Tre macigni sul Napoli, ora serve il miglior Benitez

15.09.2014 18:20 di  Mirko Calemme  Twitter:    vedi letture
Tre macigni sul Napoli, ora serve il miglior Benitez
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© foto di Ciro Sarpa

La batosta interna subita col Chievo sta riproponendo, come giusto e prevedibile, tante polemiche su un Napoli che ha iniziato la stagione in maniera disastrosa. E’ vero, il mercato non ha portato i top-players che i tifosi attendevano ma la rosa a disposizione di Benitez era probabilmente in grado di poter far meglio in tutte e quattro le uscite ufficiali giocate finora. La squadra non si sarà rinforzata tantissimo, ma non è di certo più debole: gli acquisti effettuati rispondono alle esigenze tattiche del tecnico e lo zoccolo duro, quello che l’anno scorso fu protagonista di una stagione da record, non è stato toccato. Behrami, Dzemaili e Pandev non erano mai riusciti ad imporsi nel progetto di Benitez, che ha deciso di sostituirli con calciatori più adatti al suo sistema di gioco. Perché, quindi, un avvio così stentato?

CENTROCAMPO  - I problemi che l’anno scorso avevano caratterizzato il centrocampo partenopeo si sono puntualmente riproposti. Al di là delle amnesie difensive dei singoli (Albiol non vive un grandissimo momento di forma, per usare un eufemismo) i due calciatori davanti alla difesa ancora non sono riusciti a garantire quello schermo che il 4-2-3-1 necessita per non essere perforato così facilmente. Forse schierare Lopez, che Benitez ha definito “di ruolo”, insieme a Jorginho che non brilla in fase difensiva potrebbe giovare. Così come affiancare il dinamismo di De Guzman ad Inler. Certo è che la coppia vista ieri non funzionava benissimo l’anno scorso e non ci riesce ora. Serve cambiare.

FRENESIA – Nonostante tutto, comunque, il Napoli continua a creare una mole incredibile di palle gol (ieri ha battuto il record di tiri in una gara di Serie A dal 2004/05, 33) concretizzandone pochissime. Era accaduto nella gara d’andata con l’Athletic, nel secondo tempo a Genova e ieri, col Chievo. Un dominio sterile che è certamente causato dalla voglia di far gol a tutti i costi, con un’ansia da prestazione palpabile che pregiudica la realizzazione. Se i partenopei avessero continuato a giocare con la qualità vista nel primo tempo di ieri il gol sarebbe arrivato, i veronesi si sarebbero aperti e raddoppiare sarebbe stato un gioco da ragazzi. Invece solo confusione, nervosismo e poche idee. Bardi è stato fenomenale (rigore compreso) ma una squadra come quella azzurra deve essere consapevole che con la sua qualità è in grado di trovare la rete in qualsiasi momento e contro qualsiasi avversario. Basta restare calmi.

POLEMICHE – Il clima che circonda la squadra, ovviamente, non è dei migliori. Il Benitez visto sabato in conferenza è apparso sì determinato ma anche nervoso, come non lo era mai stato. Le polemiche che sfociano in alcuni casi in pettegolezzi non aiutano il gruppo, che in campo, come detto sopra, appare tesissimo. E’ un cane che si morde la coda: le critiche, legittime dopo un mercato deludente e l’eliminazione in Champions, innervosiscono la squadra che non riesce a vincere nonostante una gara dominata, causando ulteriori attacchi alla gestione del club. La disfatta di Bilbao brucia, ma siamo appena alla seconda giornata di campionato e senza l’impegno in Champions bisogna puntare a migliorare i 78 punti ottenuti nel 2013/14.

Una situazione esplosiva che solo Rafa Benitez può e deve risolvere: la rosa a sua disposizione è in grado di fare molto, molto meglio, dovrà essere lui a ridare ai suoi uomini la consapevolezza di una forza che l’anno scorso è stata più volte dimostrata. Il tecnico spagnolo, lo certifica la sua carriera, ha tutte le qualità per accompagnare gli azzurri fuori da un tunnel che non deve pregiudicare una stagione appena nata. Nonostante una piazza giustamente in subbuglio.