Quanto pesa la mancanza di Insigne: a San Siro un suo “gemello” ha accentuato l’assenza

16.12.2014 08:40 di Fabio Tarantino Twitter:    vedi letture
Quanto pesa la mancanza di Insigne: a San Siro un suo “gemello” ha accentuato l’assenza
© foto di Daniele Buffa/Image Sport

Quando il suo ginocchio ha fatto “crac” nella serata del Franchi, nessuno ha pensato di poter rimpiangere Lorenzo Insigne dopo appena tre settimane dal suo stop. L’infortunio ha anticipato di almeno un mese l’argomento calciomercato, ha spalancato le porte ai “pro e contro” Dries Mertens e, infine, ha autorizzato a polemizzare sull’inadeguatezza della rosa.  Qualcuno era convinto di aver perso un attaccante, che poteva benissimo essere sostituito da un altro elemento dello stesso reparto. Ed invece, quattro giornate di campionato dopo, il Napoli non è più lo stesso. E’ meno bello e meno efficace, più allungato e fragile dietro. Coincidenze? Ne dubitiamo. Insigne, col tempo, ha imparato a conoscersi. Se con Zeman ha creduto di poter diventare un goleador insaziabile, a Napoli ha imparato a sacrificarsi e ha affinato le sue doti di rifinitore. Con Benitez, poi, ha scoperto quanto sia gratificante diventare elemento imprescindibile di un modulo super offensivo. Insigne, col passare dei mesi, è diventato ago della bilancia del 4-2-3-1. Un collante tra centrocampo e attacco.

Sempre presente, nonostante alle sue spalle avesse un Mertens tutto guizzi ed inventiva. “Perché non gioca il belga?” si chiedevano in molti. La risposta è arrivata. Senza Insigne, il Napoli ha smarrito l’equilibrio. Non solo esterno. Lorenzo garantiva una soluzione in più ai centrocampisti, oltre che una mano in fase di non possesso e una boccata d’ossigeno ad Higuain e Callejon con quei suoi assist millimetrici che ne alimentavano l’estro e l’imprevedibilità. A San Siro, contro il Milan, il Napoli ha affrontato un “Insigne” vestito di rossonero ed ha capito quanto sia difficile esserne privo. Quel Jack Bonaventura ora in mediana ed ora in attacco, ora centrocampista ed ora esterno che ha infastidito i meccanismi azzurri proprio come Insigne faceva con le difese avversarie. L’arrivo di Gabbiadini completerà numericamente l’attacco, ma non colmerà l’assenza di un calciatore diventato indispensabile solo ora che è fermo ai box.