Da Zero a Dieci: lo sgarro ad Hamsik, la follia di Rafa, il disastro economico e lo schifo nella curva juventina

24.05.2015 10:35 di  Arturo Minervini  Twitter:    vedi letture
Da Zero a Dieci: lo sgarro ad Hamsik, la follia di Rafa, il disastro economico e lo schifo nella curva juventina
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Zero alla preparazione dell'ennesima ultima spiaggia stagionale. Benitez parlava di rotazione necessaria, quando provava a giustificarsi nel dopo gara di qualche figuraccia rimediata in giro per l'Italia e l'Europa. Il vero problema del Napoli non è mai stato atletico, ma ha riguardato la sfera motivazionale ed il pensare di potersi sempre affidare alla giocata di un singolo. Lanciare i dadi e credere sempre che esca la combinazione giusta supera, e di molto, il concetto di ottimismo. Zero anche alla gestione di Marek Hamsik, i 21 grammi - gli unici - dell'anima azzurra. Lui il cuore. Lui la grinta. Lui un monumento ormai di questa città. Trattato con lo stesso rispetto che i piccioni riservano ad una statua in piazza.

Uno come il match che resta da giocare. Una gara che potrebbe diventare INUTILE, nel caso in cui il derby romano in programma lunedì finisse in parità. Le ultime speranze del Napoli sono affidate alla Roma, che battendo la Lazio potrebbe dare l'ennesima ultima occasione ad un Napoli più sprecone di Parola nel film "Il bar dello Sport". 

Due reti in stagione per David Lopez, che a Torino risulta incredibilmente il più pericoloso degli azzurri. Una rete da rapinatore d'area, un'altra sfiorata con una volee che avrebbe meritato altra fortuna. Sembra quasi una favola di Esopo con la morale nel finale: "La storia insegna che se hai in porta un portiere che fa la differenza, e non due pali della luce, probabilmente vinci gare che non avresti meritato di vincere". Una lezione che il Napoli ha imparato, essendo pronto a riportare Pepe Reina in azzurro. 

Tre milioni e mezzo a stagione. Rafa Benitez dal Napoli ha ricevuto uno stipendio da top-manager ed in cambio ha dato solo grande confusione. Ha provato, come un forsennato, a mettere addosso alla squadra un vestito che gli andava stretto, senza mai apportare modifiche sartoriali. Ha assistito all'implosione delle sue idee tattiche, annichilito da chi aveva ormai imparato a memoria le due varianti di gioco proposte dal Napoli. Ha finito con l'inimicarsi praticamente tutti (tranne quelli che credono nelle loro idee, a prescindere), proprio per questa testardaggine, per la mancanza di umiltà nell'ammettere i propri infiniti errori. Si è isolato, finendo per costruirsi una prigione che è stata la sua rovina. Ricorda, caro Rafa, che qualunque sia la prigione che ti costruisci non dimenticare di fare anche le chiavi. Altrimenti si fa la fine di Leonardo Di Caprio in Shutter Island.

Quattro rigori sbagliati su otto calciati. Quello calciato da Lorenzo Insigne non ha per fortuna inciso sul risultato, ma è l'ennesimo segnale che in questo Tetris stagionale nulla si è incastrato come avrebbe dovuto. 

Cinque le gare iniziate in panchina da Callejon, a fronte delle 32 giocate dal 1' in campionato. Troppo internazionale lo spagnolo, troppo scuola Real per finire come i comuni mortali in panchina o, come a Torino, essere sostituito dopo aver passeggiato per il campo senza mai mostrare la giusta cattiveria. Oltre i numeri, imbarazzanti da novembre in poi - 3 reti in 27 partite -, lo spagnolo non è stato nemmeno il lontano parente dell'indemoniato visto nella sua prima stagione in azzurro. Pare voglia tornare in Spagna, quello che è certo è che nessuno sentirebbe la sua mancanza. Buon viaggio, di sola andata.

Sei minuti ed è già Vesuvio Lavali col fuoco. Poi allo Juventus Stadium si ricordano del trentennale della strage dell'Heysel e parte la celebrazione delle vittime usando la parola RISPETTO. Come se Hitler in comizio avesse parlato di TOLLERANZA. Il solito SCHIFO, che resterà ancora una volta impunito.

Sette le vittorie in trasferta. Dato definitivo, macchiato dall'implosione azzurra nelle ultime 8 gare giocate in trasferta con appena 4 punti raccolti sui 24 a disposizione perdendo in maniera orribile contro armate invincibili per FATTURATO e BUSINESS PLAN del calibro di Palermo, Torino, Verona, Empoli. Roba da andare in seduta psichiatrica insieme a Woody Allen. Roba da non dormirci la notte, neppure davanti ad una maratona Marzulla riproposta su Raiuno. 

Otto reti in meno subite, giusto per prenderne una a caso, dal Torino (42), contro le 50 incassate dal Napoli. Questo è il dato che inchioda il sistema azzurro più di Cristo alla croce. L'imbarazzante marcatura di Albiol su Sturaro in occasione dellea rete del 2 a 1 è un compendio della pochezza del reparto, negli equilibri e nei singoli. Proprio Albiol è la delusione più grande, il tradimento meno atteso. Abbiamo distrutto Cannavaro, uno che veniva dalla nostra terra e che ha dato l'anima contro i giganti di Bayern Monaco e City senza sfigurare. Cosa dovremmo fare con Raul, venuto da Madrid con la targa di difensore di prima faccia e dimostratosi un usato nemmeno tanto garantito raccattato su qualche sito online?

Nove giornate di squalifica e stipendio decurtato per Britos. Questa la pena - minima - auspicabile per la schifezza compiuta dal difensore su Morata. Una testata vigliacca, che infanga una maglia (ancora una volta purtroppo non azzurra) che è già stata infangata con le prestazioni sul campo. Queste dimostrazioni testosteroniche (lo usasse questo testosterone negli interventi difensivi) appartengono alle bestie, non agli essere umani. 

Dieci sconfitte in trentasette gare. Udinese, Chievo, Milan, Juve (due volte), Torino, Palermo, Hellas, Roma ed Empoli hanno mandato gli azzurri al tappeto in questo campionato. Così come il Bilbao aveva stroncato sul nascere i sogni Champions, così come il modesto Dnipro aveva stroncato i sogni in Europa League. Una stagione dei sogni infranti, puntualmente. Una stagione sull'orlo del FALLIMENTO, sportivo ed economico per i mancati introiti di una adesso probabilissima mancata qualificazione in Champions. Citando il meraviglioso Cico delle commedia "E fuori nevica": "Cinquanta milioni persi? Madonna Santa, più cinquanta sono cento!". Un disastro.