TN - La favola Raicevic: due anni d’attesa prima dell’exploit. Giuntoli lo ha già perso una volta...

02.02.2016 08:00 di  Fabio Tarantino  Twitter:    vedi letture
TN - La favola Raicevic: due anni d’attesa prima dell’exploit. Giuntoli lo ha già perso una volta...

La trattativa tra Napoli e Vicenza per Filip Raicevic è la sintesi fedele del suo matrimonio con il calcio italiano. È un vortice d’attesa infinito che quasi logora, la sensazione d’esser sospeso tra il “sì” e il “no”, la pazienza e la tenacia nel non mollare e credere fino alla fine di potercela fare. L’attaccante montenegrino, classe ’93, ha atteso – invano – gli ultimi minuti di calciomercato prima di registrare il mancato accordo tra i due club, tradotto però in un’opzione morale da esercitare a giugno.

ATTESA – Raicevic - attaccante moderno, tecnico e rapido nonostante il fisico da corazziere - ha imparato a conviverci giovanissimo durante la sua prima parentesi italiana. Oggi brilla in Serie B, con la maglia del Vicenza (10 gol), vestendo il biancorosso che, ironia della sorte, fu anche il primo colore indossato in Italia: tra il 2010 e il 2011, infatti, il suo agente, Gabriele Savino, lo offrì al Carpi di Cristiano Giuntoli. Non fu colpo di fulmine solo perché il suo status di extracomunitario impedì al club emiliano di tesserarlo. Dopo essersi allenato qualche mese con il Carpi, Raicevic passò al Chievo. Altro giro altra corsa. Settimane d’allenamenti e poi la fumata nera per i medesimi motivi: il Chievo rinunciò a lui pur di non occupare una delle due caselle riservata agli extracomunitari, probabilmente perché poco convinto delle sue qualità.

SVOLTA – Dopo oltre due anni d’attesa, Raicevic – intanto scartato anche dal club belga del RFC Montegnée – torna in Italia perché non c’è due senza tre: Carpi, Chievo ed ora Lucchese, terza squadra nella quale inizia ad allenarsi a partire da settembre 2013. Ad innamorarsi del talento montenegrino è l’allora ds Bruno Russo, che lo nota dai tempi di Carpi e, convincendo il suo agente, decide di puntare su di lui. Dopo tre mesi di prova, la Lucchese lo iscrive a scuola riuscendo così ad ottenere per lui il permesso di soggiorno da studente. Raicevic (ventenne timido e riservato, trasferitosi in Italia senza la famiglia) viene tesserato a gennaio e a fine stagione ha un doppio motivo per festeggiare la vittoria del campionato di Serie D: la promozione tra i professionisti e l’ottenimento dello status di comunitario, la svolta che gli consente di restare alla Lucchese alle porte della Lega Pro.

ADDIO LUCCHESE - Nell’estate del 2014, prima di prolungare il suo contratto fino al 2016, Raicevic è costretto a cambiare il suo permesso di soggiorno da studente a lavoratore subordinato. L’attesa, quella che logora, caratterizza la sua carriera per diversi anni ma non ne frena il moderato entusiasmo e la matta voglia di crescere e migliorare. Nella stagione 2014-15, in Lega Pro, Raicevic realizza appena tre reti spaccando l’opinione pubblica. Sono in pochi a credere nelle sue qualità, soprattutto tra i dirigenti rossoneri, che a fine stagione lo cedono al Vicenza per poche migliaia di euro.

RIMPIANTI - La beffa, per la Lucchese, è dietro l’angolo. Lo ha lasciato andar via a cuor leggero ed ora rimpiange la scelta di non averlo blindato. Al contrario, Giuntoli non ha mai smesso di seguirlo: quando era alla Lucchese i contatti con la dirigenza rossonera erano assai frequenti. Il ds azzurro ha monitorato costantemente la sua crescita, sicuro dell’exploit del ragazzo. Quest’anno, appena ha potuto, si è fiondato sul calciatore con il chiaro intento di non lasciarselo sfuggire per la seconda volta. Ci è riuscito solo in parte: Raicevic-Napoli, matrimonio solo rimandato.