PS - Basta parlare degli infortuni: muti! L’ultima follia del Mancio rosicone e la lotta ridicola Insigne-Giovinco. Juve? Ma che ci frega di come va a finire…

06.02.2016 19:15 di  Arturo Minervini  Twitter:    vedi letture
PS - Basta parlare degli infortuni: muti! L’ultima follia del Mancio rosicone e la lotta ridicola Insigne-Giovinco. Juve? Ma che ci frega di come va a finire…
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© foto di Daniele Buffa/Image Sport

Pensieri sciolti. Quelli che accompagnano la mente del tifoso, in viaggio perenne con la fantasia, prima di ogni partita. Perchè, allora, non provare a raccoglierli questi pensieri. Come un enorme vaso, senza alcuna pretesa, solo per il gusto di aprirlo una volta ogni tanto, quando ti assale la nostalgia. Pensieri slegati, che nascono e muoiono dopo un secondo. Pensieri liberi, quelli partoriti nei bar del centro e negli oratori di provincia.

Primo pensiero della settimana è su questa cosa degli infortuni. Ragazzi le origini sono importanti, noi a certe cose che non sono vere ci crediamo lo stesso. Tabelle sugli infortuni che non ci sono sono un attentato al cuore della scaramanzia. A furia di imitare Sarri e la sua ormai famigerata “Mossa tattica” quando viene nominata la parola scudetto ci state facendo venire l’orticaria. Urge al più presto una visita dermatologica. Finitela! Smettetela! Non dovete nemmeno pensarle certe cose. L’antico adagio che piangere in alcuni casi può essere più fruttuoso del ridere (in napoletano suona sicuramente meglio) deve essere rispettato in questo caso.

Secondo pensiero, per lui, un protagonista abituale della nostra rubrica. Roberto Mancini da calciatore ci stava anche simpatico, perché era uno che andava fuori dagli schemi, perché preferiva l’istinto alla ragione. Nelle ultime settimane, però, è riuscito a fare più autoreti di Fulgenzio Crisantemi alla sua prima stagione in serie A con la Longobarda. L’ultima, in ordine di tempo, suona come l’ultima uscita fuori luogo di chi sta rosicando più di un castoro dinanzi ad un tronco: ”In Italia nessuno fa bel gioco, si pensa solo al risultato”. Mentre tutta Europa celebra il calcio di Sarri, gli automatismi di una macchina praticamente perfetta, il Mancio preferisce dare fiato alla bocca in questo modo. Il silenzio è una divinità sempre meno venerata. Roberto, ritrova la fede.

Terzo pensiero per Lorenzo Insigne. Ma quanto è forte? Ma quanto è ridicola questa situazione relativa alla Nazionale? Solo dover pensare ad un Insigne che deve contendere il posto a gente come Giovinco, andato a svernare in Canada, rende a pieno la pochezza di un paese che vive più di interessi e forze occulte che di meritocrazia. Primatista europeo per aver raggiunto la doppia cifra in assist e gol. Una gioia pronta ad accadere. Una gioia ancora maggiore perché ha l’accento del nostro vicino di casa.

Pensiero numero quattro per gli eterni insoddisfatti. Quelli che il caffè è sempre amaro, la pastiera troppo bassa, fa troppo caldo d’estate e troppo freddo d’inverno. Quelli che invece di fermarsi e restare in contemplazione per le imprese compiute da questo Napoli, ha ancora il coraggio/forza/voglia di attaccare la società per ogni scelta, passata, presente e futura. De Laurentiis non è un Santo, spesso usa parole che lo portano ad inimicarsi parte della tifoseria, ma muovergli un solo appunto in questa stagione è esercizio di pura retorica, non avallata dai fatti.

Pensiero numero cinque, misto tra poesia, sogno e realtà. Ad una settimana dalla sfida dello Juventus Stadium, io sono felice. Di potermela giocare, di un Napoli che incanta, di questo viaggio fantastico. Non sappiamo come andrà a finire, ma cosa importa? Chi potrà mai dimenticarlo? Cosa potrà mai cancellarlo. Nessuno ed assolutamente niente. La meraviglia delle emozioni, le reti a raffica di Gonzalo, quella sensazione di poter battere e dominare contro chiunque sono già un tatuaggio indelebile sulla pelle. Un’abbronzatura profonda, che penetra nella pelle e che nessun lavaggio potrà mai sbiadire.