Da Zero a Dieci: l’incubo Mazzoleni per la Juve, il piano dei poteri forti anti-Napoli, le 5 dediche di Higuain e gli stupidi che pensano che i napoletani non saranno a Torino

08.02.2016 10:39 di  Arturo Minervini  Twitter:    vedi letture
Da Zero a Dieci: l’incubo Mazzoleni per la Juve, il piano dei poteri forti anti-Napoli, le 5 dediche di Higuain e gli stupidi che pensano che i napoletani non saranno a Torino
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(di Arturo Minervini) - Zero al recidivo Doveri. Riavvolgiamo il nastro a Genoa-Napoli, non per dietrologia, ma per avere un quadro fedele della situazione. Gonzalo Higuain viene trattenuto a due mani in area, l’arbitro Doveri ed i suoi assistenti lasciano correre clamorosamente togliendo due punti probabili al Napoli. Arriva il Carpi, torna Doveri (fu lui a fischiare anche nella sconfitta dell’esordio con il Sassuolo) e l’episodio si replica. Ancora più evidente la trattenuta di Sabelli su Callejon. Niente da fare. Pensate quanto questo possa fare la differenza sul piano mentale e fisico. Doveri è il mago delle prospettive, capace di trasformare in salita una discesa. Capace di negare l’evidenza, abiurare in piazza alle regole basilari di un direttore di gara. Una stagione così esaltante non merita di essere infangata dalla regola del sospetto. Doveri e l’azzurro, fine a fine campionato, non dovranno mai più incrociarsi. Altrimenti ci arrabbiamo…

Uno il punto per il quale Sarri non firmerebbe in vista della sfida di Torino. E come dargli torto? Sarebbe segnale di debolezza, non di umiltà. La storia la fanno personaggi esagerati nel proprio ego, i folli che alla fine sono sempre i migliori. Spolverare irrazionalità è il modo migliore per arrivare nel modo più razionale possibile alla sfida delle sfide. E’ come un tappone di Montagna al Giro d’Italia, quando Marco Pantani sfidava le corazzate costruite in laboratorio con cascate di milioni. Sarri è un po' come il Pirata, che adesso sale sui pedali a scacciare vie le paure, inseguendo un demone chiamato vittoria. Quando la strada diventa ripida, bisogna trovare la forza che ognuno dovrebbe cercare, combattere l'assioma che vince sempre il più forte. Quando la strada si fa ripida ecco un tuono che ti scuote, il Pirata sale sui pedali e squarcia la noia del tappone infinito e apre l'orizzonte ad un brivido intenso, una gioia inattesa quanto gradita. A Torino da Pirati.

Due punti di vantaggio sui bianconeri. Pochi o molti sono solo prospettive legate all’animo di chi analizza. Resta il dato, incredibile, di un Napoli capace di difendere il primato contro una Juventus che vince quattordici gare consecutive. Già questo basta a rendere la portata dell’impresa. Per i cinici conta poco, nulla. “Gli scudetti si vincono alla fine”. Vero. Ma le emozioni? Pensate all’attesa di un primo bacio, alla fatica della conquista, alla tempesta dell’animo che precede il contatto tra due labbra. La memorabilità di un viaggio non la si determina solo quando termina. Godere del momento è la soluzione migliore.

Tre punti ed una città vuota, svuotata, nello spirito e nelle gambe. Era una Napoli silente nella serata di domenica, stremata, devastata da una gara vissuta sott’acqua. Tensione alle stelle, cuore che scandisce un ritmo alla Keith Richards, salivazione azzerata, mani due spugne, manie di persecuzione. Una delle gare più logoranti mai vissute, in campo erano molto più degli undici schierati da Sarri a difendere i colori azzurri. A fine gara, siamo tutti Forrest Gump: “Avevo corso per 3 anni, 2 mesi, 14 giorni e 16 ore. Sono un po' stanchino. Credo che tornerò a casa ora…”. 

Quattro nelle ultime tre partite sarebbero stati i gol di Callejon, senza lo sbandieratore folle che segnala un fuorigioco inesistente. La rete non vale per le statistiche, ma resta per consacrare il definitivo ritorno anche in zona gol dello spagnolo. Grande la sua prova, ancora di più il segnale lanciato dallo spagnolo, che da migliore in campo viene sostituito da Sarri al 62’. Nemmeno una ciglia del quadro facciale dello spagnolo ha una reazione fuori posto. C’è la squadra da mettere al primo posto. “Un fiocco di neve è una delle creazioni più fragili di Dio, ma guarda che cosa possono fare i fiocchi quando si attaccano insieme!”. Callejon è un fiocco con i fiocchi…

