Schiaffi, insulti, fango sulla città e l’offesa al cognato: gli effetti del Messico su Gargano

04.05.2016 22:30 di Arturo Minervini Twitter:    vedi letture
Schiaffi, insulti, fango sulla città e l’offesa al cognato: gli effetti del Messico su Gargano

Cosa pensereste di chi, a distanza di anni e di chilometri, infanga una città che gli ha dato molto più di quanto abbia da te ricevuto? Come lo classifichereste? In che posizione della scala sociale andrebbe collocato? Quale aggettivo, tra i tanti che chiaramente ispirerebbero tale comportamento, riterreste più adeguato? Ecco, scegliete voi l’aggettivo. Parlare oltre modo di Walter Gargano, delle sue dichiarazioni rilasciate dal Messico, sarebbe probabilmente dare un’importante al Mota che non merita. Dunque, perché le parodie vanno trattate con il tono che meritano, proveremo solo a fare un po' di ironia. D’ora in poi, una volta finito, non ne sentiremo più parlare. Chi non ha mai visto la fortunata serie Gomorra? Chi non ha mia guardato l’altrettanta fortunata parodia proposta su Internet dai “The Jackal”?. Ecco, abbiamo provato ad immaginare gli effetti della vita in Messico sulla psiche dell’uruguayano. 

"I napoletani sono sono maleducati. Urlano in qualsiasi momento “Uè Gargà, vieni qua”. Walter ma ti rendi conto? Con i piedi che ti ritrovi, avresti potuto trovarti nella stessa situazione. La location sarebbe stato adiacente al campo di allenamento di Castel Volturno, magari in un campo. Di pomodori. A raccoglierti. Doje pummarol.

“Lavezzi voleva picchiare Mazzarri, sono stato io a fermarlo". Come può un atto vergognoso trasformarsi in qualcosa di cui vantarsi? Se Ezequiel è arrivato a guadagnare 16 milioni all’anno in Cina (già la scelta lascia trasparire lo spessore etico dell’elemento) dovrebbe baciare ogni singolo piede del buon Walter. E’ proprio vero: "L'omm che po fa a men e tutt’cose, anche della graditudine, è n’omm e nient”.

“Non so perchè Hamsik abbia rifiutato Milan e Juventus”. Probabilmente perchè, quando si guarda allo specchio, può vedere qualcosa che resta. Oltre le macchine di lusso, i gioielli, il denaro. Perché quando cammina per strada, può sentire quel calore che ti scalda più di ogni altra cosa. Perché uno che è anche tuo cognato, meriterebbe il tuo silenzio. E non parole lanciate al caso. D’altronde è una parentela acquista e con Marek vi somigliate “Cumm a nu strunz assomigl a nu babbà”.

“Ho picchiato Montervino”. Il capitano dalla C alla A. Uno che per Napoli ha sputato sangue, andando anche i suoi limiti tecnici. Nei campi polverosi della serie C, dall’inferno al Paradiso a sostegno di un ideale. “Papà me l'ha sempre detto: I tenc 'na guerra 'n cap ma chiss ten a cap pe fa a guerr”. Il primo è Walter. Il secondo è Francesco. cap ma chiss ten a cap pe fa a guerr"

“I film di Aurelio De Laurentiis sono brutti”. Ora, andando oltre i cine panettoni, andare ad attaccare una famiglia come quella De Laurentiis, che ha fatto la storia del cinema, appare così fuori luogo. E poi, Walter, vogliamo parlare delle scene oscene che ti abbiamo perdonato? Con i ferri da stiro al posto dei piedi hai infiammato più fegati dell’Aglianico in Campania. Tu non conosci sentimenti? No, nun è over, i pe' sopravviver me su legat a nu sentiment, a un sul: A vuj vagg sempre Odiat quando provavi a fare un passaggio ad un compagno più lontano di un metro.

“Alla playstation scelgo semprel’Inter” diceva il Mota nel giorno della sua presentazione all’Inter. Noi  invece scegliamo sempre Gargano. Fa la differenza, nella sfida con gli amici, avere uno come Walter. Piedi educati, corsa, sprint e tiro da fuori area. Nemmeno cambiando le impostazioni e giocando in modalità dilettante riuscirebbe a fare la differenza. “Agg lassat a Napoli 'na banda e sciem ca no sap manc truà manc o joypad ind a mutand”.

“Ho picchiato Edo De Laurentiis”. Racconto di papà Aurelio: Quando mio figlio era criaturo, o' purtav semp o' zoo a verè e' scimmie.E Iss me ricev: Papà, ma comm' è possibile, che degli animali accussì sciem' vogliono fare quello che fanno i cristiani? Le scimmie so' belle quando fanno quello che dice il padrone, perchè quando vogliono fare quello che vogliono loro, spanna abbattere". Non a caso è stato cacciato. Senza rimpianto.

La chiosa, nello stesso stile, la dedichiamo proprio a Walter. Quando stava in Messico, c’era un uruguayano che parlava, parlava. Perchè probabilmente gli bruciava ancora di non essere in quella città, l’unica, che lo ha reso più celebre di quanto meritasse. Non servono maceti e nemmeno paura per parole lanciate al vento. Parole che cancellano un ricordo che, nonostante i limiti tecnici, era piacevole. Il vaso di Pandora è aperto. La natura dell’uomo si è rivelata. E quella vale più anche di un gol in una finale mondiale. Ora, davvero, vorremmo non sentirne parlare mai più. Sparito.