Follia ed orgoglio: le richieste di Sarri nella magia della vigilia

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Una settimana di lavoro come tante a Castelvolturno, travolta ieri da una vigilia lunga quanto emozionante. Un'attesa spasmodica, una fibrillazione che porta migliaia di tifosi a bloccare esterno ed interno dell'aeroporto di Capodichino per la partenza degli azzurri: per un incoraggiamento e uno striscione che parla di pagina di storia da scrivere. Un nastro che si riavvolge, il ricordo di quanto fatto ormai 27 anni fa e Maradona che da Dubai non sta nella pelle per quella che resta la sua partita: canta il coro-tormentone del San Paolo, autografa le maglie degli azzurri, che stregati le pubblicano sui social come dei bambini che si avvicinano al calcio, mostra l'ultimo Scudetto sulla sua storica n.10 ed infine collegamento con il ritiro per un messaggio alla squadra ed una richiesta. Tutt'altro che difficile immaginare il contenuto.

La settimana era passata senza troppo clamore, con la squadra isolata da pressioni e polemiche, per una gara importante ma non decisiva - in qualsiasi caso - con altre 13 sfide e 39 punti in palio. L'ha ribadito Sarri, rimarcando però anche l'attesa della città ed il significato che racchiude: "Firmare per il pari? Io non firmo mai, mi dà gusto la sfida e andiamo lì a brutto muso. Non è decisiva, ma per la nostra gente non è una gara comune. Avremo uno stadio contro, ma una città intera che ci spinge", parole non banali quelle del tecnico di Bagnoli che, sin dal primo giorno, ha saputo intercettare e rappresentare il sentimento popolare. Orgoglio e follia le richieste di Sarri: "Non abbiamo obiettivi. La giochiamo alla pari con la squadra che è padrone in Italia da anni, quindi è già motivo d'orgoglio. Ma non ci accontentiamo, abbiamo la follia di andare a Torino ed imporre il nostro calcio". Lucida follia, considerando la favola costruita in questi mesi.