Restano pista d'atletica, disagi e freno alla crescita: niente svolta clamorosa, solo un tamponamento per l'Uefa

31.01.2015 18:15 di Arturo Minervini Twitter:    vedi letture
Restano pista d'atletica, disagi e freno alla crescita: niente svolta clamorosa, solo un tamponamento per l'Uefa
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Il Napoli non cambia passo, e nemmeno casa. Dopo settimane, mesi, anni di promesse, progetti abbozzati su un impianto futuristico è tempo di incassare l'amara verità. Napoli non avrà uno stadio all'inglese, una struttura che possa diventare punto di riferimento per i tifosi e motivo ulteriore di crescita per il fatturato della società con attività commerciali. La scelta, annunciata nei scorsi giorni, è quella di intervenire - in maniera onestamente limitata - sul San Paolo investendo 20 milioni di euro.

INTERVENTI FINALIZZATI ALL'OK UEFA - Deroghe, deroghe, deroghe. Ormai da tempo lo stadio San Paolo era finito nel mirino dell'Uefa, che più volte aveva esortato la società a rientrare in parametri di efficienza e sicurezza sfrattati da tempo dall'impianto di Fuorigrotta. Più volte era arrivata la minaccia di chiudere l'impianto per le gare europee e costringere la squadra a traslocare, magari a Palermo. Situazione che, in prospettiva di un ritorno in Champions League, sicuramente avrebbe comportato un grave danno sportivo, ed economico al patron De Laurentiis. Basti pensare agli incassi fatti registrare nelle notti europee con avversari blasonati, con il record stabilito negli ottavi di Champions con il Chelsea nel 2012 che portano nelle casse della società 3 milioni di euro. 

LE PAROLE DI DE MAGISTRIS CONFERMANO CHE NULLA E' CAMBIATO - "Bisogna pensare che lo stadio è di tutti. L’ideale sarebbe avere un nuovo stadio senza pista d’atletica. Dovendo modificare il San Paolo, per volontà del Presidente del Napoli, con una ristrutturazione è difficile eliminare la pista d’atletica, anche economicamente". Queste le parole più significative sulla questione del Sindaco Luigi De Magistris. "Lo stadio è di tutti" è la dimostrazione che non c'è ancora la volontà - e gli accordi economici con ADL - di destinare il San Paolo esclusivamente alle attività del Napoli. Questo significa, in maniera piuttosto elementare, che è al momento difficile ipotizzare una rivalutazione della zona e l'insediamento di attività commerciali finalizzati a quella crescita del fatturato tanto invocata dal patron. 

Considerazioni, queste, che lasciano dunque un pizzico d'amoro in bocca. C'è da chiedersi, perchè non ha vinto l'idea di un nuovo impianto. Questioni economiche? Organizzative? Perchè una società così importante, una piazza così importante, non potrà avere quello che per la Juventus è già realtà e che per la Roma lo diventerà nei prossimi anni. Non a caso, le due squadre che al momento dominano la classifica, hanno fatto o faranno a breve questo passo fondamentale per la crescita. Un passo in avanti, verso il futuro. Il Napoli, invece, ha scelto di restare tristemente fermo, legato alla nostalgia di un impianto non più adeguato ai tempi.