Da Zero a Dieci: lo sconto di ADL alla Juve per Gonzalo, Insigne zittisce Dybala, i traditori di famiglia ed il giallo su Amazon a Sturaro

06.04.2017 10:49 di Arturo Minervini Twitter:    vedi letture
Da Zero a Dieci: lo sconto di ADL alla Juve per Gonzalo, Insigne zittisce Dybala, i traditori di famiglia ed il giallo su Amazon a Sturaro

(Di Arturo Minervini) Zero titoli. La risentiremo questa frase fino allo sfinimento in queste settimane, come se qualcuno si aspettasse che il Napoli vincesse il campionato o la Champions League (la Coppa Italia è stata sempre considerata una “coppetta” quando è stata vinta). È il lavaggio del cervello che ha portato un ragazzino come Paulo Dybala ad intimare il silenzio a Lorenzo Insigne perché “Non ha vinto niente”. Un modo di pensare asettico, una recessione filosofica difficile da comprendere. La storia è fatta di migliaia di personaggi meravigliosamente belli, a prescindere dai loro trofei. Pensate a Dorando Pietri, entrato nella leggenda per la sua maratona a Londra nel 1908 per una gloriosa sconfitta. Di quella gara nessuno ricorda il vero vincitore, perché lo sport nasce per trasmettere emozioni, non numeri da scrivere su una bacheca che qualcuno modifica a piacimento. “L’uomo è interamente uomo soltanto quando gioca”. 

Uno il cartellino giallo ordinato da Sturaro su Amazon Prime. Questa la decisione estrema del bianconero, che per tutta la gara del San Paolo ha provato a riceverne uno da Banti senza riuscire nell’impresa. Insorge l’associazione dei consumatori: “È inaccettabile che nel 2017 uno juventino debba ricevere questo tipo di discriminazioni”. Quando pensate di essere arrivati al culmine della vergogna, provate ad andare ancora oltre…

Due su due. Chiamasi DNA ed in molti casi non ha bisogno di indagini scientifiche per rintracciarlo. In alcuni casi, lo spessore umano di alcuni personaggi si palesa al mondo in tutta la loro pochezza, al punto da non lasciare dubbi sul legame di sangue che li lega. Per comprendere a pieno la storia bisogna andare indietro nel tempo, anno 1988, quando Jorge (padre di Nicolas e Gonzalo) decide di approdare al River Plate dopo aver giocato con la maglia del Boca Juniors. Come passare dal bere il tè alla Pesca dopo aver bevuto per una vita il tè al Limone. Il tradimento è insito nell’animo dei vili che non riescono ad apprendere una grande lezione. “Non tradire chi ti sorride: potrebbe avere la morte nel cuore e regalarti ugualmente un po’ di vita”. A quanto pare deve essere proprio un vizio di famiglia…

Tre reti segnate alla Juve non sono bastate, per i soliti problemi difensivi. Il tempo di reazione di Reina sul primo gol di Higuain ha ricordato i campionati mondiali di Subbuteo, quando serviva la manina per spingere il portiere. Il ritardo di Pepe su quel tiro è un quadro dei rimpianti, con i colori viziati ed impoveriti dai segni del tempo, che resta grande attore, ma al quale non si possono raccontare bugie. Il tempo non lascia scampo agli alibi, alle attenuanti, è impietoso come una verità che ripetiamo da mesi: il Napoli ha bisogno di un portiere. Un estremo difensore affidabile, in maniera costante, e non intermittente come un tergicristallo nel mese di aprile. 

Quattro sfide con la Juve in stagione e che bilancio? Una vittoria, un pari e due sconfitte. Numeri non esaltanti, ma che vanno analizzati e che avrebbero tutt’altro significato se al posto dell’arbitro Valeri ci fosse stato l’Orsato di turno. In cosa la Juve è stata superiore al Napoli in queste sfide? Intensità? Cattiveria? E poi? Qualità di gioco? Organizzazione? Sarebbe interessante stimolare una grande discussione sull’argomento. Tutta questa differenza, non pare essere emersa. Da un lato la Juve nella sua roccaforte ha tutti i privilegi e quella protezione atavica che non può essere negata. Dall’altra c’è una squadra giovane, che deve fare ancora i conti con la propria incoscienza ma può esultare per una piazza che diventa sempre più consapevole. Insieme si può fare. Insieme si è più forti. Insieme si può colmare questo gap. 

