Confessioni di un Innominabile

Riceviamo e pubblichiamo le riflessioni dell'avvocato e scrittore Gianni Puca
17.04.2012 15:22 di  Redazione Tutto Napoli.net   vedi letture
Confessioni di un Innominabile
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© foto di Federico Gaetano

Premetto che non sono un esperto di diritto sportivo, ma il principale principio che ho imparato durante i miei studi di giurisprudenza è che alla base di ogni norma, che sia di diritto civile, penale, amministrativo o sportivo, ci deve essere una ratio. Se non c'è logica non c'è legge!
Ho letto su quotidiani sportivi diversamente meridionali che il Napoli rischierebbe pesanti penalizzazioni per presunti tentativi di combine da parte di un ex calciatore del Napoli, che era un ex calciatore anche negli ultimi anni in cui è stato tesserato, e di cui non farò mai il nome per violente reazioni epidermiche che il nome di questo soggetto mi provoca, dopo aver letto quanto da lui dichiarato.
Alcune precisazioni sul punto credo siano importanti prima di infangare una società sana e una città come Napoli, che vive di questa meravigliosa passione che è il calcio.
L'illecito sportivo è un reato a consumazione anticipata, cosiddetto "reato di attentato", nel senso che si configura anche se poi il risultato illecito perseguito poi non viene di fatto raggiunto. Tuttavia, affinché la condotta posta in essere abbia una rilevanza disciplinare, occorre che abbia una idoneità causale per il conseguimento del fine auspicato. Ossia, occorre che venga superata sia la fase della ideazione che quella preparatoria, e si traduca, pertanto, in qualcosa di apprezzabile, concreto ed efficiente per il fine illecito perseguito. Nella fattispecie, l’Innominabile ex terzo portiere del Napoli non ha partecipato ad alcuno degli eventi sportivi oggetto di indagini (partite Samp-Napoli e Napoli-Parma) e quindi in nessun modo poteva influire direttamente sul risultato. Quindi, contattare lui per alterare il risultato sarebbe come contattare il magazziniere o il fotografo ufficiale. Quest'ultimo, secondo indiscrezioni, che per assurgere quantomeno ad elementi di prova hanno bisogno di riscontri certi, avrebbe contattato dei compagni di squadra (Grava, Cannavaro e Mascara, nelle diverse circostanze) che si sono però categoricamente rifiutati di accettare la proposta e, a dire dello stesso Innominabile, si sarebbero anche con lui indignati. Quindi tra i tentativi posti in essere dall’Innominabile e dai suoi compagni di merende non tesserati del Napoli non vi sono fatti idonei a raggiungere il risultato illecito perseguito. Pertanto, alcuna responsabilità, neppure oggettiva può essere addebitata al Napoli. Ma, al limite, è possibile, sempre che venga provato il tentato coinvolgimento dei predetti calciatori del Napoli, che questi ultimi vengano puniti per omessa denuncia, che è cosa ben diversa dall'aver commesso un illecito sportivo, e non può comportare per la società nessuna responsabilità, neppure oggettiva. Il codice di Giustizia sportiva, per i casi di omessa denuncia prevede squalifiche e ammende per i tesserati responsabili di tale omissione. 
Nella fattispecie, tra l'altro, il risultato che terzi cercavano di perseguire era la sconfitta del Napoli, quindi la società sarebbe in ogni caso parte lesa e non corresponsabile. In estrema sintesi, nella fattispecie, si tratterebbe di un tentativo, attraverso mezzi non idonei a raggiungere lo scopo, ad organizzare un illecito a perdere. Tentativo che non è punibile non per il fatto che il reato non si è consumato, ma perché è rimasto nella fase della ideazione, considerato che la fase preparatoria neppure può considerarsi configurata, atteso che i soggetti chiamati ad agire per la realizzazione dell’illecito si sono rifiutati, che è cosa ben diversa da aver accettato di falsare il risultato e non esserci riusciti.
Ma “apprezzabile” appare da un certo punto di vista il tentativo, questo sì idoneo, di certa stampa di destabilizzare le società sportivamente nemiche, anticipando loro sentenze di condanne nonché cessioni eccellenti e surreali, come quella di Cavani in cambio di residuati bellici. 

Gianni Puca