Da Zero a Dieci: gli ultras laziali al commento, l'Hangover di Britos, la rissa inventata Pioli-De Guzman ed il defibrillatore di Rafa

05.03.2015 10:30 di Arturo Minervini Twitter:    vedi letture
Da Zero a Dieci: gli ultras laziali al commento, l'Hangover di Britos, la rissa inventata Pioli-De Guzman ed il defibrillatore di Rafa

Zero al mio telecomando. Per tutto il corso della gara, per errore, dal televisore arriva la telecronaca faziosa della gara. Cerco opzioni, cerco audio, imposto il corretto settaggio ma nulla. Il tono del commento non cambia. Al gol di Klose sono costretto ad abbassare il volume per non beccarmi una denuncia per schiamazzi notturni dai vicini. Alla rete di Gabbiadini, invece, devo collegare due amplificatori all'impianto per carpire il nome del marcatore. Il gol di Manolo è stata una vera pugnalata alle spalle per i telecronisti-tifosi, che hanno letteralmente gettato la maschera al gol del numero 23: "E' tutto da rifare". Già sarebbe proprio tutto da rifare, questo sistema calcistico italiano. Ed il mio telecomando...

Uno il gol segnato in trasferta che fa pendere la bilancia dal lato del Napoli. Uno il gol segnato da Higuain in campionato per trafiggere Berisha nell'ultima sfida con i biancocelesti. Quattro quelli segnati all'Olimpico lo scorso anno. Tre quelli segnati al San Paolo (tutti dal Pipita), oltre all'eliminazione in Coppa Italia. Per la Lazio il Napoli sta diventando una sorta di problema psicologico, un avversario che frusta i tuoi sogni e li trasforma in incubi nel momento più bello. Un complesso partenopeo, che si palesa anche da quel blaterare in curva da chi ha stento articolare tre parole in fila (Con "Vesuvio lavali col fuoco" sono addirittura arrivati a quattro parole, sono soddisfazioni per gente così). Un recente passato che dovrebbe insegnare qualcosa ed indurre, per evitare altre figuracce, a quell'umiltà che pare mancare dalle parti di Formello. "Torneremo da Napoli con la finale sotto braccio", come se fosse una baguette calda acquistata tra le vie di Parigi, ha dichiarato Parolo a fine gara. Parolo, Parolo, Parolo. Soltanto Parolo...

Due metri in 1 secondo. Questo il distacco inflitto da Klose ad Albiol sul gol della Lazio. Sembrava Bolt il tedesco, che il 9 giugno prossimo compirà 37 anni ed è quasi pronto ad inoltrare all'Inps la richiesta di pensionamento dopo una carriere glorosa. Sembrava Montgomery Burns lo spagnolo, reattivo come un dipendente pubblico ad uno sportello il venerdì pomeriggio con la valigia già pronta per il week-end. L'ennesimo errore di una stagione insufficiente (si può dire o è lesa maestà?) del difensore.

Tre competizioni ed il Napoli c'è su tutti i fronti. Con qualche passaggio a vuoto, con qualche picco e qualche picchiata, ma questa squadra quando conta c'è. Ed esserci è un passo fondamentale per aumentare la propria competitività. Questo è già un piccolo traguardo stagionale.

Quattro alla superficialità di Ghoulam che avrebbe potuto sancire l'eliminazione del Napoli. Leggerezza da pollo al 7' che innesta il contropiede laziale, salva Britos. Si dipinge la scritta Welcome sulla schiena, tipo zerbino, sull'angolo che porta Klose a colpire di testa indisturbato. Salvato dal palo. Si perde Klose leggerezza da pollo di Ghoulam al 7'. Disattento sul palo. Si tiene a distanza di sicurezza da Klose, come se fosse uno zombie infetto, invece di marcarlo a fine primo tempo. Salvato da Andujar prima e dal salvataggio sulla linea di Britos. Faouzi nella notte romana ha preferito avere più fortuna che talento. Ma non andrà sempre così bene. Sveglia.

