa mentalità potremmo battere chiunque”.

Può essere un vantaggio affrontarli dopo la loro vittoria contro il Manchester City?
“Hanno sprecato molte energie, poi giocheranno contro la Juve, e forse la loro testa potrebbe avere le tossine della partita con il City. Speriamo che accada...”.

Cigarini avrebbe potuto dire la sua in Champions?
“Non mi voglio esprimere, ormai credo che a Napoli ci siano porte chiuse. Hanno giocatori eccezionali, ma forse non mi sento inferiore”.

Chi temi di più?
“Il Lavezzi di adesso fa veramente paura, mercoledì ha messo in difficoltà da solo la difesa del City. Quando è in forma è davvero pericoloso”.

Cosa succederà a giugno?
“Dal primo giorno il cui sono tornato all'Atalanta, la mia idea - sapendo la volontà del Napoli – è quella, se tutto dovesse rimanere così, è di essere il primo a spingere per rimanere a Bergamo. Spero di non andar via”.

Quanto manca all'Atalanta per arrivare al livello del Napoli?
“La strada può essere questa, ma manca davvero tanto. Il Napoli è al settimo anno dell'era De Laurentiis, è cresciuto esponenzialmente ma è servito tempo. La strada è però giusta”.

 

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