A Bergamo l'abbraccio Sarri-Gonzalo, un anno dopo non ci sono dubbi: il fuoriclasse era quello in tuta

01.10.2016 17:00 di  Arturo Minervini  Twitter:    vedi letture
A Bergamo l'abbraccio Sarri-Gonzalo, un anno dopo non ci sono dubbi: il fuoriclasse era quello in tuta
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© foto di Matteo Gribaudi/Image Sport

Facciamo un gioco. Andiamo indietro con la macchina del tempo allo scorso, precisamente al 20 dicembre. Il Napoli è impegnato sul campo dell’Atalanta, così come accadrà domani alle ore 15 allo stadio Atleti Azzurri d’Italia. Proviamo ad indovinare di chi sono queste parole: “Il suo abbraccio dopo il gol? Lui tiene molto alle persone”. Ci siete già arrivati? Avete capito di chi è la dichiarazione e chi è l’oggetto della stessa? Non è poi così difficile.

Che sensazione spiazzante, ritrovarsi a Bergamo e rivedere quelle immagini. Minuto 62’ della sfida dello scorso anno, il Napoli aveva ritrovato il pareggio dopo il rigore di Marek Hamsik, ma una vittoria avrebbe dato tutt’altro sapore nella lotta con la Juve. Dalla bandierina c’è Jorginho, cross a centro area dove svetta il più improbabile dei colpitori di testa: Gonzalo Higuain anticipa tutti sul primo palo e batte Sportiello. Napoli in vantaggio, su quel campo dove arrivano puntualmente insulti razzisti contro il popolo partenopeo. In quell’atmosfera ostile, il Pipita inizia una corsa sfrenata verso la panchina azzurra dove ad attenderlo c’è Maurizio Sarri. L’uomo che lo ha convinto a credere sempre di più nei suoi mezzi. L’uomo che gli ha ribadito che “se non vince un pallone d’oro nei prossimi anni è una testa di c…”. Il loro abbraccio si consuma sotto gli occhi emozionati di tutti, in primis dello stesso Maurizio.

Che strani i ricordi e come cambiando in base alle scelte future. Quanto vale adesso quel momento? Che verità c’era in quell’abbraccio? Gonzalo tiene davvero alle persone come diceva Maurizio nella dichiarazione che vi abbiamo riportato all’Inizio? Probabilmente non lo sapremo mai.  La scelta di Higuain, sul piano umano, non potrà mai essere perdonata. Eppure questo Napoli spumeggiante rende sempre più meno amaro il suo addio. Anzi, a guardarlo in faccia nelle sue uscite in bianconero, sembra di vedere un uomo insoddisfatto. Quella gioia che campeggiava nei suoi occhi in quell’abbraccio a Maurizio sembra ora scolorita. Ognuno per la sua strada, con la sensazione che il vero fuoriclasse irrinunciabile per questo Napoli fosse quello che indossava, ed indossa ancora, una tuta tutta azzurra.