Da Zero a Dieci: la nullità di un calcio senza tifo, la denuncia a Sarri, l'inferno che attende Melo e l’assist ad ADL per non "cacciare i soldi"

27.11.2015 10:50 di Arturo Minervini Twitter:    vedi letture
Da Zero a Dieci: la nullità di un calcio senza tifo, la denuncia a Sarri, l'inferno che attende Melo e l’assist ad ADL per non "cacciare i soldi"
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© foto di Federico De Luca

Zero spettatori, tranne gli addetti ai lavori, allo Jan Breydel  di Bruges. Senza entrare nel merito, probabilmente in una valutazione globale della situazione la decisione è anche giusta, queste gare dovrebbero insegnare a TUTTO il sistema italiano qualcosa. Il calcio senza pubblico MUORE. Lo stadio VIRTUALE è una pugnalata alla magia della sinfonia di una rete che si gonfia. La MORTIFICAZIONE dell’emozione. Il calcio ed i tifosi sono un fenomeno unico, fanno parte della stessa catena alimentare. Occasione ulteriore per ricordare come Napoli meriti uno stadio capace di ospitare in maniera dignitosa la sua infinita passione. Quanto fa male quel silenzio. Quanto dolore ci provoca un San Paolo ridotto a carta sporca. Che questa serata serva da lezione. 

Uno l’atto di egoismo di Hysaj che fa imbestialire Sarri nel finale di gara. Con due uomini liberi a centro area, il laterale sceglie di calciare in porta da posizione defilata, dimenticando che il tiro in porta non rappresenta di certo il suo colpo migliore. La reazione di Sarri, che in quel momento avrebbe voluto fagocitare Elseid come fosse un puntino di Pacman dalla rabbia, racconta molto del tecnico. Per contenersi, Maurizio si accomoda in panchina cantando “Ci vuole calma e sangue freddo”. Eravamo a fine partita, e questo dimostra due cose: 1) la troppa convinzione può portare a commettere errori banali; 2) Sarri  è più insaziabile di Adam Richman in una steak-house nel Texas. Cannibale vero. 

Due errori nei primi 19’ per Koulibaly di sufficienza. Alcuni flashback del peggiore Kalidou allo Jan Breydel, con quegli errori di sufficienza che avevano caratterizzato, in maniera negativa, la scorsa stagione. Eppure, anche se Sarri non sarà d’accordo, questa può essere quasi una buona notizia, assistendo poi alla reazione nella ripresa. Dopo gli errori, accesa la spia della concentrazione in una gara sicuramente particolare, il difensore annulla completamente ogni tentativo di rendersi pericoloso da parte del Brugge. E’ un abuso fisico il suo, un gigante che si trova a giocare a calcio con la Nazionale della Famiglia Brunetta. Dovrebbero farlo giocare nella categoria degli X-Men per quanto è superiore a questa razza tremendamente umana. 

Tre gol nati su calci piazzati in Europa League, ancora a secco in campionato. Incongruenza paradossale, che sicuramente tenderà a livellarsi nel corso della stagione. Qualcuno avrebbe da muovere eccezioni di natura estetica se a decidere la gara con l’Inter fosse un gol su mischia d’angolo al 94’ o andrebbe bene lo stesso? Almeno, finalmente,  Mancini avrebbe un buon motivo per piangere e smetterla con la storia delle squadre più attrezzate. Una bugia che farebbe arrossire anche la creatura nata dalla penna di Collodi. Fai il bravo Mancio. 

Quattro giorni alla sfida all’Inter ed il diplomatico Felipe Melo, con la sua nota pacatezza, rasserena gli animi affermando che L’unico modo per fermare Higuain è menarlo”. Felipe, pensa cosa avrebbero dovuto fare con i dirigenti della Juventus che sborsarono 25 milioni di euro per strapparti alla Fiorentina. Roba che a Firenze ancora ridono. Avviso ai moralisti: qualcuno si scandalizzerà per qualche fischio a Melo lunedì, o li avrà meritati? E’ sempre colpa dei tifosi, mai di calciatori viziati e strapagati che faticano ad azionare il cervello. L’inferno ti attende. Per info telefonare a Yaya Tourè. 

Cinque vittorie su cinque. Altro che uno su tre, come le sorprese nell’ovetto, questo Napoli ha una percentuale di godimento più alta di un diciottenne con l’ormone impazzito. I mal di stomaco per trasferte sanguinose contro avversari dai nomi impronunciabili sono ormai alle spalle. Diverse aziende farmaceutiche sono pronte a citare in giudizio Sarri: con Mazzarri e Benitez in Europa facevamo molti più soldi. Questione di Maalox.

