Distruggere o insistere: la scelta è di ADL

25.10.2014 18:15 di  Arturo Minervini  Twitter:    vedi letture
Distruggere o insistere: la scelta è di ADL
© foto di Image Sport

Distruggere è più facile che costruire. Quanto è vero. Ce ne accorgiamo in questi giorni turbolenti vissuti con il termometro della tensione che ha superato di gran lunga il livello di sopportazione. La contestazione in terra svizzera – la cui entità è stata comunque ridimensionata da Rafa Benitez – è l’apice di una stagione che sembra essere nata sotto una cattiva stella, ma che vede comunque il Napoli in testa al suo girone di Europa League ed in piena corsa per il raggiungimento del piazzamento Champions in campionato.

Perché tanta insofferenza? Questione di aspettative. Della volontà di una piazza desiderosa di spiccare il volo verso quel sogno tricolore da troppo tempo sbandierato e mai realmente accarezzato. Ma l’animo del sognatore, in questi casi e solo in questi, deve lasciare spazio al cinico calcolo del ragionatore. Cosa fare? Continuare a tirare picconate sull’operato di Benitez e provare a dare una sterzata a questa stagione trasmettendo serenità e fiducia alla squadra? I tifosi faranno la loro scelta, che nasce dalle viscere e dall’emotività. Stessa scelta è nelle mani – sicuramente più influenti sull’argomento – di Aurelio De Laurentiis. Appena dieci giorni fa il patron si era complimentato con il tecnico e sembrare disposto a tutto pur di strappare allo spagnolo il rinnovo del contratto in scadenza a giugno.

La sconfitta con lo Young Boys – ma gli uomini di cinema sono abituati ai colpi di scena – non sembra mettere in pericolo la panchina di Rafa. Tralasciando – come opportunamente sottolineato dal tecnico in conferenza – che la squadra era reduce da tre vittorie ed il pareggio di San Siro . Ma qualche dubbio nella testa del patron sicuramente lo genera. Il presidente, affascinato dal progetto Benitez, dovrebbe però interrogarsi sul perché di un momento così complesso. Interrogarsi sull’operato estivo in sede di mercato e chiedersi se sono stati fatti tutti gli sforzi necessari per lo sviluppo delle idee del tecnico. Non ci può innamorare di una donna bella, intelligente, abituata al lusso e poi chiedergli di accontentarsi di una pensioncina accogliente. Ideali troppo distanti per trovare un punto d’incontro. La scelta in questa fase è di quelle epocali. Di quelle che cambiano l’indirizzo del progetto societario, in ogni caso. Proteggere la scelta fatta, tutelarla, ed alimentarla di nuove energie sembra ancora la scelta giusta. Ripartire – da chi poi? – e gettare alle ortiche due anni di lavoro rappresenterebbe sicuramente un passo indietro nel planning societario. A De Laurentiis la scelta. Distruggere o insistere. Magari aggiungendo qualche mattone di qualità.