Mentre vengono umiliati, i tifosi della Roma pensano ad insultare Napoli. E' il momento di dire basta!

Altri cori razzisti nel corso di Barcellona-Roma
25.11.2015 08:26 di  Dario De Martino  Twitter:    vedi letture
Mentre vengono umiliati, i tifosi della Roma pensano ad insultare Napoli. E' il momento di dire basta!
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Nessun media nazionale l'ha notato, non sembra se ne sia accorta nemmeno la Uefa. Eppure qui a Napoli si sono sentiti forti e chiari. “odio Napoli” e “noi non siamo napoletani” i più gettonati. Li hanno cantati ieri i tifosi della Roma in trasferta a Barcellona. In molti li hanno uditi a pochi minuti dall'inizio della ripresa, quando i giallorossi erano sotto di 3 gol (a fine partita sarebbero raddoppiati). L'ennesimo, insopportabile caso a pochi giorni dalla vergogna del Bentegodi con i cori invocanti il Vesuvio e l'accanimento su Lorenzo Insigne. Anche in settimana se ne è parlato tanto, ma ci viene da pensare che è successo soltanto perchè la rete di Lorenzo e la sua esultanza l'hanno messo così in evidenza che era impossibile non farlo. La realtà la conosce bene qualunque tifoso azzurro abbia fatto qualche trasferta: fatta salva qualche città, in mezza Italia il comportamento delle tifoserie del bel paese è sempre lo stesso: razzista. E non provate a cambiare termine. Questo è razzismo.

E se possibile è ancor peggiore ciò che è accaduto ieri in Spagna: i tifosi romanisti mentre vedevano la loro squadra umiliata dal Barça di Messi non hanno avuto alcun pensiero migliore che cantare il loro rancore contro la città partenopea. Non si riesce a capirne il motivo. Più facile provare a capirne il senso profondo: Napoli, il Napoli e i napoletani hanno un'identità che in nessun altra parte d'Italia si trova. Anzi, forse in poche altre parti del mondo si trova un legame così forte tra la terra natia ed i suoi figli (e la maglia della squadra di calcio, che però passa un attimo in secondo piano). Un legame che evidentemente è invidiato altrove, perchè questo sentirsi popolo è cosa rara, che dobbiamo tenerci stretta. E come popolo, con la consapevolezza di questo aspetto e con la superiorità che ne deriva, dobbiamo reagire. Facendo sentire la nostra voce perchè questo scempio in ogni stadio finisca. La cosa che delude è che ancora una volta certi ululati da zoo arrivino da una città come Roma che forse è tra le pochissime che può avvicinarsi al “sentirsi popolo” che c'è a Napoli. Ma evidentemente i romani che frequentano la curva giallorossa non sono rappresentanti del sentimento di quella città, sono rappresentanti piuttosto di quello che negli stadi non deve andare più: violenza e razzismo.