Da Zero a Dieci: Sarri lancia la sfida ad ADL, la guerra interna che ci distrugge, Maksimovic 'in vendita' e la scelta pagata a caro prezzo

26.02.2017 10:52 di Arturo Minervini Twitter:    vedi letture
Da Zero a Dieci: Sarri lancia la sfida ad ADL, la guerra interna che ci distrugge, Maksimovic 'in vendita' e la scelta pagata a caro prezzo
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© foto di Antonello Sammarco/Image Sport

(di Arturo Minervini) - Zero reti segnate in due sfide all’Atalanta. Siamo di fronte ad un fenomeno quasi inspiegabile per una squadra che ha segnato sessanta reti in campionato, una strampalata eccezione che nasconde sicuramente qualcosa di più della mera casualità. Il calcio è alchimia, sostanze chimiche che in un bicchiere si contrastano perché hanno diverso peso specifico. Per Maurizio Sarri il buon Gasperini sembra essere proprio questo, un elemento che non riesce a penetrare e sopraffare. È il vicino di casa di Troisi, il famigerato Angelo che a sette anni “Sapeva le tabelline a memoria, conosceva le capitali di tutto il mondo. Sapeva fare addizioni, sottrazioni, moltiplicazioni, divisioni e suonava pure il pianoforte!”. Ognuno nella vita ha il proprio Angelo. Quello di Sarri si chiama Gian Piero…

Uno il grande sospiro da fare prima di emettere ogni tipo di sentenza. Il momento è troppo delicato per lasciarsi vincere dall’istinto e serve allontanarsi dal quadro per coglierne tutti gli aspetti. Problema fisico o mentale? Carenza motivazionale o di ossigeno? Come sempre nella zuppa dei rimpianti azzurra sono presenti tutti questi ingredienti. Il sapore è amaro, amarissimo. Eppure il grande pranzo deve ancora cominciare e i processi sarebbe meglio posticiparli. Servono soluzioni, non problemi.

Due le sconfitte al San Paolo, inviolato lo scorso anno per l’intero campionato (ko solo in Coppa Italia con l’Inter). A Fuorigrotta il Napoli ha lasciato per strada già 12 punti, dato che fa arrossire nel confronto con la Juventus che allo Stadium ha fatto 42 su 42. La questione diventa ancora più complicata se si considera che nel rendimento esterno gli azzurri hanno raccolto gli stessi punti della capolista. Il gap, dunque, nasce proprio in casa nostra. Quella casa straziata dai contrasti tra un Sindaco zelante nelle parole ed un De Laurentiis che continua nelle sue provocazioni nello stadio da 20mila. “Non c’è nulla di più forte di quei due combattenti là: tempo e pazienza.” Il problema è che stanno finendo…

Tre giorni per una grande occasione. Dimostrare che con l’Atalanta si è trattato di eventi sfortunati, che la squadra ha le palle (si può dire no?) per mettersi tutto alle spalle. C’è lo spauracchio Juve, c’è un timore reverenziale da assassinare con l’audacia di chi adesso non ha niente da perdere. A Torino serve quel Napoli sfrontato, con la voglia di stupire, senza freni e senza retropensieri che ti bloccano. A bloccare il Napoli è probabilmente questa paura di diventare grande, forse meglio affidarsi all’incoscienza di un tempo. “Per riacquistare la giovinezza basta solo ripeterne le follie”.

Quattro come le uscite della collezione “Sto ancora festeggiando per aver venduto Maksimovic al Napoli per 26 milioni” questa settimana in edicola al solo prezzo di 9,99 euro. All’interno potrete trovare tutte le istantanee degli errori del difensore serbo, corteggiato manco fosse Elena di Troia per un anno e mezzo. Accorrete in edicola, la distribuzione è curata da Cairo Editore, naturalmente.

Cinque come gli esami falliti. A quella incapacità di sedersi ad un tavolo per una gara di scacchi ed avere piena cognizione delle mosse da fare. È un’ascesa mancata, un piede che si appoggia su una scalinata che vede svanire i suoi pioli come un’illusione. Cerchi l’appoggio e trovi il nulla. Necessiti di equilibrio ed ottieni instabilità. È un cane che si morde la coda, vittima dei suoi stessi inquietanti errori. Su un ramo che affaccia su un burrone, questo Napoli si lascia sempre vincere dalla tentazione di guardare in basso, perdendosi le infinite possibilità concesse dal cielo. Basterebbe solo battere forte le ali.

