GRAFICO - Fatturato in crescita, ma lo stadio frena il Napoli: in Premier meno pubblico ma più introiti

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I bilanci nel calcio di oggi sono fondamentali. Ormai l’aspetto sportivo assume rilevanza solo se alle spalle le società riescono a costruire realtà solide, in grado di reggere ingaggi importanti ed investimenti ad ampio raggio. In Italia la situazione economica rimane estremamente complessa, e il calcio riflette il momento critico del nostro paese.

In una particolare classifica riportata da La Gazzetta dello Sport, stilata da Deloitte – pubblicata nel diciottesimo rapporto Football Money League – l’unica italiana nella top ten riguardante i grandi fatturati europei, è la Juventus di Agnelli, con 279,4 mln nell’anno 2013/2014. Un risultato importante per i bianconeri che, bisogna dirlo, rimangono molto lontani dalle primissime realtà europee: basti pensare che le prime due della classifica – Real Madrid e Manchester United – sfondano entrambe il tetto del mezzo miliardo di euro. In controtendenza, rispetto alla realtà italiana, è il Napoli di De Laurentiis al quale va fatto un forte plauso: la società azzurra si colloca tra le prime venti, con un +42% di fatturato – unica società in Europa a registrare una crescita cosi importante insieme all’Atletico Madrid – e 164,8 milioni di euro di fatturato. Un risultato importante per il Napoli che, però, vede la sua crescita frenare a causa della questione stadio: come riportato in un secondo grafico di Deloitte, sempre dalla Gazzetta dello Sport, i ricavi dallo stadio per gli azzurri sono miseri: se è vero che rispetto ad Inter e Milan – anch’esse senza uno stadio di proprietà – la situazione non varia di netto, le altre realtà europee vedono proprio dal pubblico di casa introiti importanti. Basta fare un paragone con il Tottenham: gli inglesi, che registrano una media di presenze a partita (35.899) inferiore rispetto agli azzurri, ricavano più del doppio dallo stadio(52,5 mln) rispetto a quanto il Napoli riceve dal San Paolo(20.9) con una media spettatori di 38.045. Un dato significativo, che dimostra come l’Italia e il sistema che ne consegue, stia frenando la crescita di un club come il Napoli, in grado di raggiungere in pochi anni risultati da top club.