PS - Mancini ed il proverbio in dialetto. Melo con i selfie e Manolo con la foto inedita. Lavezzi pugnala Napoli: ora tifa per un contratto

28.11.2015 18:30 di  Arturo Minervini  Twitter:    vedi letture
PS - Mancini ed il proverbio in dialetto. Melo con i selfie e Manolo con la foto inedita. Lavezzi pugnala Napoli: ora tifa per un contratto
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© foto di Daniele Buffa/Image Sport

Pensieri sciolti. Quelli che accompagnano la mente del tifoso, in viaggio perenne con la fantasia, prima di ogni partita. Perchè, allora, non provare a raccoglierli questi pensieri. Come un enorme vaso, senza alcuna pretesa, solo per il gusto di aprirlo una volta ogni tanto, quando ti assale la nostalgia. Pensieri slegati, che nascono e muoiono dopo un secondo. Pensieri liberi, quelli partoriti nei bar del centro e negli oratori di provincia.

Il primo pensiero della settimana va, inevitabilmente, a Felipe Melo. Felipe tu, che quando il dio del calcio distribuiva i piedi buoni eri a scattarti i selfie in bagno, ci vieni a raccontare di voler “menare” Gonzalo Higuain? Sicuramente è un buon modo per rasserenare gli animi. Pensate che considerazione deve avere un calciatore delle sue qualità per arrivare ad affermare una roba simile. E poi, che novità sarebbe per uno che ha la stessa confidenza con la palla di Amanda Sandrelli in Non ci resta che piangere. Prima di menarlo Gonzalo, devi PROVARE, PROVARE, PROVARE, PROVARE  a PRENDERLO! 

Felipe aggressivo da una parte, Roberto piagnucolone dall’altro. Questo Mancini proprio non lo capisco. L’Inter spende, spande, investe, ha più buchi nel bilancio che Totò nella giacca in Miseria e Nobiltà, ma non vuole prendersi responsabilità. Comodo così, caro Mancio. Oddio, i risultati sono dalla sua parte, ma per quanto potrà durare questa fortuna?Apri questo biscotto della fortuna come al ristorante cinese e trovi sempre “Vincerai 1-0 con l’avversario che colpisce tredici legni ed Handanovic più ispirato di Gesù a Cana”. Tutto gira nel verso giusto al Mancio in questa prima parte di stagione. Caro Roberto, a Napoli c’è un proverbio che è sempre attuale, sulla facoltà di chi si lamenta di riuscire ad ottenere dalla sorte maggiore soddisfazione rispetto a chi, invece; affronta con il sorriso ogni situazione. Gli amici campani avranno capito di cosa parliamo. E basta!

Sono i giorni di Napoli-Inter e dei dolci pensieri e le paure che accompagnano una sfida scudetto. Come hai detto? Sfida scudetto? Ma non eravamo quelli ridimensionati? Quanti traghetti sono partiti  in questi giorni verso le sponde azzurre pieni delle anime catastrofiste estive. A quanti Maurizio Sarri ha fatto cambiare idea come un rappresentante che entra in casa e ti rifila l’aspirapolvere di ultima generazione. Con una differenza. Maurizio ha portato solo FATTI. Non si è affidato alle chiacchiere, non ha parlato di squadra al 71% - un giochino durato mesi - ed il cuscino lo sua solo per riposarsi mentre lavora. Al business-plan ha detto NO, come al colesterolo chi mangia il gelato di soia. Qualcuno ha detto persino che appena arrivato sembrava un garagista. Perché un allenatore di calcio deve avere lo smoking per essere credibile

Avete letto? Lavezzi è tornato a parlare dell’Italia. Ha nostalgia adesso. Prima gli stava stretta. Ci ha detto che Parigi non vivono il calcio come in Italia. La traduzione la volete?A Parigi non gioco, sono la sesta scelta. Probabilmente ho sbagliato ad andarci. Ora vorrei che qualcuno mi offrisse uno stipendio importante tra Juve ed Inter, perché sono in scadenza a giugno”. Ecco cosa avrebbe voluto dire. Ed è più che comprensibile. Quello che non lo è, è il resto. “Tiferai Napoli nella sfida con l’Inter? Tiferò per una bella partita”. Ed ancora: “Tifi Napoli per lo scudetto? Sono tifoso del Rosario Central”. Perché Pocho? Perché non tacere? Perché andare ad intaccare splendidi ricordi? Per cosa poi? Ti preferivamo quando in maglia azzurra attaccavi a testa bassa come una capra che carica il nemico. Anche lì, di errori ne commettevi tanti, ma lottavi per un ideale. Diverso dal dio denaro…

Abbiamo vinto ancora, anche a stadio deserto. Segna pure Chiriches, su calcio d’angolo e non prendiamo gol neppure più a Pes giocando con i Club Dogo. Io non vorrei che all’improvviso suonasse una sveglia e mi ritrovassi nel letto ad abbracciare un poster di Maurizio Sarri. Qualcuno ci confermi che è tutto reale. Che sta succedendo. Che possiamo finalmente sentirci grandi. Guardare la tv e vedere nei sondaggi che tutti hanno paura di noi. E pensare che fino a qualche mese fa avevamo paura anche di noi stessi. Una lezione dovremmo pur impararla da questa storia. Ogni calciatore va inserito nel contesto giusto. Prendete Jorginho, che probabilmente non avreste invitato nemmeno alla sfida del lunedì sera a calcio ad otto. E’ sempre lo stesso. Eppure adesso sembra quasi un top-player. La fretta fagocita tutti. Soprattutto nel calcio. Magari in un universo parallelo scopriremo che anche Calderon con Sarri avrebbe potuto diventare un bomber di razza. No, vabbè, mo non esageriamo. 

Pensieri liberi, che volano da un fatto all’altro. Avete visto? E’ nato il piccolo Gabbiadini. Auguri a Martina e Manolo. Volevo pubblicare una foto sorridente, dopo la lieta novella, dell’attaccante azzurro. Ho cercato tanto, ma la faccia è sempre la stessa. E guai a fargliene una colpa. Manolo deve fare gol. Se voleva fare l’attore dei fotoromanzi avrebbe preso altre strade. Torna presto Manolo. Ed al piccolo Tommaso portalo subito a sentire il profumo del mare. Ti apre il cuore e di addolcisce la mente. 

Che belle scarpe si è fatto Icardi per la sfida del San Paolo. Color vomito, con la scritta Wanda Ti Amo. Non sarà il MAXImo, ma il ragazzo è fatto così. Che non ci sta tanto simpatico lo possiamo dire, no?  A te, oh Icardi, dedichiamo il pensiero poetico che chiude la rubrica di questa settimana. “Ci vorrebbe un amico, ma non portatemi Maurito”.