Sei reti subite nelle ultime tre gare. La questione, gira e rigira, torna sempre di moda come i cori dei fujenti della Madonna dell’Arco che ti svegliano la domenica mattina. Un incubo, come la fase difensiva che non riesce più a trasmettere quelle certezze che sembravano invece acquisite. Amnesie degne di Tom dieci secondi ne “50 volte il primo bacio” restano uno dei grandi ostacoli all’ascesa definitiva di questo Napoli. Puoi esser bello quando vuoi, ma se nel giorno in cui sei meno bello riusissci almeno ad essere inviolato potresti sentirti come Pina in Superfantozzi con la cintura di castità. 

Sette all’Atalanta. Perchè, se è vero che in casa nostra bisogna provvedere a lavare i panni sporchi, vero è che in una contesa si possono anche riconoscere i meriti dell’avversario. Altrimenti facciamo la fine di quelli che imputano sempre e solo alla sorte la causa dei propri problemi, in un circolo vizioso delle giustificazioni. La squadra di Gasperini ha vinto e lo ha fatto perché ha lottato su ogni pallone, consapevole di ogni giocata e capace di gestire con lucidità i momenti più delicati. “La sconfitta non è il peggior fallimento. Non aver tentato è il peggior fallimento”.

Otto reti di Insigne da Udine a Verona. Un ciclo di partite iniziato ad Empoli, con Lorenzo che contro gli orobici ha disputato la sua ventitreesima partita consecutiva da titolare tra campionato e coppe. Uno sproposito, un segnale tangibile di quella ostinazione di Maurizio Sarri che meno ci piace. Questa caparbietà senza logica, questa poca lungimiranza nella gestione delle risorse può essere la lama che distrugge una tela immacolata. Insigne avrebbe dovuto riposare, perché ci sono risorse valide e perché ne avrebbe avuto bisogno sul piano fisico e mentale. Questo oltraggio al presidente, nel tentativo di rimarcare il territorio come fanno gli animali, ha poco di pensante e troppo di primordiale. Non cadere nella trappola Maurizio, non è una sfida tra te ed Aurelio. Qui si parla di un bene superiore, che non appartiene a nessuno dei due…

Nove, falso oppure originale fate voi, è stato per mesi Mertens. Inspiegabile il calo del belga proprio alle soglie delle gare che contano, sparito da Madrid in poi dal radar azzurro. In queste letture Sarri dovrebbe dimostrare meno romanticismo e maggiore versatilità. Con Pavoletti e Milik in panchina, ed un Dries offuscato, bisognava trovare il coraggio di scelte differenti, senza farne drammi. L’ostinazione è un sentimento complesso da gestire, ha diverse strade ma se le imbocchi sempre ad occhi chiusi può portarti a sbattere la testa contro un muro. Affezionarsi ad un’idea di gioco è tremendamente pericoloso, perché quando trovi una squadra di fronte che riesce a calpestarla non hai più la lucidità per produrne una differente. 

Dieci a chi saprà cogliere questo cambiamento senza isterismi. Un Gregor Samsa che si ritrova nel suo letto con meno certezze e tante più paure, cambiato nella forma ma mai nei contenuti. È il momento di fare vedere cosa vuole essere questo Napoli, di frullare nel mix le varie emozioni ed invertire l’inerzia. “L’energia non è rabbia, né amore né odio. L'energia è semplicemente energia, è neutra. Quella stessa energia diventa rabbia, diventa sesso, diventa amore, diventa odio. Sei tu a darle la forma, è la tua mente: l'energia si limita ad assumerla”. Ora bisogna tramutare tutta questa energia, queste critiche, questi insulti (eccessivi come sempre) in qualcosa di positivo. In molti non attendevano altro che questo momento, per ritagliarsi i loro quindici minuti di celebrità. Accada quel che che accada, il sole tramonta anche sul giorno peggiore…”.