ADL svela tutto a BeIn Sport: "Higuain? Famiglia divisa, non voleva più un compagno. E' uno straniero. Diego? Guiderà i Napoli nel mondo. Vi racconto l'acquisto del Napoli e l'inizio con Sarri..."

06.02.2017 20:02 di Redazione Tutto Napoli.net  Twitter:    vedi letture
ADL svela tutto a BeIn Sport: "Higuain? Famiglia divisa, non voleva più un compagno. E' uno straniero.  Diego? Guiderà i Napoli nel mondo. Vi racconto l'acquisto del Napoli e l'inizio con Sarri..."

Aurelio De Laurentiis ha parlato ai microfoni dell'emittente Bein Sport, soffermandosi su diverse questioni legate alla squadra, Sarri ed Higuain: “E’ un po’ complicato parlare della mia entrata nel mondo del calcio. Tutti sono estremamente tifosi, io lo sono diventato. Ho capito la filosofia del calcio attraverso la filosofia che conoscevo molto bene che è quella napoletana, una filosofia di vita tutta particolare. Avevo sempre immaginato di unire i contenuti filmici e quelli dello sport. Per un italiano la cosa più popolare è il calcio a livello di sport, mentre nel cinema quello americano. Nel 2004 mentre ero a Los Angeles e stavo finendo un film con Angelina Jolie, Gwyneth Paltrow e Jude Law,  ho detto ‘ragazzi abbiamo finito di girare, prendiamoci delle sane vacanze e ci vediamo a settembre’. Sono venuto a Capri che per me è una seconda casa, aprendo i giornali ed ho vista una cosa incredibile, che il calcio Napoli non esisteva più. Ma come, la squadra famosa in tutto il mondo grazie al suo ambasciatore Maradona non esiste più? Mi sembrava un incubo, quasi uno scherzo della natura. E allora mi sono subito informato con i miei avvocati, c’erano dei pretendenti che volevano comprare la squadra. Non sapevo che non essendoci più mi avrebbero fatto partire dalle serie basse, pensavo che si ripartisse subito alla grande.

Quando pagai i 32 mln ebbi un pezzo di carta, e dove erano i giocatori? La squadra? Il centro sportivo? Lo stadio di proprietà? Mi dissero che quella era una città ferita a morte, una città piegata su se stessa, dove lo stadio appartiene al comune ed il Comune sono 30 anni che non fa un lavoro nello stadio. Mi dissero perché dissero che mi venivano incontro, mi facevano partire dalla Serie C invece che dalla Serie D.

Cosi cominciò la mia esperienza, da Hollywood comincia ad andare su tutti i campi di serie C, tutti io paesini dove tutti mi volevano ammazzare, mi dovevo chiudere negli spogliatoi perché avevamo gli sputi sulla testa. Poi mi ricordarono che c’era un film che doveva uscire e tornai ad Hollywood. Galliani fu carino e mi presto due calciatori, uno si chiama Abate che milita ancora nel glorioso Milan.

Real Madrid? Abbiamo giocato contro il Barcellona nel famoso ‘Gamper’, una seconda volta a Ginevra d’estate. Non mi era mai capitato di giocare contro il Real Madrid. Secondo me nessuna squadra è imbattibile, sono molto le circostanze che determinano il risultato della partita. Il Napoli è cresciuto molto in questo anni, è l’unica squadra italiana che da sette anni gioca in Europa, credo che la Juventus siano cinque anni. Il fatturato che fa il Napoli è forse un quarto di Real Madrid, Manchester City o Manchester United. Al di là del fatto che poi molto spesso i proprietari di queste squadra hanno caratteristiche diverse.

I tifosi pretendono di dire, lor hanno un concetto che appartiene all’antichità, cantano ‘il calcio siamo noi’. Io lo capisco, anche io al posto loro direi così, però il calcio moderno non si basa più sui 10-20 mila frequentatori dello stadio assidui che vengono sempre. Noi abbiamo 4 milioni e mezzo di tifosi in Italia ed altrettanti nel mondo, e vogliamo dire che tra questi tifosi quelli veri sono soltanto due milioni? Ma nemmeno questo due milioni verrebbero allo stadio.

Ormai con la nuova tecnologia lo stadio si è virtualizzato. I giovanissimi che sono abituati a giocare sul web con i computers e le maschere tridimensionali, non hanno quella capacità di resistenza per un’ora e quarantacinque compreso l’intervallo. Vogliono vedere le sintesi, vogliono interagire, e per farlo vogliono degli strumenti tecnologici adatti. Il mondo del calcio e dei tifosi è in grande trasformazione, anche gli stadi di calcio che una volta venivano concepiti come l’Allianz Arena o i grandi stadi inglesi non hanno più senso, perché noi tra dieci anni avremo degli stadi come teatri da 10-15-20 mila posti.
 
