Lucida follia ed una sola richiesta ai suoi: il discorso che commuove del Sarri-Leonida

13.02.2016 06:00 di  Arturo Minervini  Twitter:    vedi letture
Lucida follia ed una sola richiesta ai suoi: il discorso che commuove del Sarri-Leonida

Pochi che tennero testa a molti. Nasce con un evidente gap numerico la spedizione di Torino, per la quale il Napoli non potrà contare sul sostegno dei propri tifosi. Stadium vietato ai napoletani, la più grande sconfitta del calcio italiano. A capo dell’armata azzurra lui, un Maurizio Sarri che è apparso terribilmente lucido nella conferenza stampa di presentazione della delicata sfida contro la Juventus. Parole da leader, parole che da sole bastano a far gonfiare il petto d’orgoglio per il percorso di crescita iniziato appena qualche mese fa: “Non ci accontentiamo, ma abbiamo la follia di andare a Torino ed imporre il nostro calcio. Avremo uno stadio contro, ma una città dietro che ci spinge”. E’ Sarri, ma sembra Leonida a capo dell’armata dei 300, dei pochi che tennero testa a molti. La morale del messaggio è la stessa: “Facciamo ciò per cui siamo nati, ciò per cui siamo stati addestrati. Nessun prigioniero. Nessuna pietà”.  

Il messaggio che lancia il tecnico azzurro è chiaro, senza proclami, senza nessuna sfida lanciata all’avversario. Il tecnico chiede ai suoi la cosa più semplice: fedeltà alla propria filosofia, non tradire la natura di una squadra che ha acquisito un certo tipo di dna: “Giocheremo il nostro calcio, l'esperienza ci dice che quando smettiamo di giocare diventiamo vulnerabili, quindi l'unica possibilità per uscire da uno stadio tremendo per gli avversari della Juve è giocare il nostro calcio. Magari non ci riusciremo, staremo 70 minuti nella nostra area, ma non per scelta, anche per 30 secondi faremo il nostro calcio”. Trenta secondi, anche trenta secondi del suo Napoli basterebbero per renderlo orgoglioso. 

Guardi Sarri, senti scorrere le sue parole verso la Juventus, analizzi ogni pausa, virgola, sfumatura. Dice il vero, ci crede davvero quando afferma che per uno come lui, venuto dal basso, Sangiovannese-Grosseto in serie C2 aveva la medesima importanza, perché altro non è che uno dei gradini scalati per arrivare in vetta. In quel percorso, ricco di sudore e gioia per poter condividere una passione sconfinata, a fare la differenza è sempre stata la ricerca, la cura maniacale dei dettagli. Il processo evolutivo di un tecnico passa dalla sua voglia di ricercare la perfezione, di non accontentarsi di verità che appaiono consolidate. Maurizio negli anni è caduto, si è rialzato, si è forgiato tra l’amaro della sconfitta ed il piacere della scoperta. Ora, che l’Italia intera lo acclama e riconosce la portata innovativa del suo pensiero, Sarri vive la vigilia della gara più importante della sua vita come fosse una gara da affrontare restando fedeli ai propri ideali. Questa sarebbe già una vittoria. Parla Sarri, e la sensazione è la stesa di un Leonida che carica il proprio esercito prima di una grande battaglia. Una lucidità che spaventa. Non è la paura a governarlo, ma solo una cresciuta percezione delle cose: l'aria fredda nei polmoni, i pini piegati dal vento della notte che incombe. Le sue mani sono ferme. La sua forma: perfetta.”