Negro e Conte, scorpacciata di gol giovani: il talento ed il rischio di chiamarli predestinati

08.04.2016 17:50 di  Fabio Tarantino  Twitter:    vedi letture
Negro e Conte, scorpacciata di gol giovani: il talento ed il rischio di chiamarli predestinati

Si lavora spesso (anche) di fantasia, infilandosi nel lungo tunnel dei pronostici, dell’azzardo chiamato “scommesse”, dei paragoni scomodi ma allo stesso tempo stimolanti, benzina per i giovani che di talento ne hanno infinito ma sanno bene che sarà ugualmente insufficiente senza carattere, sacrifici e la fortuna di trovarsi – sempre – al posto giusto, nel momento giusto. Però chiamare Antonio Negro e Riccardo Conte predestinati è un gioco neppure troppo forzato, è istinto naturale leggendo le statistiche, spulciando tra le curiosità delle loro brevi ma già ricche carriere di goleador timidi che sanno usare solo quel linguaggio lì.

PREDESTINATI - Più d’una cosa in comune, a partire dal ruolo: attaccante l’uno, attaccante l’altro. Elementare. Ma c’è dell’altro ed è pure interessante: Negro, classe ’98, nativo di Marcianise, provincia di Caserta, lo scorso anno ha esordito in Primavera e nello stesso pomeriggio ha anche timbrato il cartellino, decidendo il match contro il Crotone: 3-2. Era il 17 gennaio 2015. Conte, classe ’99, ex Ischia, ha esordito in Primavera quest’anno, contro il Lanciano, e nello stesso pomeriggio ha anche timbrato il cartellino col gol del 6-0: era lo scorso 27 febbraio. Tempismo perfetto per i due ex bomber degli Allievi, strappati alla propria categoria perché talento, qualità e fisico già ne permettevano l’impiego in Primavera, ad un passo dai grandi. Paragoni? Non basta l’elemento “gol” per definirli simili, perché entrambi arrivano all’obiettivo percorrendo due strade completamente differenti.

DIFFERENZE - Negro se ne frega dell’eleganza e punta tutto sulla potenza, sulla velocità, sull’efficacia di ogni suo movimento. L’istinto del gol è anche il suo più grande limite, perché spesso abbassa la testa e corre, ignorando compagni ed avversari, conoscendo ormai a memoria la via della porta. Ma a 18 anni tutto è ancora concesso, specialmente se il risultato è la palma di capocannoniere: 16 gol in 21 partite nell’anno più buio della Primavera, lontana dai playoff nonostante il tardivo risveglio nel girone di ritorno. E Conte? Qualcuno lo paragona a Neymar per l’aspetto fisico, altri azzardano il confronto per le movenze in campo. Prematuro, anche troppo. Ma alla base c’è la stessa identica volontà – da parte sua – di risultare fantasista e goleador allo stesso tempo, di far gol anche belli, oltre che importanti, di sposare la classe e l’essenza, come in occasione della rete in amichevole di giovedì contro la Frattese. La premessa assai banale è che Negro è già una certezza mentre Conte è appena agli inizi e solo da qualche settimana è regolarmente convocato da Saurini. Ma età e talento sono dalla loro parte.