Da Zero a Dieci: i veleni del web, il saluto senza Skype di Chalobah, i fegati spappolati da Sarri ed il racconto di un Capolavoro

02.10.2015 11:20 di  Arturo Minervini  Twitter:    vedi letture
Da Zero a Dieci: i veleni del web, il saluto senza Skype di Chalobah, i fegati spappolati da Sarri ed il racconto di un Capolavoro
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© foto di foto Federico De Luca

Zero reti subite: è la quarta volta che accade nelle ultime cinque uscite. Sensazione spiazzante, cambio di abitudine radicale al quale bisogna abituarsi. Come passare dal Pandoro al Panettone, dalla Coca Cola alla Pepsi, dalla Riccia alla Frolla. Ed il naufragar m'è dolce in questo cambiamento...

Uno come le presenze di Gabriel in gare ufficiali. Buona la prima per il portiere, dopo qualche affanno nelle amichevoli estive. La prima impressione, spesso, inquina troppi giudizi. Si pensi a quello accaduto con Sarri. 

Due reti realizzate per una macchina offensiva che viaggia più veloce della DeLorean usata dal "Doc" in Ritorno al futuro. Diciannove marcature in otto gare ufficiali, tra campionato ed Europa. Oltre ai numeri, quello che spaventa è l'assortimento dell'artiglieria azzurra: c'è più "roba" nell'attacco azzurro che al Buffet di un matrimonio organizzato dal Boss delle Cerimonie. Da leccarsi i baffi.

Tre le reti di Mertens in Europa League: una ogni 48' per il belga. L'incornata non è la sua specialità migliore, ma in una serata in cui i piedi non sembrano ispirati usare la testa è soluzione saggia e funzionale allo scopo. Adesso, però, è il momento di tornare ad essere un fattore anche in campionato, come ai tempi in cui entrava dalla panchina e spaccava in due le partite come Mosè con il Mar Rosso.

Quattro all'errore di Koulibaly al 15'. E' la costante che spaventa, la frequenza con la quale per un secondo a partita quel difensore poderoso si perde tra le sue paure. Ieri, come contro la Juventus, il Napoli non paga dazio. Ma è solo un caso. Solo un caso.

Cinque minuti in campo, più recupero, per Chalobah. Nessuno spunto tecnico, ma almeno i parenti hanno potuto rivederlo e salutarlo senza utilizzare Skype. Il mistero su questo ragazzo resta fitto, così come la curiosità di vederlo in campo.

Sei alla prova di un Gabbiadini che DEVE tornare quello spietato ed affamato dello scorso anno. Metta via da parte le polemiche, le voci di mercato, le uscite del suo agente. Manolo è dinamite pronta ad esplodere in ogni momento, che siano 90' o uno scampolo di partita. In queste ultime versioni è più vicino ad un minicicciolo. 

Sette cambi di Sarri rispetto alla gara con la Juve. Prima della gara, ormai è consuetudine, il web aveva già calato la sua inesorabile mannaia sul turnover del tecnico. "E' matto", "Non sa quello che fa", "Fa la fine di Mazzari nelle gare di Europa League". Questo il tenore degli insulti, questo l'ennesimo pregiudizio vinto dal nuovo tecnico. Nella notte, c'era ancora gente intenta a rimasticare il veleno sputato in anticipo. 

Otto agli "altri". A quelli che devono rappresentare alternative importanti in vista di una stagione lunga ed impegnativa. Valdifiori e Chiriches, in attese di conferme contro avversari più probanti, guadagnano posizioni nell'Hit Parade azzurra. Prematuro parlare di rinascita, giusto sottolineare la reazione tecnica e mentale di due tra i più criticati in questo avvio. 

Nove a Maurizio Sarri. Alla competenza che vince sulla propaganda, al lavoro che paga più delle pubbliche relazioni. Nove ad una creatura che sta plasmando che più bella non si potrebbe, nutrendola giorno dopo giorno con pillole di sapienza calcistica, per ogni problema palesatosi ad inizio stagione ha tirato fuori un fagiolo magico, come quelli di Balzar, risolvendolo. Il Napoli è adesso solido, come lo schieramento spartano in assetto di guerra, e lascia pochi spiragli alle critiche e tanti alla speranza di assistere ad una stagione memorabile. Con buona pace di chi si auspicava un suo fallimento. E dei loro fegati, ormai spappolati.

Dieci alla reincarnazione di Michelangelo. Al minuto 83' Gonzalo afferra scalpello e martello ed inizia a tirare colpi forsennati per dar vita al suo capolavoro. E' un crescendo rossiniano il suo incedere tra gli avversari, quasi a rifuggire la banalità di un gol ordinario. Il marmo inizia a prendere forma, a delinearsi nei suoi meravigliosi contorni. Scorre arte e genio nelle vene, sale l'adrenalina dell'artista che avverte di essere vicino alla sua creazione più bella. L'ultimo sforzo, l'ultimo ritocco al blocco originariamente informe che adesso lascia tutti a bocca aperta. E' un colpo secco, netto, che scuote il pallone come una raffica di vento improvvisa. Cala il silenzio. La nuova opera è pronta per essere acclamata dal mondo. E non ci sono calcoli. C'è solo istinto. D'altronde, "tutta la matematica del mondo non potrà mai supplire la mancanza di genio".