Cinque alla notte da incubo di Chiriches. Come un Conte Vlad al contrario, il centrale rumeno si polverizza sotto ai riflettori del San Paolo. Da una sua follia nasce la confusione che porta al primo gol, sulla seconda rete è colpevolmente in ritardo come la Laurea ad honorem consegnata ad Antonio De Curtis. Vlad è sicuramente un buon giocatore, ma c’è da chiedersi: per le ambizioni del Napoli, i buoni giocatori sono ancora accettabili? O serve altro? Ecco, la risposta è già nella domanda. Senza rancore. 

Sei secondi di disorientamento, possibile attacco di labirintite. Questa la diagnosi per Khedira, che sta ancora cercando di capire come Diawara gli abbia fatto passare la palla per la testa come fosse un pensiero fugace che non riesci più a riprendere. La disinvoltura con la quale questo ragazzo classe ’97 gioca tra mostri sacri del pallone è un manifesto dell’irriverenza, un enunciato di sfacciataggine di chi pare non aver fatto mai altro nella vita. Nell’amarezza per l’eliminazione, godiamoci questa perla nera che farà parlare di sé più di un post di Selvaggia Lucarelli.

Sette a quello che non ha vinto niente. A quello che non ha un nome esotico. A quello che ha il difetto di giocare nel Napoli. Insigne in stagione ha segnato 14 reti e 10 assist, Paulo Dybala 14 reti e 7 assist giocando qualche gara in meno e calciando 6 rigori, tanto per ricordarlo. Da quando si è sbloccato ad Udine Lorenzo è diventato più insostituibile del Fabbricante di Chiavi in Matrix. Con il suo destro non ci sono porte che non possono essere aperte. Con il suo destro, ed una maggiore lucidità nei momenti chiave (scusate la ripetizione), può diventare ancora più letale. 

Otto le reti di Hamsik alla Juve. Vittima preferita e non potrebbe essere diversamente per chi ha mutato il proprio patrimonio genetico diventando parte integrante di questa terra. In letteratura c’è una meravigliosa figura retorica, la sineddoche, con la quale si indica una parte per il tutto. Marek è quella parte che indica Napoli, c’è il respiro affannato di un anziano che sale la scalinata Troisi, i colori gioiosi che si rincorrono nei vicoli, l’aria forte di iodio che ti invade le narici quando ti avvicini al mare. Anche quando sbaglia, Hamsik è Napoli e la sua scelta è un orgoglio da portare con il gonfio petto d’orgoglio. Tra tre reti si accomoderà ai piedi del trono di D10S, pronto ad accoglierlo nell’Olimpo di chi è venuto da lontano e non ha più saputo avere un pensiero diverso da Napoli che per chi la ama è un’inguaribile e dolce ossessione.

Nove-zero, scritto in cifre, come il denaro speso dalla Juventus per versare la clausola rescissoria di Gonzalo Higuain. Nessuna trattativa con il Napoli, solo un calciatore che senza avvisare la società che lo stipendiava è volato in Spagna a fare le visite mediche con un altro club. Alla luce dei recenti episodi, non si può non notare come vendere a 90 milioni uno che VALE così poco sia un meraviglioso paradosso. Proponiamo ad Aurelio De Laurentiis di fare uno sconto alla Juve, perché sul piano umano parliamo di un saldo di fine stagione che è passato tra mille mani, senza mai trovare il vero amore. “Solo i poveri conoscono il significato della vita; chi ha soldi e sicurezza può soltanto tirare a indovinare”. 

Dieci secondi, undici al massimo. Dal primo passo di Mertens in campo alla sua esultanza passa un lampo d’emozioni fugace, giusto il tempo di un conflitto tra razionalità e speranza. La sua corsa verso Neto, il credere all’impossibile, è il primo passo da cui ripartire. Scrivere destini differenti è un potere che appartiene a chi ha la forza di crederci sempre, senza mai pensare che sia troppo complicato. Quella cattiveria di Dries, quella fame, quella convinzione dovrebbe contagiare un gruppo che ha un enorme potenziale ed ancora troppa poca consapevolezza. Queste sconfitte saranno una lezione da non sprecare, un pasto amaro che indurrà maggiore attenzione per il futuro. Bisogna trovare la forza di fare di ogni fine un buon inizio, solo così sarà stato fatto un passo in avanti.