L’urlo Champions è ormai una moda, ma l’originale resta partenopeo: garantisce Libero Bovio

22.10.2014 08:00 di Mirko Calemme Twitter:    vedi letture
L’urlo Champions è ormai una moda, ma l’originale resta partenopeo: garantisce Libero Bovio

Anche durante Roma-Bayern Monaco, dopo l’inno della massima competizione continentale, si è ascoltato forte e chiaro l’urlo “The Champions”, certificando ormai il lancio di una vera e propria nuova moda. Nonostante sia ingiusto attribuire ad una sola tifoseria l’idea di un comportamento così naturale, bisogna riconoscere che prima dell’approdo del Napoli in Champions in nessuno stadio si era ascoltato così forte e chiaro quel coro.

In quel Napoli-Villareal di ormai tre anni fa, quando finalmente la tanto desiderata “musichetta” suonò anche a Fuorigrotta, i tifosi erano così emozionati, così incantati da quelle note, che non poterono evitare di cantarle a squarciagola, tutti. Dai Distinti alle Curve, passando per le tribune: un coro unico udibile fino a Posillipo, che si ripropose in tutti i match che i partenopei giocarono nella più bella competizione per club.

Da quel momento, quest’emozionante abitudine elogiata anche dall’Uefa e dalle parole di un incredulo Yaya Toure (“Qualche partita importante nella mia carriera l’ho giocata, ma quando sentii quell’urlo fu la prima volta che mi tremarono le gambe!”) ha cominciato a diffondersi in tutta Europa, con risultati spesso meno roboanti di quelli del San Paolo ed in altri casi apprezzabili, come quello dell’infuocato Olimpico di ieri sera. Consentiteci, però, di dare a Cesare quel che è di Cesare: in oltre vent’anni di Champions quell’inno è stato riprodotto in decine di stadi di tutto il vecchio continente, eppure si è dovuto attendere l’arrivo del Napoli per lanciare una moda che tra i partenopei nacque con naturalezza e spontaneità. Perchè come disse un certo Libero Bovio: “E je so’ napulitano, e si nun canto moro!”.