Da Reina a Maradona: come rendere magica la vigilia più attesa

12.02.2016 21:00 di Mirko Calemme Twitter:    vedi letture
Da Reina a Maradona: come rendere magica la vigilia più attesa

Il calcio è fatto di numeri ricorrenti, di storie che si ripetono, di segnali. Domani si gioca il Juve-Napoli più importante degli ultimi 26 anni, quello che per la prima volta dopo l’epopea Maradona può valere uno Scudetto, o almeno un suo bel pezzo. E’ la vigilia più sofferta e lunga della storia recente del club azzurro, oggi coccolato da un migliaio di tifosi in un affollatissimo aeroporto di Capodichino. Pepe Reina, leader incontrastato dello spogliatoio, è sereno. Ha passato tutta la settimana trasmettendo ai suoi compagni l'idea di credere nella loro forza, senza mai perdere il sorriso dalle labbra. Ne ha regalati un paio, di sorrisi, anche ai sostenitori azzurri questo pomeriggio, stringendo qualche mano, lanciando occhiolini e serenità. La stessa che trasuda dal suo solito scherzetto volante, di cui è stato vittima, stavolta, Chalobah: se in un volo si dorme e si scherza vuol dire che si sta bene, tranquilli. Ma il messaggio più bello ancora non era arrivato.

Subito dopo aver toccato il suolo di Torino, Pepe ha disattivato il “modo aereo” dal suo telefono (magari quando ancora non si poteva, dite la verità: lo fate tutti) e direttamente da Dubai gli sono arrivate le immagini di sua moglie e dei suoi bambini insieme a Diego Armando Maradona. Sì, oggi, alla vigilia di questo Juve-Napoli, la famiglia dello spagnolo era col Pibe de Oro, che ha regalato al portiere un paio di scarpette autografate ed una maglia, con un messaggio tutto in castigliano, tranne nella parola più importante: “Pepe, gracias por ser napoletano”.

Poco dopo, sono cominciate ad apparire sui social immagini di Diego con le maglie autografate di vari azzurri, tra le quali quelle di Mertens ed Insigne. Inviategli dal magazziniere azzurro Starace con un tempismo perfetto figlio di "fantasia, intuizione, decisione e velocità d'esecuzione". E così, Maradona impugnava le maglie dei suoi possibili eredi e posava con un sorriso che sa d’orgoglio e speranza. E’ successo, davvero. Proprio oggi. Proprio a 24 ore dalla sfida più attesa. E riprovateci, voi, a non sognare.