Cinque come le dita di una mano, quella di De Guzman sul petto di Stefano Pioli dopo un fallo di Lopez. "Rissa sfiorata". "Prova televisiva per il centrocampista del Napoli". "Pena di morte per l'olandese, pronto alla sedia elettrica". Le solite esagerazioni, sgonfiate dalle parole di Pioli: "Non è successo assolutamente nulla, volevo solo dividere i giocatori". Cosa si fa per qualche click in più. Per ogni maledetto click.

Sei ore di lavoro ben retribuite offerte da Inler, per posare come modello al Museo delle cere di Londra. L'interesse è nato dopo la splendida posa dello svizzero su una accelerazione di Felipe Anderson sulla destra. Pietrificato, come se avesse fissato Medusa negli occhi. Un futuro in Inghilterra per Gokhan, ma il calcio non c'entra...

Sette i gol segnati alla Lazio dal Pipita. L'ottava firma di Gonzalo non arriva per un soffio, ma c'è comunque il suo zampino. Berisha lo sogna ancora di notte, dopo il missile lanciato nell'ultima di campionato in stile Pyongyang. Questa volta Higuain sceglie la dolcezza, un passo alternato che manda a terra il portiere ed illumina il percorso verso la gloria di Gabbiadini. Come nelle donne di Sabrina Salerno, oltre all'assist c'è di più per l'argentino. Meravigliosa la sua rabbia dopo la rete, un urlo che terrorizza la Lazio in vista del ritorno. Ammirevole, poi, la sua rabbia al minuto 92', quando arriva a raddoppiare in stile Ringhio Gattuso su Felipe Anderson. Dna vincente.

Otto alla sfuriata di Rafa Benitez in settimana. Al massaggio cardiaco che ha ridestato il Napoli dopo Torino. Defibrillatore alla mano, Rafa ha schiacciato forte sul petto dei suoi dopo il ko di domenica. Voleva una reazione immediata, chiedeva una prova di carattere. "Libera, libera, libera!" e giù di impulsi elettrici per il paziente troppo piatto per essere vero. Ci ha messo un pò, è servito il solito schiaffo. Dopo un primo tempo equilibrato (tanti gli errori sotto porta degli azzurri), nella ripresa il Napoli ha dominato la Lazio. Ha imposto la sua volontà, così in cielo come all'Olimpico. Il paziente è salvo. Adesso si alzi e torni correre.

Nove alla Notte da Leone di Britos. C'è davvero tutto nell'Hangover dell'Olimpico di Miguel, con il quale non siamo mai stati troppo morbidi. Proprio per questo, però, va riconosciuta la prova di grande attributi contro la Lazio. E' vero, sul gol sbaglia, ma è pur sempre Britos. E' lui però a salvare sulla linea un pallone che avrebbe compromesso il discorso qualificazione. E' lui a salvare più volte sulle dormite di un narcolettico Albiol. E' lui ad immolarsi per la causa nel salvataggio su Keita che gli costa l'infortunio. Se il motto nel fortunato filma era "Quello che succede a Las Vegas, resta a Las Vegas!" c'è da augurarsi che per l'uruguayano non sia così. Vorremo vederlo sempre con questo atteggiamento e con questa concentrazione.

Dieci gol in campionato, quattordici in stagione per Gabbiadini. Un dato chiaro, pulito, sul quale non si discute. Manolo segna, anche quando gioca male. Segna perchè ha istinto, qualità, capacità. Fa gol perchè gli viene naturale, è la sua natura. Come nella storiella della Rana e lo Scorpione. Gabbiadini deve pungere, iniettare il suo veleno, e lo fa con regolarità spaventosa. Si avvisa che il prossimo che afferma che "Quei tredici milioni potevano essere investiti altrove" sarà scomunicato ufficialmente da Francesco I. Eretici. L'inquisizione è pronta a scatenarsi su di voi.