Capitano, o mio capitano. Da quando ti accarezzi la cresta, il diciassette non ci fa più paura

Focus sul cammino di Marek Hamsik in maglia azzurra
17.04.2015 18:00 di  Mario De Simone  Twitter:    vedi letture
Capitano, o mio capitano. Da quando ti accarezzi la cresta, il diciassette non ci fa più paura
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© foto di Luca Gambuti/Image Sport

Capitano, o mio capitano. Ogni volta che corri ad esultare sotto la curva è sempre come se fosse la prima volta, quella dell'ormai lontano ed afoso Ferragosto del 2007. Napoli-Cesena, primo turno di Coppa Italia. Il San Paolo è ansioso di ammirare le gesta del ragazzo con la cresta appena arrivato dal Brescia. Ha coraggio, si dice. Ha scelto la numero 17, contro ogni scaramanzia. Pronti via, ed è subito amore, è subito corsa a bocca aperta e mano nei capelli. E' subito gol. Il primo di una lunga serie. 88 in 346 presenze con la maglia azzurra, ad una manciata dal più grande dei grandi, Diego Armando Maradona, fermo a quota 115. Il battesimo del fuoco in con la Samp, a settembre, tempo di vendemmia e di vino buono. Spalla di Lavezzi, uno-due con Zalayeta, finta ubriacante che nemmeno una bottiglia di Lambrusco a stomaco vuoto e palla lì, dove Castellazzi non può arrivare.

E ancora la sgroppata col Milan, il gol qualificazione con il Villareal, quello dell'illusione con il Bilbao. Il suo valore si moltiplica, così come le richieste dei ragazzini della città che supplicano i barbieri di riprodurre fedelmente la cresta del loro nuovo campione. L'orecchino alla Maradona, la cresta alla Hamsik. Marek, croce e delizia di una tifoseria che mormora sottovoce e gli rimprovera una certa discontinuità, ma che dopotutto non ha mai smesso di volergli bene. Napoletano d'adozione, coi piedi buoni e il sorriso del bravo ragazzo che si impegna fino in fondo per i compagni, per i tifosi, per se stesso e soprattutto per la maglia azzurra, che suda dal primo giorno del suo approdo a Napoli. Un ragazzino silenzioso, partito in sordina e arrivato alla fascia di capitano,sempre da protagonista, mettendoci sempre la faccia. Come si fa a metterlo in discussione? Anche in quella che sembra la sua peggior stagione, ha già raggiunto la doppia cifra di assist (11) e gol (11). Gli ultimi, quelli di ieri, pesano come un macigno sulla stagione azzurra. E allora perchè lamentarsi? Il capitano c'è e si vede, e da quando la sua cresta fa ombra alle pendici del Vesuvio, nessuno a Napoli ha più paura del venerdì 17.