Sei alla prestazione di Chalobah. Era la prima da titolare, prova di ordinaria amministrazione contro avversario modesto, quindi scappate via se qualcuno proverà ad esaltare in maniera smodata la sua prova. Sono i predicatori del giorno dopo, quelli che vivono per pronunciare la frase “Te l’avevo detto che era forte”. C’è sempre una via di mezzo nei giudizi, un equilibrio che spesso in molti sacrificano in nome del sensazionalismo. Bravo Nathaniel, buon inizio, ma la strada per conquistarsi spazio in questo Napoli è ancora lunghissima. 

Sette ad Ivan Strinic. La sua storia è l’emblema di quanto il calcio possa cambiare giudizi e valutazioni nello spazio di un battito d’ali di un colibrì. Dopo le prime tre gare in azzurro nello scorso anno, c’era chi già voleva affidargli le chiavi della città e gridava al Miracolo ad ogni suoi intervento. Poi, dalla maledetta notte di Palermo del campionato scorso, Strinic era diventato il peggior terzino da quando l’uomo invento il cavallo. Estremismi che fanno male. Il croato, ancora una volta, ha dimostrato contro il Brugge di essere tutt’alto che un ferro vecchio da rottamare. Non sarà l’erede di Ivan il terribile, ma potrebbe sicuramente vestire i panni dell'Ivan ricambio perfetto per far rifiatare Ghoulam”. Incute meno timore, ma è quello che serve a questa squadra.

Otto i cambi rispetto all’undici titolare di Verona. E cosa importa? Ve lo avevamo nelle settimane scorse. Possono cambiare le facce, i numeri, le maschere ma quando c’è un’idea questa può sopravvivere a tutti i cambiamenti. E’ immune ai cambiamenti climatici, all’avversario che si trova di fronte, alle condizione esterne. Non c’è niente che pare possa scalfire questo diamante modellato da Sarri come una pietra da incastonare nel cuore dei tifosi azzurri. E’ l’identità di questo Napoli che spaventa gli avversari, una squadra che si guarda nello specchio della Regina di Biancaneve e sa bene che non potrebbe esserci risposta differente all’interrogativo sulla più bella del reame. “Sei tu, sei tu, sei tu”. Il regalo nostro più grande. 

Nove alla serietà di Christian Maggio. Provateci voi a stare lì a guardare quella fascia che è stata vostra proprietà per sette anni diventare di un altro senza impazzire. Come se la vostra compagna, da un giorno all’altro, vi presentasse il suo nuovo compagno, più giovane e più prestante. Roba che farebbe andare fuori di testa, ma Christian l’azzurro lo ama più di se stesso. Solo lavoro e niente chiacchiere, con una condizione fisica invidiabile palesata contro il Brugge. In un calcio che dimentica in fretta, che mastica l’essenza e sputa gli scarti senza pietà, questo vale anche più di un trionfo. La sua prestazione, insieme a quella di Strinic, sono un vero e proprio assist ad Aurelio De Laurentiis. Gli chiedono sempre di “Cacciare i soldi”, ma con due alternative sulle fasce come Christian e Maggio sarebbe davvero insensato andare a spendere denaro a gennaio in quel settore. Chi si assume la responsabilità di toccare gli equilibri di questa squadra?

Dieci allo spettacolo in panchina di Maurizio Sarri. Uno stadio vuoto è un obbrobrio che abbiamo raccontato e, l’unica, nota positiva è lo show del tecnico e la possibilità di poter ascoltare tutte le sue indicazioni. Chiriches, Koulibaly, Hamsik, Callejon, Hyesaj: Maurizio non risparmia nessuno. Sbraita, cura ogni dettaglio come la migliore wedding-planner del pianeta. E’ un Battiato che inneggia alla Cura costante di movimenti, motivazioni, emozioni. Non c’è dettaglio che Maurizio archivia come insignificante. Non esiste momento in cui abbassare la guardia. Consapevole che la vita di colpisce duro proprio quando pensi di averla messa al guinzaglio: "Ti solleverò dai dolori e dai tuoi sbalzi d'umore, dalle ossessioni delle tue manie. Supererò le correnti gravitazionali, lo spazio e la luce per non farti invecchiare. E guarirai da tutte le malattie, perché sei un essere speciale, ed io, avrò cura di te". Lui, avrà cura di te.