Svincolati? No, grazie: Sarri sprona Gabbiadini e valuta una soluzione alternativa

Il Napoli ha di fronte tre possibilità per sopperire all'infortunio del polacco: ricorrere al mercato degli svincolati, puntare forte su Gabbiadini o giocare col falso 9
10.10.2016 07:45 di  Jacopo Ottenga   vedi letture
Svincolati? No, grazie: Sarri sprona Gabbiadini e valuta una soluzione alternativa
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© foto di Daniele Buffa/Image Sport

L’infortunio di Milik ha indubbiamente rovinato il sabato sera di tutti i tifosi napoletani. Il compito di esorcizzare il ricordo di Higuain era stato fin qui assolto alla grande, forse anche oltre ogni più rosea aspettativa. Al di là dei paragoni scorretti e delle pressioni eccessive, il polacco si è addossato infatti più o meno inconsciamente l’eredità del Pipita, sorprendendo tutti per personalità e percentuali realizzative, sorretto da un collettivo maturo e di spessore costruito proprio per sopperire al peso di un’assenza così ingombrante. Il gioco del Napoli si è evoluto con Arek, si è adattato alle sue diverse caratteristiche, alla sua perfettibile capacità di giocare tra le linee, di attaccare la profondità, alle sue spiccate abilità aeree.

Chissà che non sia arrivata finalmente la tanto attesa ora di Gabbiadini. La rampa di lancio per una carriera finora incapace di decollare, il momento perfetto per dimostrare a tutti il proprio valore, scalare le gerarchie, conquistare l’agognata maglia di titolare per non mollarla più. Cogli l’attimo Manolo! Tuttavia resta improbabile pensare di poter giocare gran parte della stagione con un solo attaccante. Il mercato di riparazione è ancora un miraggio (quindici gare prima di gennaio), e l’idea di puntare su uno svincolato, le cui condizioni fisiche sarebbero tutte da verificare, non sembra rientrare nella filosofia azzurra, senza dimenticare il lungo svezzamento che Sarri riserva democraticamente ad ogni nuovo acquisto, salvo proprio quel Milik preso e calato da subito in un modulo pronto ad accoglierlo a braccia aperte.

Ma Sarri ha un’altra soluzione in casa. Una suggestione di mezza estate nata quasi per sminuire l’importanza di un vero centravanti ed ora pronta a divenire realtà, quel falso 9 in realtà già sperimentato in passato con discreti risultati, che garantirebbe ulteriore imprevedibilità a questo Napoli estroso e sfaccettato. Bisogna fare però una premessa: il centravanti boa appartiene ormai al passato, pochi allenatori si ostinano a schierare prime punte incaricate di fare a sportellate in area di rigore per 90 minuti aspettando esclusivamente la palla da mettere dentro. Una razza in via di estinzione in un calcio in cui l’attaccante deve essere in grado di partecipare in maniera esauriente ad entrambe le fasi di gioco. Lo stesso Higuain venne ribattezzato nueve falso proprio per la distinta mobilità richiestagli dal tecnico toscano, risolta in un continuo andirivieni tra il centro del campo e l’area di rigore avversaria, che ha trasfmormato la linea della trequarti nella porzione di campo preferita e maggiormente occupata.

Da qui al falso nueve dunque il passo è breve. Un ruolo che richiede diverse abilità rilevanti: gestire il pallone con sponde e reti di passaggi sul corto (il Napoli dopo aver affiancato, per eludere l’asfissiante marcatura riservata dagli avversari all’italo-brasiliano, al regista naturale Jorginho un regista arretrato come Koulibaly, praticamente si ritroverebbe ad avere anche una sorta di regista offensivo riducendo ancora la distanza tra i propri reparti), fare da esca tra le linee favorendo i tagli alle proprie spalle di esterni, mezzale e terzini, saltare l’uomo con dribbling nello stretto aprendo gli spazi ed inserendosi. Caratteristiche proprie di Dries Mertens, senza dubbio il più idoneo a ricoprire questo compito per tecnica e dinamicità. Il belga si ritroverebbe dunque a giocare assieme al rivale di ruolo Insigne, i due sarebbero liberi di fraseggiare liberamente senza calpestarsi i piedi, scambiandosi piuttosto frequentemente di posizione per dare ancora meno riferimenti agli avversari.

D’altronde l’impronta del Napoli già si basa su molti di questi principi tattici. Con alcuni semplici accorgimenti quali un ulteriore aumento della circolazione del pallone, degli inserimenti dei centrocampisti, dell’apporto dei terzini, e una posizione sempre più vicina al centro degli esterni d’attacco, il gioco azzurro diverrebbe ancora più propositivo, con l'obiettivo di dimostrare quanto il gol in fin dei conti sia tutta una questione collettiva e di gestione degli spazi. Per dirla alla Guardiola: “Il nostro attaccante è lo spazio da attaccare”.