Finalmente Insigne: il precedente tattico, la bugia del ruolo e quel sogno di Sarri che sta diventando realtà

07.10.2015 09:30 di Fabio Tarantino Twitter:    vedi letture
Finalmente Insigne: il precedente tattico, la bugia del ruolo e quel sogno di Sarri che sta diventando realtà

Quando è diventato allenatore del Napoli, Maurizio Sarri aveva un desiderio. Uno dei tanti, uno dei troppi, che aveva svelato senza indugi, vittima - si fa per dire - di quel vortice di emozioni che lo aveva improvvisamente colpito, e travolto, nel giro di pochi giorni. “Vorrei lanciare un giovane napoletano”. Probabilmente sapeva già tutto. Furbo, scaltro, finto ingenuo sognatore. Napoli ai napoletani, com’è giusto che sia. Sempre. Il primo passo era stato già mosso. Mancava il secondo, ma era solo questione di tempo. E di fiducia, oltre che di pazienza.

LIETO FINE. Maurizio Sarri, inconsciamente, aveva già affidato le pagine della sua favola a Lorenzo Insigne. Lo conosceva fin troppo bene, al punto tale da sbilanciarsi oltre ogni previsione, intuizione, giudizio. Voleva renderlo grande e farlo da subito, arginando in maniera definitiva i dubbi che, per troppo tempo, ne hanno accompagnato la crescita. Insigne, il talento divenuto campione, è il personaggio del momento. Napoletano, scugnizzo quanto basta, figlio di questa terra. Sarri lo ha messo nel posto giusto, al momento giusto. Prima ne ha accresciuto fiducia e sicurezza nei propri mezzi, poi lo ha conquistato con la sua semplicità. Infine lo ha definitivamente lanciato, come era nelle sue intenzioni, da subito.

PRECEDENTI. Cinque goal nelle prime sette giornate di campionato. Non è un caso che Insigne abbia già eguagliato il suo record massimo di gol in Serie A, traguardo raggiunto nella stagione 2012/13. Per la prima volta da quando è a Napoli, Insigne è stato messo nelle condizioni di essere devastante. Da esterno alto, a sinistra, nel 4-3-3, lo stesso modulo adottato da Zeman sia a Foggia (19 reti) che a Pescara (18), il vestito migliore che ne esalta le qualità, l’estro, la fantasia, e lo esenta - parzialmente - da compiti di copertura tipici di un centrocampista.

TREQUARTISTA. Sarri aveva ragione: Insigne farà bene da trequartista. Ma Insigne è un fantasista travestito da ala, dà il meglio di sé quando parte largo, ma se ha palla tra i piedi inventa come il classico “10”: assist millimetrici, verticalizzazioni impensabili, dribbling nello stretto. E poi intesa massima con il resto dei compagni, Higuain su tutti. Insigne ed il Pipita, insieme: si cercano (e si trovano) ad occhi chiusi, disegnando trame di perfezione con una semplicità disarmante. Dal San Paolo al Meazza, dalla Juve al Milan. Io te la passo, tu me la ridai: sguardo al portiere e palla in rete, gol.