Cinque i passi di Gonzalo per arrivare all’impatto con il Napoli. Cinque dediche: Doveri, il Carpi, la Juve, la Lazio ed i fantasmi del passato. Cinque passi infiniti, da un universo all’altro. Dolore e gioia nascono dalla stessa pianta, miseria ed esaltazione sono confini molto labili da varcare. La paura, la rabbia, la determinazione sono nella preparazione all’esecuzione, come un killer che si appresta a fare irruzione nell’appartamento della sua vittima. Gonzalo si trasforma in Gary Oldman nel film cult Leon: “Adoro questi brevi momenti di quiete prima della tempesta. Mi riportano sempre a Beethoven. Riesci a sentirlo ?! È come… quando poggi l'orecchio sull'erba. Riesci a sentirla crescere, riesci a sentire l'interno che passsssa! Ti piace Beethoven?! Adesso te lo faccio sentire”. Musica Gonzalo. Ed è ancora sinfonia…

Sei giorni al giorno dei giorni. Bisogna trovarsi un passatempo, liberare la mente, occupare le giornate per frenare l’istinto alla Lucio Dalla. “Non so aspettarti più di tanto, ogni minuto mi dà, L’istinto di cucire il tempo e di portarti di qua". Arrivare a sabato sera sarà la più grande impresa, l’attesa di un popolo intero che ha sincronizzato cuore e cervello. A Torino si dovrà lottare, per Vendicare tanti torti. V, appunto, per Vendetta. A Torino, per difendere l’identità martoriata, una grande unità di persone che non si conoscono ma che sono lo stesso fratelli. Allo Stadium per “Quell'ultimo centimetro. Un centimetro è piccolo, ed è fragile, ma è l'unica cosa al mondo che valga la pena di avere. Non dobbiamo mai perderlo, o svenderlo, non dobbiamo permettere che ce lo rubino. Spero più di ogni altra cosa che tu capisca cosa intendo quando dico che anche se non ti conosco, anche se non ti conoscerò mai, anche se non riderò e non piangerò con te, e non ti bacerò, mai... io ti amo. Dal più profondo del cuore”. Chi pensa che saranno solo in undici a Torino commette l’errore più grande… 

Sette alla pazienza di provare ad aprire una porta, usando tutte le chiavi a disposizione. Nonostante i torti arbitrali, la pressione, la notizia che arriva da Frosinone della Juventus in vantaggio. Sembrava uno di quei giorni maledetti, dei rimpianti e delle occasioni sciupate. Alla fine ha avuto ragione Coelho: "Unisciti a coloro che cantano, raccontano storie, si godono la vita e hanno la gioia negli occhi. Di solito è l'ultima chiave del mazzo quella che apre la porta”. O sposta gli autobus, come nel caso del Carpi.

Otto vittorie consecutive ed avere ancora fame. E’ cambiata la prospettiva, la testa, le aspettative. Chi si accontenta non cresce. Chi si accontenta non ha la forza di scalare una montagna per guardare la nuova spettacolare alba. Questo Napoli è così, avventuriero a caccia dell’ignoto. Pone le mani sulla nuova pietra ed il naso all’insù, corre su quell'autostrada che è un muro pieno di felicità. Già il muro, quello piazzato in difesa da Sarri che ha scritto Koulibaly sulla schiena. L’abuso edilizio a centro area, stregato dalla manifestazione spontanea dei tifosi a suo sostegno. Storia nella storia. Cuore dentro ad un cuore che pulsa più che mai. 

Nove alle profetiche parole dell'ex azzurro Pecci in settimana. "L’unico pericolo arriva dall’esterno. Si chiama interesse. Quello dei poteri forti legati alla finanza, all’economia, alla politica, ai grandi trust. Purtroppo sono certo che, ad un punto del cammino, qualcuno  tenterà di destabilizzare il Napoli”. Pochi giorni dopo arriva l’arbitraggio di Doveri. In vista della sfida alla Juventus servirà il miglior arbitro possibile. Mazzoleni, che ha arbitrato la Juve alla 13esima ed alla 19esima, sarebbe un incubo dopo i fatti di Pechino. Una scelta differente da Orsato (il più indicato) o Rizzoli sarebbe semplicemente scandalosa. Meglio chiarire prima le posizioni. 

Dieci punti di vantaggio sulla terza e la cosa non deve passare in secondo piano. Vero, c’è la Juventus nella testa, ma in classifica dopo le prime due c’è il vuoto. Devastati i sogni scudetto di un Inter naufragata con le follie mediatiche del suo allenatore. Mortificate le speranze viola, con una squadra esaltata fino all’invero simile per qualche buona prestazione contro le piccole. A febbraio siamo di fronte ad uno scenario inatteso: la qualificazione diretta alla prossima Champions League è già stata ipotecata. Adesso fate una bella cosa, voi che “Il Napoli lotterà per il sesto-settimo posto con Sarri” andate a lustrare la tuta a quel geniaccio e chiedete umilmente scusa. Nemmeno Schettino fece errore di valutazione più grande quando fece l’inchino al Giglio sulla Concordio. Inchinatevi a Maurizio da Bagnoli, piuttosto…