Lacrime autentiche di Quagliarella e quelle presunte rivendicate da una stampa ai limiti della tragedia

02.03.2017 17:00 di  Arturo Minervini  Twitter:    vedi letture
Lacrime autentiche di Quagliarella e quelle presunte rivendicate da una stampa ai limiti della tragedia

È una giornata di lacrime. Quelle versate da Fabio Quagliarella nella sua straziante intervista concessa al programma “Le Iene”, dove ha ripercorso l’inferno che ha accompagnato la sua vita dal suo addio al Napoli. Quelle invocate da una stampa ormai schierata e senza limiti, che accusa Napoli ed i napoletani e trova il coraggio di equiparare i casi di assenteismo che hanno fatto scandalo al Loreto Mare con le proteste post-Juve.

Un addio che cambia volto. Quante volte giudichiamo senza sapere, troppe volte non sappiamo e pensiamo di conoscere. Nella partenza in quella notte d’estate che sembrava infrangere un sogno, si era riversato l’odio quasi irrefrenabile di chi vedeva tradito il proprio amore. Quagliarella alla Juventus suonava come una macabra melodia, una pugnalata inspiegabile ed inattesa. Gli occhi ben presto si erano colmati di rancore, mentre quelli di Fabio nel suo privato straboccavano di lacrime per una verità che non poteva essere raccontata. Vittima di una mente contorta, ha dovuto piegare la sua di mente ad una realtà che aveva completamente capovolto gli scenari. Quell’azzurro tanto sognato, che mai avrebbe abbandonato, lasciato alle spalle perché qualcuno aveva coltivato il seme del dubbio sulla sua etica morale. Una violenza psicologica che ti logora, che ti fa sembrare stretto anche uno stadio con cinquantamila persone. Quegli occhi, quelli dei tifosi, hanno improvvisamente visto la luce e cancellato quel rancore di fronte alle nuove rivelazioni. Le scuse servono poco in questi casi. Il calore, quello sì, potrebbe essere una coperta per lenire il grande freddo del passato. Qualcuno ci ricorderà le dichiarazioni al momento dell’arrivo alla Juventus. Ma pensate davvero che la Vecchia Signora gli abbia lasciato la possibilità di scegliere? E su…

Da una storia triste, alla tristezza di una storia ormai nota. Favori arbitrali a favore della Juve e difesa immediata di una certa stampa. Arrivano i rinforzi per i bianconeri, forze armate pronte con il vecchio sistema che per decenni ha portato poi a quel marcio sfociato con Calciopoli, solo punta dell’Iceberg di qualcosa di molto più profondo. La memoria è qualcosa che si vuole cancellare, per ripulirsi la coscienza. Per essere migliori, però, non basta un vestito nuovo. Non ci sarà mai il diritto all’oblio per una società che ha devastato il sogno degli amanti del pallone con quello scandalo che resterà marchiato a fuoco nella storia. Sminuire le accuse, tirare in mezzo personaggi del calibro di Antonio De Curtis, un principe in tutti i sensi, è una caduta di stile abissale, non certo una novità per chi nella quotidianità delle sue edizioni trova sempre un modo per strappare una risata. “Lote”, “Kite”, Sfac**im” non sono di certo parole uscite dalla bocca di Cristiano Giuntoli, come sembra far intendere la vignetta di Tuttosport. Eppure, per compiacere qualcuno, si fa anche questo. Sul “Piagnisteo napoletano” invocato da “Libero” ci sarebbe tanto da dire, così come sul parallelismo tra calcio ed inchieste della magistratura che hanno colpito alcuni medici napoletani. Ma alla fine, ne vale davvero la pena? Virgilio, stanco della pochezza del suo tempo, nei suoi scritti usava la formula “Paulo maiora canamus” letterale “Cantiamo di cose più elevate”. Seguiamo il consiglio, lasciano alle spalle chi di Libero ha soltanto il nome.