Sarri alla Rai: "Che mi frega del rinnovo? Sono nel calcio dal '72 e mi gioco la Champions"

Maurizio Sarri, tecnico del Napoli, parla ai microfoni di Rai Sport dopo la vittoria contro il Torino
09.05.2016 07:00 di  Redazione Tutto Napoli.net  Twitter:    vedi letture
Sarri alla Rai: "Che mi frega del rinnovo? Sono nel calcio dal '72 e mi gioco la Champions"
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© foto di Antonello Sammarco/Image Sport

Maurizio Sarri, tecnico del Napoli, parla ai microfoni di Rai Sport dopo la vittoria contro il Torino: "Il Napoli ha fatto benissimo per 65' finché non ha preso il gol del 2-1 e lì ha visto vecchi fantasmi. Lo ritengo un passo in avanti, anche se al 60' il risultato poteva essere molto più ampio. Abbiamo concesso poco in un momento in cui l'inerzia poteva essere sfavorevole. Il Frosinone? Il pericolo è quello di sottovalutare partite che sembrano segnate. Il San Paolo deve darci una mano, sarebbe qualcosa di grandioso per noi".

A che punto siamo col rinnovo?
"Il punto è sempre lo stesso. Due-tre mesi fa abbiamo detto di vederci a fine campionato e siamo sempre lì, volevamo concentrarci sul campionato che non è ancora finito. L'appuntamento è per il 15 o il 16. Io sono entrato in un campo di calcio nel '72 e domenica mi gioco la Champions, che cacchio me ne frega del contratto in questo momento?".
Hamsik?
La sensazione era che gli ingressi di Marek da dietro dessero più fastidio che gli attaccanti, per questo lo abbiamo fatto svariare più spesso. C'è stata un po' di tensione nel gestire il finale, la partita era molto importante per noi".
Ha scoperto qualcosa di più come uomo e allenatore alla sua prima grande panchina?
"Mi sento lo stesso di prima, con i miei pregi e i miei difetti come tutti. Il rapporto co questi grandi giocatori è qualcosa che segna, qui basta spiegare un movimento e loro te lo fanno subito alla perfezione. È stato anche più facile".
Quanto è importante che la squadra cresca e superi certi momenti?
"Dobbiamo cercare di contenerli e limitarli, ma ho notato in queste due partite che abbiamo fatto qualche minuto con meno rabbia quando pensavamo di non poter più perdere. Per vincere una partita servono 90' di sacrifici, ma per perderla bastano 10 secondi di disattenzione".