De Laurentiis, dieci anni da applausi. Ora il gioco si fa duro

06.09.2014 18:15 di  Mirko Calemme  Twitter:    vedi letture
De Laurentiis, dieci anni da applausi. Ora il gioco si fa duro
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Ora che l’inno Champions è diventato quasi abitudine anche al San Paolo, quegli infuocati pomeriggi di dieci anni fa sembrano essere un ricordo triste e sbiadito. Eppure, ciò che il Napoli di Aurelio De Laurentiis è riuscito a costruire in soli dieci anni merita un posto di tutto rispetto nella storia del calcio italiano. E’ curioso che il momento di maggior tensione tra molti tifosi e la società partenopea (dovuto, com’è noto, ad un calciomercato poco entusiasmante) sia coinciso con un anniversario così importante. 

Quando Aurelio De Laurentiis divenne, nel 2004, presidente del Napoli, parlò di un progetto suddiviso in fasi quinquennali. Nei primi cinque anni l’obiettivo era riportare gli azzurri stabilmente in Serie A, una condizione che ormai appariva quasi come chimera. Si riuscì a fare di meglio: la quinta stagione dell’era De Laurentiis iniziò con l’avventura in Intertoto che portò al primo turno di Coppa Uefa col Benfica. Niente male per chi solo due anni prima giocava con Gela e Manfredonia.

Il secondo quinquennio avrebbe dovuto portare il Napoli a consolidarsi tra le squadre più importanti del panorama italiano e cominciare a frequentare con maggiore frequenza i palcoscenici europei. Anche in questo caso, gli obiettivi sono stati raggiunti e forse superati: nei cinque anni il club si è sempre qualificato per le competizioni europee, ha vinto due Coppe Italia ed  ha chiuso per ben tre volte sul podio la Serie A. 

Il terzo quinquennio è appena cominciato. L’obiettivo, ormai innegabile, è vincere il tricolore. Il percorso è stato perfetto, i tempi sono maturi. Forse è proprio per questo che la piazza partenopea si attendeva dei segnali più confortanti dal calciomercato, che non ha regalato i top-player che i tifosi anelavano. La mancata qualificazione alla Champions, ovviamente, ha contribuito ad aumentare una depressione che in alcuni casi appare eccessiva. C’è, però, chi comincia a sottolineare un dato preoccupante: senza uno stadio nuovo e di proprietà, il progetto tecnico di De Laurentiis potrebbe aver già raggiunto il suo apice. Le condizioni economiche per raggiungere le potenze europee, al momento, non ci sono.

Tutto giusto, ma il fatto che il Napoli non abbia ancora un fatturato paragonabile ai top-club non deve annullare le speranze di poter vincere. L’Atletico insegna: con un progetto tecnico di qualità è possibile anche sopperire alle differenze di fatturato. Difficile, raro, ma non impossibile. Il rinnovo di Rafa Benitez, in questo senso, sarebbe il segnale ideale. In attesa degli sviluppi per la questione stadio (che potrebbe davvero cambiare in maniera decisiva la storia del club) bisognerà tentare questa strada per raggiungere, ancora una volta, gli obiettivi del quinquennio. Senza dimenticare quanto di buono è stato fatto e ricordando che spesso i cinesi, i magnati e gli sceicchi di cui si parla in questi giorni non rappresentano la soluzione migliore. A Malaga ne sanno qualcosa…