Credo che tutte le squadre debbano temere la squadra rivale. Il Napoli ha più fame del Real Madrid che ha vinto di tutto e di più, e che in fondo viene dall’essere il campione della scorsa stagione. Se il Real Madrid dovesse perdere lo scettro, ed anche se dovesse battere il Napoli non è detto che poi riuscirebbe a vincere ancora, non sarebbe un dramma. Per il Napoli vincere sarebbe un atto eroico, ci sono partite che valgono più di un campionato o tutta la competizione.

Se il Napoli vince contro la Juventus andata e ritorno, se dovessimo passare il turno contro il Real Madrid, varrebbe tutta l’annata. I ragazzi saranno carichi di entusiasmo, il pubblico ci accompagnerà, i tifosi saranno alle stelle ed è quello che mi fa piacere. Regalare sogni è quello che viene nel mio Dna da produttore cinematografico.

Higuain ha una famiglia straordinaria, divisa in due bilance: una bilancia che è più sentimentale, rappresentata dal papà e dallo stesso Higuain, ed una bilancia più commerciale rappresentata dalla mamma e dal figlio Nicolas. Ci siamo incontrati con papà e Nicolas esattamente nella stessa postazione dove abbiamo fatto il primo contratto all’aeroporto di Venezia. Nell’estate del precedente l’ultima stagione che ha giocato con noi, feci la proposta di innalzamento di uno stipendi già alto per Gonzalo. Tant’è che di fronte alla mia proposta il papà ed il fratello si ritenevano sufficientemente soddisfatti, ed abbiamo rimandato alle settimane successive la definizione cartacea di questa prosecuzione. Il contratto non era finito, mancavano ancora due anni.

Le priorità in una giornata di lavoro non sono solo Gonzalo Higuain, ma ce ne sono migliaia. A più riprese abbiamo contattato il signor Nicolas, e lui verso il mese di gennaio ha cominciato a dire ‘tu non ha una squadra forte’, allora io rispondevo sempre ‘è strano, tu non hai fiducia in tuo fratello e lo offendi’. Lui mi disse ‘no ma lui non vuole giocare con tizio’ ed era un giocatore straniero che sta militando ancora con noi e sta lavorando benissimo, e poi mi disse non vuole giocare neanche con caio. Allora gli dissi ‘tu credi che il giocatore faccia il risultato?’, tanto è vero che il Leicester ha battuto in Inghilterra squadra con i giocatori più forti. Sembrava che lui volesse avere una squadra di star piuttosto che stare in una squadra dove io ho sempre detto che dovevamo scoprire nuovi talenti, scoprendo nuovi giocatori.

Benchè io avessi offerto molto più di quello che lui percepisce dalla Juventus, lui è andato lì. Probabilmente ha considerato l’età e giocare in una squadra dove poter essere la prima donna di uno Scudetto, o vincendo anche in Champions. Io glielo auguro, dopo averlo augurato a me ovviamente. 

Io non voglio andare allo stadio perché è fatiscente, ma io ho detto che lo stadio è una toilette sporchissima, utilizzando un termine molto più volgare. Quando io ho scelto Maurizio Sarri c’è stata la rivoluzione in città. Quando abbiamo fatto non-risultato per le prime partite, lui venne da me e mi disse ‘presidente, io gliel’avevo detto. Le prime sei-sette partite le perdo sempre’. Poi gli dissi che doveva cambiare modulo, ed insieme al direttore sportivo siamo andati a convincerlo che doveva passare al 4-3-3, anche perché qui non hai il trequartista come ad Empoli. E lui molto carinamente e molto intelligentemente si è messo a giocare con il 4-3-3 che non utilizzava ad Empoli ed ha cominciato a vincerle tutte una dopo l’altra.

Con Maurizio Sarri c’è una forte sintonia, la diversità dove sta: io sono napoletano, lui è nato a Napoli e si è subito trasferito in Toscana. Io ho fatto molti film con i toscani, sono molto arguti ma si sentono anche i migliori del mondo. Sono dei lupi solitari, non vogliono condividere con gli altri la loro nobiltà, forse perché hanno inventato la lingua italiana e si sentono dei super italiani ad oltranza. Lui è uno stakanovista ma ha in testa solo il calcio, non pensa alla moglie o agli amici, pensa solo al calcio. Per lui è una piacevole tortura.

Maradona innanzitutto ha un suo problema con il fisco italiano. Ancora, secondo le mie informazioni, ancora non ha messo apposto. Se io faccio un contratto a Maradona e lo pago, per il fisco italiano divento anche io passibile e perseguibile, un fuorilegge. Allora bisogna che Maradona risolva il suo problema con lo stato italiano, una volta che avrà risolto questo suo problema per cui non gli sequestreranno più orecchini o orologi, mi piacerebbe fare tanti Napoli nel mondo tutti guidati come creatività da Maradona.

Film? Beh io scelsi Higuain soltanto che in tuffo a Capri si spaccò un zigomo e dovetti sostituirlo con Pepe Reina che è un grandissimo attore. Se dovessi fare un film sul calcio farei la storia Messi, e prenderei Messi che la racconta come se fosse un grande raccontatore e come lui impossibilitato da piccolo è diventato poi il più grande, dal suo impegno è nato il suo successo”.