Da Zero a Dieci: i saldi della maglia jeans per Silva, il miracolato dal San Paolo, l'egoismo del Pipita e Scherzi a Parte in telecronaca

23.01.2015 10:00 di  Arturo Minervini  Twitter:    vedi letture
Da Zero a Dieci: i saldi della maglia jeans per Silva, il miracolato dal San Paolo, l'egoismo del Pipita e Scherzi a Parte in telecronaca
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© foto di Daniele Buffa/Image Sport

Zero alla sera dei beffardi déjà vu. Palo di Gargano nel primo tempo, con il Napoli che attacca e non segna Era successo anche nella gara di campionato, persa, ad Udine alla terza giornata di campionato. Kone che si accorge improvvisamente, gli accade praticamente solo al San Paolo, di essere un giocatore di calcio e si inventa un altro gol da cineteca. Sembra una di quelle sere maledette, ma il Napoli di Coppa ha più vite dei 44 gatti dello Zecchino d'oro e di tutti gli Aristogatti messi insieme.

Uno alla cocciutaggine di Mertens. Qualche spunto buono, ma il belga sembra un solista spesso forzato. Tira qualsiasi cosa gli capiti, anche i moscerini, a prescindere dal piede. Da destra, da sinistra, si ostina come uno scassinatore che prova a ripetere la stessa combinazione per aprire una cassaforte pur sapendo che è sbagliata. Dall'ennesima conclusione fuori contesto parte il contropiede che apre al vantaggio dell'Udinese. In aggiunta sbaglia il rigore che avrebbe cambiato il volto alla partita e graziato le arterie dei tifosi. Così proprio non ci siamo Dries.

Due minuti e Gabriel Silva decide di manifestare tutto il suo apprezzamento per la maglia fashion di Zapata modello Jeans e prova a tutti i costi a strappargliela. Probabilmente l'aveva promessa a qualche parente. Gabriel, ci sono gli ultimi saldi in città. Approfittane.

Tre arbitraggi inadeguati per questi ottavi di Coppa Italia. Di Bello - il peggiore per distacco -, Tagliavento - eccessivo - ed Orsato con diversi errori di valutazione nella notte del San Paolo. Tutte imprecisioni che hanno favorito le squadre più potenti. Un dato, a prescindere dalla fede calcistica, molto fastidioso. Irritante, più di un porcospino nel calzino.

Quattro all'egoismo di Gonzalo Higuain. Nella notte in cui i protagonisti dovevano essere quelli che giocano meno, dell'esordio dal primo minuto di Gabbiadini, della voglia di Zapata alla fine decide ancora il Pipita. Proprio non resiste. E' più forte di lui. E' la sua natura da protagonista, anche in un capitolo che lo vorrebbe confinato come nota a margine. Gonzalo riuscirebbe a ritagliarsi un ruolo decisivo anche se gli affidassero la parte di un pacifista nel Padrino.

Cinque al cambio di Rafa Benitez che consegna il fianco del Napoli agli attacchi in ripartenza dell'Udinese. Togliere l'eccellente Gargano, nelle due fasi, per un De Guzman che non assicura la copertura del Mota è stato un azzardo che il Napoli ha pagato amaramente. A salvare gli azzurri un Andujar decisivo, sia tra i pali che nelle uscite. Ormai le lotterie dei rigori contro i bianconeri hanno un esito predefinito: parata con la mano di richiamo del portiere azzurro. A Doha Rafael, al San Paolo Andujar.

Sei alla lucidità di Jorginho dal dischetto. Ancora una volta in campo scende la versione timida, regredita, quasi mimetica - nel senso che si nasconde proprio - dell'italo-brasiliano. Una difficoltà tutta sulle spalle del ragazzo al momento di calciare il penalty che rimette il Napoli sulla strada giusta per la qualificazione. Un'endovena di fiducia importante, in attesa di rivedere il vero - perchè quello vero non può essere questo - Jorginho.

Sette al passo a due improvvisato da Mesto e Stramaccioni al minuto 38'. L'esterno in scivolata si allunga fino a fuori dal campo, galeotto il terreno bagnato che allunga la sua traiettoria che lo conduce fino al tecnico friulano. Sguardi, abbracci e sorrisi in un amore che sboccia per caso, in un giorno di pioggia. Come per Mirko e Licia. Gli amanti dei cartoon, capiranno...

Otto i cambi rispetto alla vittoria di Roma. Benitez manda in campo gente del calibro di Hamsik, Gabbiadini, Jorginho (non ci lasci influenzare dagli ultimi mesi nelle valutazioni), Zapata (richiesto da mezza Europa) e dall'esperienza di Mesto e Andujar, senza dimenticare Insigne, Zuniga e Michu infortunati. Restano, e sono gravi ed evidenti, le carenze in un reparto di centrali che con Britos ed Henrique ha fatto più danni dell'uragano Katrina nel New Orleans.

Nove minuti ed al San Paolo accade l'imponderabile. Il telecronista Rai ad un cross di Britos azzarda: "Britos è solito farsi apprezzare per queste sue sortite offensive, sfruttando le sue importanti capacità balistiche". Poi sono arrivati Brosio, Matano, chef Barbieri, Bonolis ed è partita la sigla di Scherzi a Parte vero? Ditemi che è così. Vi prego.

Dieci alla settimana grandi offerte Ikea. Dopo il mobile componibile scaricato da Higuain nella porta di Berisha, Marek Hamsik propone agli amanti del design svedese un armadio a quattro ante che scaraventa alle spalle di Scuffet. Il missile dello slovacco ci ricorda, ancora una volta, che nella vita ci sono cose che possono cambiare ed altre che non cambieranno mai. Così come la superficialità di certi commenti - e di certi commentatori - che dovrebbero arrossire ogni volta appaiono le statistiche di Marek, che in una stagione così difficile ha già segnato 6 reti e servito 8 assist.