L'evoluzione preoccupante di Rafa: dal “se perdiamo non è una tragedia” al monosillabico “Proveremo a ripartire”

03.03.2015 08:00 di Dario De Martino Twitter:    vedi letture
L'evoluzione preoccupante di Rafa: dal “se perdiamo non è una tragedia” al monosillabico “Proveremo a ripartire”
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© foto di Daniele Buffa/ Image Sport

Non si capisce il perché di quel gioco del silenzio dell'Olimpico. Son passati due giorni ma la domanda resta quella: Perché Benitez era così nervoso? Cerchiamo di capirlo analizzando innanzitutto i novanta minuti che hanno preceduto le interviste.

LA PARTITA – Il piano era chiaro, quasi matematico. Problema: Come battere il Torino? Dati: il Toro è sfiancato dall’impresa di Bilbao; il Napoli ha uomini freschi su cui poter contare. Tesi: tattica attendista nella prima parte di gara, poi dentro Gabbiadini e via all’assalto della vittoria. Ma qualcosa non è andato. L’errore di Koulibaly, la dormita di Albiol, l’ennesimo gol subito su calcio piazzato e la seconda domanda del giorno: Come si a prendere un gol così? Ancora se lo starà chiedendo anche Rafa Benitez. E’ da ricercare lì il motivo principe del nervosismo dello spagnolo: gli errori stupidi dei suoi uomini gli hanno rovinato il piano per la vittoria.

LA CHANCE PERSA – Una sconfitta, tra l’altro, che brucia tanto perché significa innanzitutto mancato aggancio alla Roma - che intanto allunga a più quattro dopo il pari contro la Juve - , ma anche il fiato sul collo delle inseguitrici al terzo posto che torna a farsi sentire. E questo sarà sicuramente il secondo motivo per cui Rafa è così arrabbiato.



GLI ARBITRI – Quando parla di “episodi”, Rafa si riferisce anche a quelli arbitrali: probabilmente ad un tocco di mano di Moretti in area (chiaramente involontario, non c’era il rigore) ed al mancato secondo giallo per Quagliarella (ci poteva stare). Ma non ci sentiamo di poter trovare nelle decisioni arbitrali errori decisivi ai fini della sconfitta. Rafa ne ha trovati ed è il terzo motivo in scala gerarchica che lo ha portato alla furia, ma vogliamo pensare che quest’uscita a vuoto sia dovuta alla rabbia causata dai primi due punti.

IL CAMBIAMENTO – Ciò nonostante non capiamo ancora fino in fondo quel teatrino dinanzi alle telecamere. Le motivazioni le abbiamo provate a spiegare, ma Rafa non è certo tipo da farsi abbattere. Non dimentichiamo che Benitez è lo stesso che alla vigilia della partita più importante della stagione, quel preliminare di Champions contro l’Athletic Bilbao disse: “Se perdiamo non è una tragedia”. E che pure in altri momenti di crisi (ci riferiamo all’inizio da incubo di questo campionato) non s’è lasciato andare al minimo segno di cedimento.

LA PREOCCUPAZIONE – La partita contro il Torino contava tanto, ma è una sconfitta a cui si può porre rimedio. Siamo ad inizio marzo, la rincorsa alla Roma è ancora tutta aperta e il terzo posto è comunque ancora degli azzurri. Senza contare che ci sono alti due fronti – Europa League e Coppa Italia -  su cui il Napoli è ancora vivo e determinato ad andare avanti. Ed allora perché questo giochino? Perché quel “proveremo a ripartire” detto in conferenza stampa? Una frase che lascia preoccupati. Dov’è la determinazione di Rafa? Dal condottiero spagnolo ci aspettiamo: “Ripariamo! Abbiamo perso, col Toro non era facile. Siamo ancora lì a lottare, ci rifacciamo alla prossima”. Ed invece no. Ed invece: “proveremo a ripartire”. Speriamo sia solo rabbia dell’immediato postpartita, altrimenti ci sarebbe da restar preoccupati.