VIDEO - Gargano scatenato: "Napoletani? Maleducati, non sanno dire 'per favore'! Lavezzi voleva picchiare Mazzarri, lo fermai io"

04.05.2016 11:08 di Mirko Calemme Twitter:    vedi letture
VIDEO - Gargano scatenato: "Napoletani? Maleducati, non sanno dire 'per favore'! Lavezzi voleva picchiare Mazzarri, lo fermai io"

Walter Gargano torna a parlare. L’ex centrocampista azzurro, ai microfoni della radio messicana Rg, ha commentato la sua esperienza napoletana rilasciando delle dichiarazioni che faranno discutere, sul suo rapporto con Mazzarri ed i tifosi azzurri. Ecco la traduzione di Tuttonapoli in anteprima: “Paolo Betancourt mi ha portato in Italia, ci furono vari club che mi rifiutarono per la mia altezza ma fu il tecnico del Napoli, Edy Reja, che mi volle in azzurro”.

Quale fu la tua prima impressione arrivando a Napoli? È vero che gli italiani del Nord non amano particolarmente i partenopei? “Ho due figli napoletani, e posso dire che è vero. Napoli è una città folle e realmente caotica, unica. Ammiro il modo in cui vivono il calcio,  anche se non condivido la loro cultura”.

In che senso? “Sono insolenti, maleducati. Hanno degli atteggiamenti che qui sono al contrario. Qui la gente è molto educata, ti chiede le cose dicendo per favore, se stai cenando o pranzando aspetta il momento giusto. Lì, invece, in qualsiasi momento ti assalivano gridando nella loro lingua, il napoletano, “uè, gargà, vieni qua”, senza mai chiedere per favore. È unico per un calciatore, c’è una passione immensa: se le cose vanno bene non puoi uscire di casa, e se vanno male nemmeno!”.

Qual è stata la tua maggiore difficoltà d’adattamento al calcio italiano? “A livello tattico. Se non sei un calciatore tattico non vai avanti, è fondamentale il movimento senza palla, si allenano i movimenti della squadra in ogni situazione. Il calcio italiano, insieme a quello inglese, è uno di quelli più complicati”.

Com’è stato il tuo rapporto con Benitez? “Non ho niente di male da dirgli, gli sono grato perché sono tornato a Napoli grazie a lui. L’Inter voleva comprarmi, ma arrivò Mazzarri e con lui non c’erano dei problemi, ma delle divergenze d’opinione. Se mi dicono che una cosa è verde, ma io la vedo nera, per me continuerà ad essere nera. Ho molto carattere, e grazie a Dio ho sempre seguito le cose che per me sono giuste. Se c’era qualcuno che non era giusto, per me era questo signore. Sono cose che succedono, non c’erano problemi tattici: pensava che bastava dirmi “devi fare così, decido io”. Ok, decidi tu, ma sono io che vado in campo! Ha avuto problemi anche con Lavezzi, e non è stato mai riconoscente con me: ci fu un giorno in cui il Pocho voleva picchiarlo e fui io a fermarlo! Se non ci fossi stato io…”.

E perché voleva picchiarlo? “Perché Mazzarri voleva avere sempre l’ultima parola, aveva un carattere particolare e noi eravamo giovani e un po’ ribelli. Non gli piaceva nemmeno che bevessimo il mate (tipica bevanda sudamericana, ndr) negli spogliatoi  o che ascoltassimo la nostra musica. Sono cose caratteristiche per noi, e a lui non piacevano”.

Perché la Juve resta sempre così in alto? “Quest’anno aveva iniziato male, ma hanno dei calciatori fortissimi. C’è Buffon che fa cose impressionanti, una difesa che gioca assieme da tanti anni, un settore giovanile fortissimo che insieme all’Inter domina le competizioni delle categorie inferiori, gestiscono i più forti talenti italiani mandandoli in prestito e riprendendoli poi già maturi… Per me la difesa è la cosa più importante nel calcio e loro difendono benissimo, e hanno calciatori di grande qualità davanti”.

Ti manca la Nazionale? “Sì, l’anno scorso fu la mia migliore stagione col Napoli, ho avuto continuità ed ero sicuro che m’avrebbero convocato. Mi dissero di stare tranquillo, e dopo la partita con la Juve uscì la lista e c’erano calciatori che nei loro club non giocavano. A caldo, e me ne pento, pubblicai un tweet dicendo che succedevano cose strane nella Nazionale, e credo che sia questo che poi mi abbia chiuso le porte”.

Hai parlato con Luis Suarez dopo il morso a Chiellini? “Sì, dopo la gara gli chiesi se lo avesse morso. Lui mi disse di sì, ma che non era stato poi niente di così grave (ride, ndr). E’ una sua reazione istintiva, anche quando scherzavamo in ritiro lui quando si arrabbiava mordeva… lui morde, è così! E’ una bravissima persona, mi dispiace che reagisca così”.

Come hai conosciuto tua moglie? “Grazie a Marek…”.

Che pensi del capitano azzurro? “Un fenomeno, nel campo e fuori. Una persona molto molto buona, ci sono volte in cui sembra che sia distratto ma non è così. E’ intelligente, osservatore, è di poche parole ma giuste. Per me è un fratello, mi ha invitato ad assistere agli Europei. In campo sa fare tutto, lo volevano tantissime squadre e ha sempre detto di no…”.

E perché? “Me lo chiedo ancora anche io! Lo volevano Juve, Milan, Inter, Manchester…”.

Guadagna tanto? “Sì”.

Il calcio sudamericano può permettersi il suo stipendio? “Se possono permettersi quello di Gignac, possono farcela anche con Marek”.

Ti piacerebbe giocare con lui nel Monterrey? “Magari, sarebbe fantastico”.

 

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