Benitez: "Mai pensato di vendere Higuain nè Callejon. Non ci interessa Diego Lopez. Mascherano? Ci abbiamo provato"

25.07.2014 16:25 di Mirko Calemme Twitter:    vedi letture
Benitez: "Mai pensato di vendere Higuain nè Callejon. Non ci interessa Diego Lopez. Mascherano? Ci abbiamo provato"
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© foto di Matteo Gribaudi/Image Sport

Lunga intervista di Rafa Benitez ai microfoni del quotidiano spagnolo Marca. Ecco la traduzione di Tuttonapoli:

Campione in Coppa Italia e terzo in campionato nonostante il record di gol e di punti. Come valuta il suo primo anno in azzurro?

Sicuramente positivo, bisogna aggiungere anche la Champions, è la prima volta che una squadra non si qualifica agli ottavi con 12 punti. Vogliamo sempre di più, ma vincere un titolo nel nostro primo anno era difficilissimo.

Ha pensato molto all’eliminazione in Champions?

No, sono cose che non si possono cambiare. Mi ricordo, però, di qualche gol subito, come l’autogol contro il Borussia, che è stato decisivo.

In cosa vuole migliorare?

Abbiamo segnato 104 gol in tutte le competizioni,  ma ne abbiamo incassati 39. Se vogliamo restare in alto davvero, dobbiamo migliorare in difesa.

In che consiste il cambio di mentalità del nuovo Napoli?

Con Mazzarri il Napoli ha fatto grandi stagioni, era un’ottima squadra in contropiede. Noi cerchiamo di avere più possesso, la gente gode del nostro calcio perché abbiamo fatto tanti gol. Il cambio consiste nell’essere più offensivi.

Il Napoli ha pensato in qualche momento di privarsi di Higuain?

Non c’era nulla di vero, Gonzalo è fondamentale per noi e sono felicissimo di averlo con noi. L’anno scorso ha fatto bene e sono certo che potrà fare ancora meglio visto che ora conosce bene la città ed il campionato italiano.

Callejon, invece, ha riconosciuto di aver ricevuto un’offerta dall’Atletico

Sì, c’è stato un interesse, ma ripeto quanto detto per Higuain. Sono calciatori che possono crescere tanto e dare molto a questo club. Ci fidiamo di Callejon, così come di Gonzalo, Albiol e Michu. Devono essere fondamentali per il Napoli.

L’anno scorso ha indovinato i 20 gol messi a segno da Callejon. Quest’anno quanti ne potrà segnare?

Devo prima parlarne con lui, non voglio mettergli troppa pressione. Gli obiettivi devono essere raggiungibili. Ero convinto che avrebbe potuto segnare tra 15 e 20 reti.

Le interessa Diego Lopez?

Sono usciti molti nomi, ma molti non sono reali. Non abbiamo mai pensato a Diego Lopez, nessuno sapeva degli acquisti di Koulibaly ed Andujar, mentre di Michu si è saputo solo alla fine. Vogliamo continuare così.

Ci sono possibilità per un ritorno di Pepe Reina?

Non vorrei parlare di mercato, sarebbe una mancanza di rispetto per i giocatori che abbiamo in rosa. In questo momento le cose possono cambiare molto, ma ad oggi i portieri che abbiamo sono di grandissimo livello, ci fidiamo di loro.

Mentre l’interesse per Mascherano era reale…

Cercavamo giocatori con esperienza, carattere e leadership, Mascherano è stato uno dei primi nomi che abbiamo valutato. Quando abbiamo parlato col suo agente, ci disse che avrebbe rinnovato a breve con il Barcellona e che la vedeva un’operazione impossibile. E’ stato tutto molto corretto.

Il Napoli si definisce come una squadra cosciente della sua dimensione. Cosa manca per il salto definitivo?

E’ difficile se guardiamo al fatturato dei nostri rivali. Il Napoli ha da 10 anni un saldo positivo a fine stagione, avere un equilibrio tra entrate e spese non è facile. Dobbiamo cercare di fare le cose alla perfezione e non commettere errori per far sì che questa differenza economica non si noti in campo.

