Al San Paolo torna il grande pubblico. ADL-ultras: per il bene del Napoli, serve un passo indietro

28.09.2016 08:57 di  Mirko Calemme  Twitter:    vedi letture
Al San Paolo torna il grande pubblico. ADL-ultras: per il bene del Napoli, serve un passo indietro

Stasera, oltre all’attesa ‘musichetta’ Champions che visita Fuorigrotta dopo due anni d’assenza, si rifarà vivo al San Paolo uno degli elementi che nella sua storia raramente lo aveva abbandonato: il grande pubblico. Dopo le desolanti prime uscite stagionali, contro il Benfica dovrebbero popolare gli spalti di Fuorigrotta almeno 40mila spettatori, per un colpo d’occhio sicuramente più suggestivo ed adatto ad una notte europea.

Triste è il termine giusto per le prime partite azzurre nella sua casa. Non dal punto di vista del campo, che continua a dare enormi soddisfazioni. Ma quel deserto sulle gradinate stonava, e tanto. Sembrava una realtà squarciata a metà nel tempo: sul prato, uno dei Napoli più forti di sempre. Sugli spalti, il pubblico dei giorni peggiori, quelli delle retrocessioni e delle annate di Serie B senza uno straccio di prospettiva.

Inutile nascondersi dietro il discorso dello stadio virtuale e dell’imborghesimento della tifoseria. Certo, in generale possono influire, ma un calo così vertiginoso ha radici diverse. Soprattutto per le Curve: aumentarne il prezzo lasciando invariato o, in qualche caso, addirittura diminuendo quello degli altri settori si è dimostrata una mossa controproducente.

Non sappiamo se De Laurentiis volesse mandare un messaggio a chi lo ha contestato con toni inaccettabili durante tutta l’estate, oppure se volesse farlo nei confronti del Comune che ha ostacolato il suo progetto di restyling. Qualunque ne sia la ragione, ciò che possiamo analizzare sono i risultati di questa sua scelta: colpendo proprio la fascia meno abbiente dei frequentatori del San Paolo, il patron ha dato un ulteriore alibi a chi lo contesta a prescindere, penalizzando la fetta di pubblico che, invece, avrebbe bisogno di agevolazioni.

In uno stadio vetusto e scomodo come quello di Fuorigrotta, dallo stesso De Laurentiis tante volte criticato, è inaccettabile pagare 40 euro per il settore più economico e con la peggiore visuale. Non era mai accaduto (nemmeno per gli ottavi contro il Chelsea) e in questa stagione è successo già due volte, contro il Milan e i portoghesi. Una scelta impopolare, che ha trasformato il calore della Curva B, l’anno scorso con tamburi, cori in stile torcida sudamericana e ‘un giorno all’improvviso’ tornata il simbolo del tifo più appassionato, in un semideserto furioso. Con tutte le conseguenze del caso.

Perché, se una protesta civile come quella andata in scena all’esterno di Palazzo San Giacomo qualche giorno fa è più che legittima, i pesanti insulti personali rivolti al presidente diventano però una deriva che non fa bene a nessuno. Non si possono non condannare le offese che la Curva ha rivolto a De Laurentiis nelle prime due gare interne, atteggiamenti che sviliscono la civiltà e le ragioni di una contestazione comprensibile, ma che va comunque contestualizzata.

Il Napoli si sta, di fatto, giocando il primo posto con la Juventus e vivendo da protagonista una Champions League. A Fuorigrotta ci dovrebbe essere un clima di festa ed entusiasmo come quello vissuto durante quasi tutta la stagione scorsa. E, per questo, serve un passo indietro, da parte di tutti: De Laurentiis non deve continuare a proporre una politica di prezzi che penalizza proprio chi ha minori possibilità economiche, mentre gli ultras dovrebbero chiedere alla società un confronto, portando al club le istanze di chi frequenta da sempre le Curve e si sente ingiustamente penalizzato (e stasera, proprio su questo tema, all’esterno della Curva B sarà distribuito un volantino). Né insultare né cercare il muro contro muro porterà risultati. Perché, a prescindere dalle posizioni di questi giorni, tutte le parti in causa sono d’accordo su un fattore: il bene del Napoli. A Sarri va restituita quella “benzina allo stato puro” di cui ha parlato ieri in conferenza stampa. Lui, i suoi ragazzi e la maglia azzurra lo meritano.