La perla di Dries, l’indizio su Milik e il siluro Champions del capitano: la Top10 dei gol più belli del 2016

26.12.2016 08:30 di  Fabio Tarantino  Twitter:    vedi letture
La perla di Dries, l’indizio su Milik e il siluro Champions del capitano: la Top10 dei gol più belli del 2016
© foto di Insidefoto/Image Sport

10^ - Milik in Napoli-Milan 4-2 (Serie A, 27 agosto) - Non è clamorosamente bello, ma è l’indizio sulla peculiarità del giovane attaccante polacco. Il colpo di testa a sovrastare gli altri è la (sua) specialità della casa. In cielo, sospeso, Milik colpisce di potenza ed anche di precisione, raccoglie ed indirizza all’angolino spiegando a gesti cos’è che saprà far meglio da quel momento in poi. Segnerà altri due gol di testa alla Dinamo Kiev prima di arrendersi all’infortunio. Quando tornerà ripartirà da reti come queste. Non male.

9^ - Gabbiadini in Frosinone-Napoli 1-5 (Serie A, 10 gennaio) - Il talento in uno scatto. Impressiona la postura del corpo: Gabbiadini è fermo quando col sinistro a giro calcia all’incrocio, donando potenza incredibile al pallone che s’alza, quasi impenna, prima di scendere alla perfezione, sorprendendo Zappino. C’è tutto del suo repertorio: mancino, potenza, mancino, visione di gioco, classe, mancino. Una rete così bella alimenta il rimpianto per le difficoltà riscontrate in azzurro.

8^ - Hamsik in Besiktas-Napoli 1-1 (Champions League, 1 novembre) - Bello, prezioso, decisivo, vissuto. C’è tutto nella rete alla Vodafone Arena del capitano del Napoli. Col senno di poi, sarà il gol decisivo in chiave qualificazione. Il suo mancino è letale: ha i giri contati e la potenza giusta. È secco, bum. Ed è imparabile. La rincorsa di ottanta metri verso il settore ospiti è l’altro capolavoro del suo minuto di gloria. Hamsik ha orecchie solo per i tifosi: li ascolta col cuore in mano, fiero d’essere bandiera della loro passione. Con gesti simili un gol, seppur decisivo, può anche diventare tremendamente banale.

7^ - Higuain in Frosinone-Napoli 1-5 (Serie A, 10 gennaio) - Premessa: non è questo il modo di affrontare un campione come l’argentino. I difensori sembrano birilli innocui, quasi rassegnati al suo ennesimo capolavoro, fermi, inermi. Ma Higuain si destreggia con estrema eleganza, usa entrambi i piedi con naturale disinvoltura, non s’arrende all’idea di dribblare tutti ed è freddo anche a tu per tu col portiere, quando poteva essere stremato ed invece ha ancora fiato per ragionare e disegnare poesia. Gol. Sai che novità.

6^ - Insigne in Fiorentina-Napoli 3-3 (Serie A, 22 dicembre) - Stop col destro, sfida all’avversario di turno, conclusione potente e precisa che s’infila all’angolino da (quasi) trenta metri. È un arcobaleno di talento la rete del napoletano contro la Fiorentina nell’ultima gara dell’anno, una magia di chi ha saputo ritrovarsi dopo un momento difficile. È classe, astuzia, precisione ed anche rabbia affidata a quel pallone che Tatarusanu prova solo invano ad afferrare, senza riuscirci. I fotografi ringraziano.

5^ - Insigne in Napoli-Torino 2-1 (Serie A, 7 gennaio) - Il gol, e non solo. Il gesto tecnico è straordinario nell’idea prim’ancora che nell’esecuzione. Il napoletano decide di calciare al volo e mentre ci pensa aspetta che la palla scenda al punto giusto per calciarla in quel modo, per farla alzare e poi scendere improvvisamente. Ma prima c’era stata l’ennesima azione corale di una squadra che non sa mai essere brutta e riesce a segnare solo costruendo da dietro con geometria ed organizzazione “Made in Sarri”.

4^ - Milik in Napoli-Bologna 3-1 (Serie A, 17 settembre) – Ma cosa ha fatto? Lo avranno pensato in tanti un secondo dopo la sua rincorsa alla Curva B. Quattro mesi fa l’ex Ajax era (ancora) uno sconosciuto, un giovane di belle speranze chiamato a raccogliere, senza farlo rimpiangere, la scomoda eredità di Higuain. La “mission impossible” è diventata ben più elementare dopo una prodezza come questa, pallonetto a scavalcare il portiere dopo il taglio in area da attaccante navigato. Non solo colpo di testa, dunque. Vuoi vedere che…

3^ - Higuain in Napoli-Genoa 3-1 (Serie A, 20 marzo) – L’urlo del San Paolo, intenso, caotico, è direttamente proporzionale alla prodezza: l’argentino decide di mettersi in proprio a pochi minuti dalla fine della partita, sul risultato di parità, con l’obiettivo scudetto non ancora tramontato. Controlla palla al limite, calcia a giro con un movimento del corpo perfetto che orienta la sfera facendole baciare il palo, distante dai guantoni di Perin. È una rete clamorosamente bella per essere vera. Non è l’unica ma tra le più importanti, sì.

2^ - Higuain in Napoli-Frosinone 4-0 (Serie A, 14 maggio) – È stato bello. Bellissimo. Ora ricordarlo fa quasi male ma in quel momento, in quel preciso istante, tutto sembrava fin troppo incredibile: il record di punti (82), la Champions ritrovata e il sorpasso a Nordahl in rovesciata, con stop e coordinazione incorporata nel giro di pochi centimetri, poi il sorriso di chi era felice soprattutto per sé stesso, meno per tutti gli altri. Di quella notte resterà indelebile il ricordo, null’altro. Tutte le emozioni del momento saranno sempre meno vive. Un vero peccato. 

1^ - Mertens in Napoli-Torino 5-3 (Serie A, 18 dicembre) – E vabbè ma allora… cos’ha fatto Dries? Un capolavoro, e basta. Ha sfidato la fisica col pallonetto da posizione impossibile che beffa Hart ed ogni estremo tentativo di intervento. È un gol voluto, altroché, perché in area nessuno avrebbe potuto usufruire di un cross così. È un tiro che è anche perfezione, coraggio, istinto, talento. È la quarta rete di un pomeriggio memorabile, il regalo consegnato ai posteri e, in quell’istante, agli occhi di tifosi increduli, euforici, col cuore gonfio d’emozione e le mani calde, frenetiche, che non smettevano di applaudire. È il gol più bello perché non è simile ad altri. Impensabile: nasce dalla mente e poi dopo, solo dopo, dai piedi.