Gonzalo e le infamie ad ADL: un copione già scritto

29.07.2016 07:15 di  Arturo Minervini  Twitter:    vedi letture
Gonzalo e le infamie ad ADL: un copione già scritto
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© foto di Massimo Pinca/Image Sport

Banale, anche oltre il sopportabile dalla demagogia che investe normalmente le parole dei tesserati del mondo pallonaro. Premessa per la lettura: tutti penseranno che sia il solito pezzo per difendere Aurelio De Laurentiis. Perché va di moda pensare che il patron tenga tutti sotto paga (eppure lo sapete anche voi quanto sia parsimonioso!) e perché non esiste più la voglia di confrontarsi. O bianco o nero (che tra l’altro sono due colori che insieme sono orribili) e mai la volontà di lanciarsi nelle pieghe e sfaccettature di una storia. Qui si parla di concetto che poco riguardano il campo da gioco ed investono il saper vivere e relazionarsi con una realtà complessa come può essere la notorietà. Gonzalo Higuain può avere tutte le ragioni del mondo per aver fatto la sua scelta. Una scelta di cui si assume la responsabilità come uomo e come calciatore. Nulla quaestio. Sono affari suoi. Il Pipita, però, poteva risparmiarsela la storia imbastita frettolosamente alla presentazione in bianconero. 

Ha liquidato tre anni di Napoli in poche righe, aggrappandosi all’unica storia possibile per provare a pulire la coscienza. Malcostume tipico di chi ha la coda di paglia: dare la colpa a qualcuno. "Il problema era che non avevo più rapporto con lui. Più di quello era impossibile. Io non avevo voglia di stare un minuto in più con lui, ora ringrazio la società per lo sforzo che hanno fatto per me”. Il veleno riversato su Aurelio De Laurentiis si sostanzia in queste righe e lascia un senso di incompiuto che suona come arrampicata sugli specchi. Ci racconti i dettagli della storia, svisceri l’argomento che altrimenti resta effimero come un coro cantato sotto la curva. Ci spieghi le colpe del patron, le racconti al popolo napoletano senza lanciare il sasso per poi scappare come l’ultimo dei codardi. Spieghi ai suoi ex tifosi, che lo hanno amato come nessuno mai farà, perché è scappato come un ladro, facendo le visite mediche per un altro club quando era ancora a libro paga dello stesso De Laurentiis. Il presidente avrà tante colpe e si porta il fardello di un carattere particolare, ma quando parla ci mette sempre la faccia e non resta mai ai margini del racconto. Gonzalo avrebbe potuto fare lo stesso, avendo eventualmente gli argomenti. Le sue ultime parole sono il grido sibillino di chi prova a sentirsi meno in colpa, per quello che resta uno dei più grandi tradimenti della storia del calcio per le modalità con cui si è consumato. Il Pipita dice, sbattendo subito la porta in faccia al passato, che ora pensa solo alla Juve. È già il tempo per i tifosi del Napoli di cominciare a fare lo stesso. Pensare al Napoli e dimenticare chi non ha saputo fare di meglio che fare la scelta più facile.