Parliamo di ciò che non si vede. Cosa ha cambiato Rafa Benitez a livello di club?

Quando siamo arrivati c’erano delle infrastrutture limitate. Poco a poco sono abbastanza migliorate: gli uffici, gli spogliatoi, il ristorante, i campi d’allenamento…

Come sarà questo Napoli 2.0?

Siamo una squadra ancora in formazione. Devono rientrare vari giocatori che hanno disputato i Mondiali e c’è ancora un grande margine di miglioramento.

Siete pronti per lottare per lo scudetto?

Credo di sì, abbiamo la possibilità di competere contro chiunque. Rispettiamo tutti i nostri avversari, ma non temiamo nessuno. La differenza tra vincere la Coppa ed il Campionato è il tempo, bisogna essere costanti per molto ed è in questi casi che prende peso il fatturato di un club, la rosa a disposizione, la sua storia… Roma, Juve, Milan, Inter e Fiorentina avevano un certo vantaggio, che siamo riusciti a ridurre. La squadra ha sempre più possibilità di battere questi rivali. Dobbiamo aspirare a qualsiasi competizione.

L’addio di Conte vi avvicina alla Juve?

Non c’è Conte, ma c’è Allegri, un allenatore con esperienza, che manterrà la Juve come la squadra più forte. La Roma si è rinforzata bene, è una squadra fortissima, l’Inter sarà complessa da affrontare ed il Milan è sempre il Milan. Ci sarà una grande concorrenza, come ogni anno.

Cos’è più difficile, vincere una Champions col Liverpool, due campionati col Valencia o uno col Napoli?

L’ultima cosa è la più difficile, le altre le abbiamo già conquistate! Sono situazioni diverse, il Valencia era una buona squadra, con una grandissima società alla quale mancava un passo avanti. Il Liverpool, più o meno la stessa cosa. Qui è diverso. Il Napoli, dall’epoca di Maradona, non ha avuto continuità vincendo titoli.

Cosa manca per completare la rosa?

Abbiamo preso Andujar, Koulibaly e Michu. Ora dobbiamo seguire gli sviluppi del mercato, serve mantenere la calma e non prendere decisioni affrettate.

Cosa si aspetta da Michu?

E’ un giocatore molto intelligente quando si arriva alla parte finale del campo, che è la zona più difficile. Michu sa dominare questo momento per trovare il gol ed in più sa giocare di squadra. Sarà il suo punto di forza.

Le dà fastidio essere definito come difensivista?

Credo che chi mi definisce così non conosca la mia carriera. Vedono una squadra equilibrata, con una difesa forte, e pensano che per questo sia più o meno difensivo. I titoli sono lì, ma anche i numeri ratificano il contrario.

In Italia, invece, viene considerato come una referenza del calcio offensivo. Come si spiega?

Una squadra che segna 104 reti non si può definire difensiva. Ricordo che nella Premier, in una stagione, riuscimmo ad essere la squadra con più gol fatti con 119 reti, al Chelsea ne segnammo 99 in sei mesi… Come dico sempre, cerchiamo un equilibrio. I titoli non si vincono segnando solo tanti gol o incassandone pochi.

Il Napoli è la squadra più offensiva che ha diretto?

No, le mie squadre giocano molto all’attacco. Il Liverpool era molto offensivo. Ricordo che in una settimana vincemmo 0-1 al Bernabeu, 1-4 con lo United, 4-0 al Real ad Anfield e 5-0 all’Aston Villa. Era una squadra che correva sempre in avanti.

Cosa ha portato Albiol alla squadra?

E’ un giocatore che in pochi conoscono bene perché al Madrid ha avuto meno minuti di quelli che avrebbe potuto disputare. Io lo conoscevo dai tempi di Valencia ed è un calciatore con qualità, che interpreta bene il calcio ed in più è un ottimo compagno. Con questo lavoro tattico sarà uno dei pilastri della squadra.