14 settembre quattro anni dopo: dal debutto in Champions al peggior avvio dell’era ADL

14.09.2015 12:20 di  Fabio Tarantino  Twitter:    vedi letture
14 settembre quattro anni dopo: dal debutto in Champions al peggior avvio dell’era ADL
© foto di Daniele Buffa/Image Sport

14 settembre 2011. Etihad Stadium. La musichetta della Champions risuona in lontananza, pronta ad inondare lo stadio di note che solo a sentirle lasciano i brividi. In campo, a breve, il Manchester City di Roberto Mancini. Di contro? Il Napoli di Walter Mazzarri. Gli azzurri ad un passo dal debutto assoluto in Champions League, l’apice dell’era De Laurentiis. In città, da giorni, non si parla d’altro. Ansia mista a tensione, adrenalina ed eccitazione per la gioia di poter respirare, finalmente, grande calcio. E poco importa se l’avversario di turno appare imbattibile, se la gara sarà – probabilmente - a senso unico. Resterà il ricordo di una notte magica, e altre cinque partite da godersi appieno. Ed invece il Napoli stupisce tutti. Nel primo tempo solo il palo nega un super gol a Lavezzi. Nella ripresa Cavani porta in vantaggio i suoi – su assist di Maggio – ed i Citizens pareggiano solo nel finale grazie ad una punizione di Kolarov.

Quattro anni dopo il Napoli è ripartito da meno di zero. Tre trofei in più in bacheca, vero, diversi milioni entrati nelle casse societarie per le cessioni di Lavezzi e Cavani, altri reinvestiti per l’arrivo di Higuain, Mertens, Callejon. Ma oggi, 14 settembre 2015, il Napoli fa i conti con il peggior avvio in campionato dell’era De Laurentiis. E’ dal 2000 che gli azzurri non lasciavano così tanti punti per strada. La città è divisa: c’è chi rimpiange Benitez e chi ha ancora fiducia nel nuovo corso, in Maurizio Sarri e nelle sue idee. La squadra è un cantiere aperto, intanto la vetta della classifica è già lontanissima (Inter a +8) così come le tante potenziali rivali degli azzurri per i primi tre posti (Roma a +5, Fiorentina e Lazio a +4). Solo la Juventus, paradosso, sorride meno: 1 punto in 3 giornate.

Il Napoli era ad un passo dai vertici del calcio italiano. Con Mazzarri prima, e Benitez poi, la società azzurra ha scalato gerarchie europee, ricevuto consensi, attirato l’interesse di tutti, conquistato sei qualificazioni consecutive in competizioni europee ed acuito il proprio blasone in campo internazionale, tanto da accogliere in rosa – grazie proprio all’avvento dell’allenatore spagnolo – calciatori del calibro di Higuain, Albiol, Callejon, Reina. Tutto lasciava presagire ad un nuovo inizio, ad una svolta concreta nell’era De Laurentiis, alla ghiotta opportunità di lasciarsi definitivamente alle spalle il passato per tuffarsi in un futuro roseo e ricco di successi. Probabilmente sarà così, ma ad oggi il presente è fin troppo chiaro: risultati altalenanti, tifosi delusi, promesse disattese. E quel 14 settembre 2011 appare ormai lontanissimo.