All. Carrarese a TN: "Gnahoré? Così l’ho trasformato da brutto anatroccolo a cigno. Vi svelo perchè ha scelto Napoli"

27.01.2016 07:41 di  Fabio Tarantino  Twitter:    vedi letture
All. Carrarese a TN: "Gnahoré? Così l’ho trasformato da brutto anatroccolo a cigno. Vi svelo perchè ha scelto Napoli"

Ieri un brutto anatroccolo, oggi un cigno, domani un giocatore affermato. Chissà. Impossible is nothing quando, dopo esser caduti, è forte la voglia di rialzarsi, di rimettersi in riga e di ripartire dal basso. Quasi da zero. Lo ha capito presto, Eddy Gnahoré, classe ’93, vecchia promessa del calcio francese piegato, appena diciottenne, dalla rottura del legamento del crociato anteriore. Con Kondogbia e Pogba aveva condiviso la maglia dell’Under 18. Dopo l’infortunio ha disfatto la valigia dei sogni ed è ripartito dall’Italia, dalla Carrarese, dalla Lega Pro: “Quando si è presentato da noi sembrava un brutto anatroccolo, ora è diventato un cigno”. Gian Marco Remondina, allenatore della Carrarese, è sintetico ed esaustivo nel ripercorrere la sua storia recente: “Ha avuto un passato importante e si è ritrovato in Serie C. Ma non poteva fare altrimenti. Doveva ripartire dal basso ed è stato umile ad accettarlo. Non è da tutti”.

Intervistato da Tuttonapoli.net, Remondina saluta Gnahoré poche ore dopo il suo trasferimento al Napoli e conseguente approdo al Carpi, in prestito per due stagioni: “Mi auguro abbia la sue opportunità e le sappia cogliere. Solo giocando potrà continuare a migliorare e a crescere”. Il suo primo approccio col calcio italiano, a maggio del 2014, è stato tutt’altro che entusiasmante: “Quando è arrivato da noi era molto indisciplinato. Aveva qualità, tecniche e fisiche, ma vagava per il campo, senza senso, quasi a vuoto. Ora ha trovato la sua dimensione tattica”.

Che giocatore è? “Eddy è un centrocampista centrale, bravo ad inserirsi. È molto alto ma è rapido nei movimenti, nelle gambe, nel breve. Ha tecnica, visione di gioco, piedi educati. Calcia da fuori area, sa smarcarsi, vede il compagno posizionato e sa come dargli la palla a terra nel modo giusto. E poi ha grande personalità: per questo ha scelto Napoli”.

In che senso? “È un ragazzo che sa d’esser forte, sa quanto vale e, soprattutto, sa cosa vuole. Meritava una chance in Serie A, aveva diverse richieste ma ha spinto per andare al Napoli. Vuole giocare la Champions League, ce lo ripeteva sempre. Ha le idee chiare perché crede nelle sue potenzialità. Ed ora è anche più maturo. Vuole un esempio?”.

Prego. “All’inizio tardava agli allenamenti ed ha pagato diverse multe. Oggi non ne salta mai uno, neppure quando ha dei problemi. Cerca sempre di esserci. Anche questo fa parte della crescita e ne testimonia la grande intelligenza. Ha sbagliato, ha pagato, ed ha capito che in questo mondo esistono delle regole, esiste la disciplina ed il rispetto dei compagni”.

Qual è il suo ruolo? “Per caratteristiche è un trequartista. Ama offendere, inserirsi, partire palla al piede in velocità. Fino allo scorso anno, per disciplinarlo tatticamente, lo schieravo da mezzala, indifferentemente a destra o a sinistra. Quando ha capito che esiste anche la fase difensiva è tornato a fare il trequartista con grandi risultati. A Carpi, però, potrebbe anche giocare da mediano in un centrocampo a due: è un ruolo che può ricoprire senza problemi”.