Juve, Genoa ed errori arbitrali: altro che scippo, il paragone #NonCiPuòStare

28.01.2015 08:30 di Mirko Calemme Twitter:    vedi letture
Juve, Genoa ed errori arbitrali: altro che scippo, il paragone #NonCiPuòStare
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© foto di Federico Gaetano

Ancora una volta ci ritroviamo (purtroppo) a dover affrontare infinite polemiche sul rendimento degli arbitri, troppo spesso decisivo nelle ultime giornate di Serie A. Vogliamo partire da un presupposto: la malafede (quella che vede complotti ovunque) deve essere dimenticata. Il tempo di Calcipoli è finito. La sudditanza psicologica, l’incompetenza e un sistema troppo vecchio e che ha bisogno di aiuti tecnologici, invece, esistono.  E sono problemi da affrontare.

Il famoso, arguto ed elegante “ci può stare” di Benitez si è ritorto contro l’allenatore spagnolo. Dopo la gara col Genoa l’Italia intera gli ha rinfacciato quelle frasi parlando addirittura di “scippo” azzurro ai danni del Grifone. Come se la prestazione di Calvarese avesse cauato gli stessi danni di quella di Tagliavento durante la sfida con la Juventus. E invece no, non è così.

Basta analizzare gli episodi: in Napoli-Juventus tutti quelli dubbi sono stati favorevoli ai bianconeri. E non sono pochi: parliamo di un cartellino evidente negato a Pirlo, di una rete in fuorigioco nettissimo convalidata, di un retropassaggio da punire ed inspiegabilmente concesso, dello scambio di persona Marchisio-Caceres, dell’autogol dello stesso uruguaiano. Tante, troppe situazioni quantomeno dubbie che hanno favorito tutte la stessa squadra e che in un match equilibratissimo ovviamente fanno la differenza.

Diversa l’analisi di Napoli-Genoa: Higuain prima della rete che ha aperto la gara era in una posizione di fuorigioco millimetrica ed il rigore concessogli nella ripresa può essere considerato generoso (anche se per alcuni commentatori il fallo di Kucka è evidente). Ma Calvarese ha favorito anche il Genoa: al minuto 30 della sfida, Roncaglia ha fermato lo stesso Pipita lanciato a rete: un fallo da ultimo uomo che andava punito con l’espulsione secondo tutte le moviole del Bel Paese all’unanimità. Giocare 60 minuti in superiorità numerica avrebbe sicuramente aiutato gli azzurri che, va sottolineato, hanno dominato il match in maniera netta costruendo un numero incredibile di occasioni.

Il massacro mediatico inflitto agli azzurri è apparso fuori luogo e poco oggettivo rispetto a quanto si è visto sul campo: in tanti non attendevano altro per attaccare il club partenopeo ed il suo tecnico, ma il paragone tra le sviste arbitrali delle sfide con Juventus e Genoa, parafrasando Benitez “non ci può stare”. Basta un minimo d’onestà intellettuale per rendersene conto.