Da Zero a Dieci: lo sciopero selvaggio, l'abuso di Gonzalo su Naldo, il Chuck Norris napoletano e Fantozzi che chiama i 92' di applausi

24.04.2015 10:30 di Arturo Minervini Twitter:    vedi letture
Da Zero a Dieci: lo sciopero selvaggio, l'abuso di Gonzalo su Naldo, il Chuck Norris napoletano e Fantozzi che chiama i 92' di applausi
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© foto di Daniele Buffa/Image Sport

Zero al primo tempo azzurro. Affisso il cartello "Torno subito", gli azzurri giocano una prima frazione che manda su tutte le furie Rafa Benitez: "Non stanno facendo nulla di quello che avevamo preparato" urla, dalla panchina, lo spagnolo. Squadra a zonzo, quasi in attesa, ad ulteriore dimostrazione del suo masochismo, di essere risvegliata da un gol subito che desse pepe al discorso qualificazione. La solita banda che ama vivere sul filo della crisi di nervi. Non ti lasceremo mai, cantano i tifosi in curva. Non ti capiremo mai, sarebbe coro altrettanto appropriato.

Uno come i gol in Europa League di Callejon. Si è sbloccato Josè, tornato adesso ad avere quel feeling con il gol che sembrava perso. Tre banderillas piantate nelle ultime quattro gare per l'uomo più brillantinato d'Italia (in Europa lo batte solo CR7), tornato spavaldo come un Toni Manero pronto "A farsi il mondo". La sicurezza, quella mancata nei tremendi mesi di astinenza. Datemi la fiducia e, come Archimede con la leva, solleverò questo globo. O almeno inizio con l'Europa...

Due consegne a domicilio di Gonzalo. Per una notte il Pipita veste i panni del "Ragazzo del Pony Express" e come nel tormentone di Jerry Cala regala una doppia libidine a Callejon e Mertens. Abbacinante la superiorità tecnica di Gonzalo, che vede cose che i comuni mortali non possono nemmeno immaginare. Arrivato da un futuro remoto, vede con qualche secondo prima lo sviluppo dell'azione, come nell'assist delizioso a Mertens. Alieno, troppo alieno. Alla faccia di Nietzsche.

Tre minuti di sciopero. Probabilmente per solidarietà alle proteste dei lavoratori per le ultime riforme, il Napoli induce last minute la sua particolare protesta: nessuna difesa dal 71' al 73' della sfida ai tedeschi. Non vengono garantiti nemmeno i servizi essenziali, creando qualche disagio alla psiche dei tifosi che per qualche minuto hanno visto palesarsi lo spettro di un incubo. Tutto, per fortuna, rientrato dopo il secondo gol di Perisic. 

Quattro metri in scivolata, come in una nuova attrazione di Fuorigrotta per Naldo al 60' dopo una finta spacca-caviglie di Higuain. Il difensore del Wolfsburg ha l'onore di provare in anteprima la giostra costruita al San Paolo dal Pipita, senza nemmeno dover pagare il biglietto. E' proprio vero, questi calciatori sono sempre fortunati. Piove sempre sul bagnato.

Cinque alle amnesie difensive di Mesto. Troppe volte perde la retta via nella selva nemmeno tanto oscura. Troppe volte sbaglia diagonali e movimenti che generano puntualmente pericoli alla porta azzurra. Troppe volte ci siamo ritrovati a scrivere queste cose. Troppe volte abbiamo sentito parlare di un possibile rinnovo. E ci è venuto qualche brivido...

Sei reti rifilate in due partite alla corazzata tedesca. Meriterebbero gli azzurri, come Fantozzi quando insultava un'altra famigerata corazzata, circa 92' di applausi per quanto fatto. Nella trasferta in Germania la flotta teutonica è stata deturpata a colpi di cannone pesante, al ritorno è bastato qualche colpettino per completare l'opera e vincere una battaglia che alla vigilia, per alcuni, vedeva il Napoli sfavorito più di quelli buoni nella guerra al Fosso di Helm.

Sette maggio, in campo per una semifinale europea, 26 anni dopo. Lo striscione del traguardo tagliato nella notte è storico, e va celebrato come un qualcosa da annoverare tra le pagine più belle di questa storia azzurra. Allo stesso tempo, per cronaca non per provare a guastare una feste che merita comunque di essere celebrate, appare opportuno ricordare di quanto questa manifestazione sia cambiata dai tempi in cui Maradona la vince in maglia azzurro. Ai tempi solo la vincente del campionato partecipava a quella che è l'attuale Champions. Detto in parole povere, con quel tipo di regolamento, in Europa League ci sarebbero state corazzate come il Barcellona, Real Madrid e Chelsea. Ora, la festa può ricominciare.

Otto alla crescita di Andujar e Britos. "La fedeltà è, per la vita emotiva, quello che la coerenza è per la vita intellettuale: una semplice confessione di fallimento". Usare le parole di Oscar Wilde è il modo più appropriato per celebrare la crescita esponenziale del portiere e del difensore, più volte criticati - anche massacrati, in chiave ironica naturalmente - in questo consueto appuntamento. Meraviglia l'autorevolezza con la quale Mariano e Miguel stanno approcciandosi a queste gare così delicate. La vita è meravigliosa proprio per questo, perchè ti da sempre un motivo per sorprenderti.

Nove alla capacità di incidere di Lorenzo Insigne. Sembra davvero giocare ad un altro sport il Magnifico, quando con la testa alta ispeziona il capo con il suo radar e trova sempre il modo di fare male agli avversari. Visione periferica, destro rubato all'Iperuranio, ed una convinzione nei suoi mezzi che supera di gran lunga quella di Chuck Norris. La notizia più bella è che questo talento pare essersi manifestato solo in una piccola parte dello sconfinato potenziale. Il meglio è ancora nascosto. 

Dieci alla capacità di questo gruppo di andare oltre una situazione che sta diventando davvero ostica. Il ritiro, le continue frecciatine tra Benitez e De Laurentiis, una stampa nazionale che continua ad avvelenare lo stagno con voci fuori da ogni logica (quella di Higuan alla Juve è da denuncia): nulla pare turbare la squadra in queste settimane. Il Napoli ha indossato le cuffie, alzato il volume della musica, avviato la sua playlist personale. In ripetizione continua c'è un solo brano che riecheggia, con la voce di Freddie Mercury: Dont' stop me now...