Primavera, Pasculli a TN: “Persano e Cicerello ricordano Crespo e Lavezzi. Maradona? Ci toglieva dai pasticci”

28.11.2014 16:30 di  Fabio Tarantino  Twitter:    vedi letture
Primavera, Pasculli a TN: “Persano e Cicerello ricordano Crespo e Lavezzi. Maradona? Ci toglieva dai pasticci”
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Il calcio nel sangue, il salento nel cuore. Accomunati dalla stessa passione e da un unico destino. Dalla Puglia alla Campania, dal Lecce al Napoli. E’ la storia di Mattia Persano e Andrea Cicerello, i due calciatori della Primavera giunti alla corte di Giampaolo Saurini ad inizio settembre. Entrambi classe ’96, entrambi attaccanti. Persano, punta centrale, ha sostituito nello scacchiere dell’allenatore il partente Rubino. Cicerello, esterno di fascia, è una delle prime alternative a Liivak e Bifulco. Per conoscerne meglio caratteristiche, pregi e difetti, la redazione di Tuttonapoli.net ha contattato in esclusiva il campione del Mondo con l’Argentina nel 1986 Pedro Pasculli, che li ha allenati nella Berretti del Lecce lo scorso anno: “Come allenatore vorrei sempre avere in squadra ragazzi così. Sono due giocatori con ampi margini di miglioramento, sia umani che calcistici. A Napoli possono crescere e imparare tanto, la società ha fatto bene a puntare su di loro”.

Partiamo da Persano: quest’anno in stagione ha collezionato 10 presenze e 2 gol. Può descrivercelo? “Mattia è una punta centrale, un goleador, un centravanti d’area di rigore. Sa proteggere palla e far salire i compagni, con me ha imparato tanto ed ha fatto anche 17 gol lo scorso anno. Deve ancora crescere fisicamente, anche se non è affatto piccolo. Dovrà integrarsi e prendere confidenza in un contesto diverso, e dovrà anche essere bravo l’allenatore a spiegargli cosa vuole da lui. Cavani, ad esempio, pur non essendo una punta centrale attacca benissimo lo spazio. Ibrahimovic, invece, sa usare il corpo come pochi”.

Adesso Cicerello, un esterno tenuto in grande considerazione da Saurini. Contro l’Avellino è anche arrivato il primo gol con la maglia del Napoli. “Andrea è un esterno di fascia, anche nel mio 4-2-3-1 giocava a destra ma spesso, invertendo le ali, occupava anche la corsia mancina. Fisicamente è basso ma rapido e veloce, e poi è molto tecnico. Punta l’avversario, percorre la fascia avanti e indietro, arriva sul fondo e crossa e, quando può, taglia verso il centro e vede la porta. Limiti? Pecca di personalità, deve credere di più nelle sue potenzialità. E poi deve migliorare in fase difensiva”.



Può farci un paragone per entrambi? “Difficile, anche perché sono ancora molto giovani. Come caratteristiche, Persano somiglia ad Hernan Crespo per il modo in cui protegge palla ed attacca lo spazio in profondità. Cicerello, invece, mi ricorda Lavezzi. Entrambi fisicamente molto simili, entrambi rapidi, veloci, bravi a saltare l’uomo e fare gol”.

Crespo e Lavezzi, due argentini come lei. Che ricordi ha di quel Mondiale del 1986? “Vincerlo è stato come toccare il cielo con le mani, il massimo traguardo che un giocatore può raggiungere”.

E cosa ci dice di un certo Diego Armando Maradona? “Beh, parliamo del giocatore più forte al mondo. Ho avuto la fortuna di giocare con lui, è stato un piacere ed anche un grande onore. E’ sempre stato un trascinatore, un uomo squadra. Non ci faceva mai pesare nulla, anzi spesso ci incoraggiava quando giocavamo male, e poi ci toglieva dai pasticci (ride, ndr). Per lui il calcio era un divertimento, riusciva sempre a trasmetterti quella sicurezza in più quando serviva”.

Come lo vede sulla panchina del Napoli? “Essere un bravo calciatore non sempre significa essere un bravo allenatore. Se Diego si circonda di gente importante e competente e di amici che capiscono di calcio, allora può anche far bene. L’importante è che capisca che quando si diventa allenatore non si è più calciatore, e quindi gli amici devono avere rispetto e bisogna mantenere le giuste distanze tra giocatori e allenatore”.